Slow page dei Missionari della consolata

Un’Angola dolcemente chiassosa

Volontari in Angola

Il gruppo di giovani volontari durante il loro viaggio in Angola, nell'estate 2024.

L’esperienza in Angola di dieci volontari. Tra giovani, istruzione, salute, ambiente ed emancipazione femminile.

Siamo un gruppo di dieci volontari dell’associazione Impegnarsi serve, nata 27 anni fa da padre Giordano Rigamonti.
All’alba del primo agosto 2024 atterriamo a Luanda, capitale dell’Angola, e dopo un’ora di auto arriviamo a Viana, la zona periferica della città dove i missionari della Consolata padre Fredy Alberto Gómez Pérez, colombiano, e padre John Sebastian Kyara, tanzaniano, ci accolgono.
Una delle attività principali che ci aspettano durante la nostra permanenza in Angola sarà quella di accompagnare i missionari nelle visite alle comunità.
Ed è proprio nella prima, quella del Buon Pastore, che siamo accolti con un ritornello di benvenuto, «Palma de cariño», che poi rimarrà fisso nei nostri ricordi. Adulti e bambini intonano canti e balli proprio per noi. Un’accoglienza «dolcemente chiassosa» che ci introduce in una realtà in cui la pastorale punta sui giovani: qui, la fiducia nei più piccoli è grande. La sperimentiamo durante le messe infrasettimanali, popolate di bambini e adolescenti, o in occasione di un pellegrinaggio al santuario di Mama Muxima. In quest’ultima occasione siamo accompagnati per tutto il tragitto dai loro canti, intervallati da momenti di raccoglimento in preghiera.
I padri missionari hanno a cuore l’istruzione dei ragazzi e, per questo, promuovono, anche con il supporto di Impegnarsi serve, progetti di alfabetizzazione in una realtà dove l’accesso all’istruzione è ancora raro.
Ne è un esempio Paulo, dieci anni. Lo incontriamo al santuario di San José, dove cerca del cibo. Ci racconta che quando sono morti i suoi genitori ha abbandonato la scuola per lavorare e badare al nonno e ai fratelli.
Abbiamo anche modo di vedere il dispensario della parrocchia di San Agostinho in costruzione. Grazie a esso, i missionari potranno offrire accesso gratuito alle cure a chiunque ne abbia bisogno.
Un’altra grande sfida, è quella della cura dell’ambiente: in molte strade sono abbandonati, e spesso bruciati, rifiuti di ogni genere. Durante la nostra permanenza incontriamo alcuni giovani per sensibilizzarli sulla raccolta dei rifiuti, sul tempo necessario per il loro smaltimento e sulla possibilità di riutilizzo di alcuni materiali.
Piccole gocce che speriamo possano portare frutti.
Ci confrontiamo, poi, con la condizione femminile nel Paese incontrando le donne della Promaica (Associazione per la promozione delle donne angolane nella Chiesa cattolica). Si tratta di un gruppo attivo dal 1990, le cui associate si sostengono a vicenda per sviluppare ciascuna le proprie capacità e una progressiva emancipazione.
Quasi nessuna delle donne che incontriamo ha un vero e proprio lavoro, ma alcune sono micro imprenditrici che vendono snack e altri generi alimentari per strada.
Anche in quest’occasione, proviamo a offrire un piccolo suggerimento: se ciascuna di loro dicesse a una o più amiche le loro qualità, questo potrebbe alimentare un circolo virtuoso di autostima.
Tutti siamo importanti. E il senso della missione è proprio questo: accompagnare ciascuno al proprio posto nel mondo, partendo dal cuore.

Giulia De Gennaro

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