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Dilexit nos. Amore per Amore

Animazione sul «Ricevere amore e dare amore»

Foto di Zac Durant su Unsplash.

Ecco il terzo di tre schemi d’incontro per animare gruppi giovanili a partire dall’ultima enciclica di papa Francesco, «Dilexit nos», sulla missione che nasce dall’amore di Cristo.

Tema: ricevere amore, dare amore (cap. 5 di «Dilexit nos»).
Obiettivo: scoprire che l’amore di Gesù non è solo un dono da ricevere passivamente, ma anche una chiamata a metterci in gioco.
Durata incontro: 2 ore.
Destinatari: dai 16 anni.
Materiale: Pc, proiettore, piccoli sacchetti di carta, semi, bigliettini, penne, un vaso pieno di terra, candela, accendino.

A partire dal capitolo quinto dell’ultima enciclica di papa Francesco, l’animatore conclude il percorso in tre puntate sul tema del cuore amante di Cristo con questo ultimo incontro nel quale sottolineare che l’amore ricevuto deve trasformarsi in amore donato. La vera devozione al cuore di Cristo, infatti, si traduce in gesti concreti, piccoli, semplici, ma capaci di guarire ferite, costruire ponti e diffondere speranza.

Introduzione

Dopo una breve introduzione per ricordare il percorso fatto e annunciare il tema odierno, l’animatore mostra il video «Give in to Giving», e chiede ai partecipanti di rimanere in silenzio per un minuto a video terminato per interiorizzarlo.
Poi domanda ai ragazzi di, raccontare cosa li ha colpiti di più. Cosa hanno sentito dentro? Se si sono mai accorti di quanto cambia il cuore quando si fa qualcosa di buono per gli altri, senza aspettarsi nulla in cambio.
Spesso pensiamo che amare significhi dire belle parole o provare grandi emozioni. Ma in realtà, l’amore più autentico si realizza nei piccoli gesti quotidiani, fatti con semplicità e sincerità. Quando lasciamo che l’amore di Gesù ci tocchi, impariamo a donare senza calcolare il guadagno o il riconoscimento. L’amore ricevuto diventa un amore che doniamo a nostra volta.

Rispondere

Ora l’animatore legge un passaggio della «Dilexit Nos», (Dn 166): «Gesù parla della sua sete di essere amato, mostrandoci che il suo Cuore non è indifferente alla nostra reazione al suo desiderio: “Ho sete, una sete tanto ardente di essere amato dagli uomini […] che mi consuma. Eppure non trovo nessuno che, secondo il mio desiderio, tenti di dissetarmi corrispondendo al mio amore“. La richiesta di Gesù è l’amore. Quando il cuore credente lo scopre, la risposta che scaturisce spontaneamente non è un’onerosa ricerca di sacrifici o il mero adempimento di un pesante dovere, ma è una questione d’amore».
Queste righe di papa Francesco dicono che Gesù desidera essere amato, e che aspetta la nostra risposta.
L’animatore, quindi, racconta: «In una regione arida di un Paese lontano, c’è un giardino incantato dove vive un bambù alto, bello e forte. Il Signore del giardino ama quel bambù più di ogni altra pianta e il bambù è felice di questo.
Un giorno il Signore gli dice: “Ho bisogno di te. Devo abbatterti per usare il tuo legno”. Il bambù si spaventa, ma il Signore continua: “Se non ti abbatto, non potrò fare di te ciò che serve”.
Dopo un momento il bambù risponde: “Allora abbattimi”. Il Signore aggiunge: “Devo anche tagliare i tuoi rami e le foglie”. Ma il bambù continua: “Allora taglia tutto”. Infine il Signore gli dice: “Devo anche dividerti in due e svuotarti“. E il bambù risponde : “Fa’ ciò che devi”.
Così il Signore lo abbatte, lo spoglia e lo divide, e con le sue parti costruisce canali per portare acqua nei campi aridi attorno che presto fioriscono e danno cibo a persone e animali».
Dopo la lettura del racconto, l’animatore chiede ai ragazzi cosa ne pensano, e poi aggiunge: cosa siete disposti a lasciare? Ci sono cose a cui tenete, ma che vi impediscono di essere liberi per amare? Vi è mai capitato di vivere un momento difficile che poi è diventato occasione di crescita e di aiuto per gli altri?

Avevo sete

L’animatore legge il brano di Matteo 25, 34-40: «Ero affamato e mi avete dato da mangiare…».
Gesù si identifica con i piccoli, i poveri, i dimenticati, e ci chiede di amarlo negli altri non solo con le parole, ma con i fatti concreti.
«Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me».
L’animatore propone 15 minuti di riflessione personale, e altri 15 di confronto in piccoli gruppi nel quale condividere le riflessioni suscitate dall’attività e dalle seguenti domande:

  1. Hai mai sentito dentro di te la chiamata a rispondere all’amore di Dio con un gesto concreto?
  2. Chi sono, nella tua vita, le persone che più hanno sete di amore e di attenzione?
  3. Qual è un gesto che potresti fare per far sentire a qualcuno che non è solo?
    Dopo la discussione, i ragazzi tornano tutti insieme e ciascun gruppo condivide con gli altri, attraverso una parola o un’immagine ciò che è emerso nel confronto a piccoli gruppi.

Semi di speranza

L’animatore consegna ai ragazzi dei piccoli sacchetti di carta, alcuni semi, bigliettini e penne.
Gesù ha sete di amore e ogni gesto d’amore è come un seme che, gettato nella terra, può crescere e cambiare il mondo.
Ogni ragazzo è invitato a scrivere su un bigliettino un gesto concreto che vuole impegnarsi a fare. Poi mette il bigliettino insieme a un pugno di semi nel sacchetto.
Uno per uno, portano il loro sacchetto a un vaso colmo di terra e versano i semi. A quel punto, dicono ad alta voce una parola che li rappresenta: «perdono», «coraggio», «gioia»…
Anche i gesti più piccoli, se fatti con il cuore, possono far nascere qualcosa di grande. Il nostro amore diventa una risposta all’amore di Cristo e aiuta a riparare il mondo ferito.

Preghiera

L’animatore invita tutti ad avvicinarsi al vaso con i semi e accende una candela.
L’amore per amore è come un seme piantato nel terreno: non si vede subito, ma con il tempo trasforma la vita.
Gesù ci chiama a essere semi di speranza nel mondo, a portare amore e cura dove c’è bisogno.
E invita tutti a pregare insieme:
«Gesù, tu ci ami con un cuore assetato di amore.
Insegnaci a rispondere con un cuore sincero.
Donaci la gioia di riparare,
di costruire ponti,
di amare per amore.
Fa’ che ogni nostro gesto
diventi una piccola fiamma
che accende speranza
e riscalda i cuori feriti.
Amen».

Invito finale

Al termine dell’incontro e del percorso fatto insieme, l’animatore lancia una sfida: ciascuno cerchi nel suo territorio un luogo o una realtà dove poter incontrare e servire chi è più vulnerabile, chi ha più bisogno di amore e attenzione. Potrebbe essere un centro di accoglienza, una mensa per poveri, un’associazione di volontariato, o anche una persona sola nel condominio.
Lì ciascuno potrà mettere in pratica quello che ha ricevuto, trasformando l’amore che ha accolto in azioni genuine.
Poi incoraggia i ragazzi a condividere ciascuno con gli altri in un prossimo incontro la propria esperienza: cosa hanno fatto, come si sono sentiti, cosa hanno imparato. Perché l’amore donato è anche condiviso.

di Gonzalo Salcedo
comunità missionaria di Villaregia

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