Una preghiera di Natale per ricominciare
Canto: Maranathà, vieni Signor
Guida. Anche quest’anno ci ritroviamo con l’appuntamento liturgico dell’Avvento, un periodo speciale dedicato alla preparazione del Natale. Siamo abituati ad associare questa ricorrenza alla fine dell’anno scolastico o lavorativo… e se invece fosse l’inizio di qualcosa di nuovo? Lasciamoci travolgere dal significato profondo del Natale e stupire ancora una volta da un Dio che si fa bambino per noi.
Lettore 1. Dal Vangelo secondo Giovanni (1, 1-14)
In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto. A quanti però l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio […]. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.
Gv 1, 1-14
Lettore 2. Dove sono Giuseppe e Maria, gli angeli, i pastori?
Ecco, il Vangelo di Giovanni è diverso dagli altri, e il racconto della natività non fa eccezione. Giovanni era il «discepolo che Gesù amava», colui che gli è stato vicino nei momenti più importanti della sua vita pubblica, dalla chiamata dei primi discepoli alla trasfigurazione, al Getsemani e al Calvario. Il suo Vangelo è stato scritto con un fine specifico: «Affinché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché credendo abbiate la vita eterna».
Lettore 1. Il Vangelo di Giovanni ha ispirato molti credenti, tra cui molti santi. Per esempio, Sant’Agostino dichiara che questo brano fu importante per la sua conversione. Infatti, venuto in possesso di alcuni libri di filosofi platonici, vi trovò scritto, se non con le stesse parole ma con senso assolutamente uguale, che al principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. «Che però egli venne a casa sua senza che i suoi lo accogliessero, ma a quanti lo accolsero diede il potere di divenire figli di Dio, poiché credettero nel suo nome, non lo trovai scritto in quei libri […]. Che però il Verbo si è fatto carne e abitò fra noi, non lo trovai scritto in quei libri» (Le confessioni, 7, 9, 13-14). «Avremmo potuto credere che il tuo Verbo fosse lontano dal contatto dell’uomo, e disperare di noi, se non si fosse fatto carne e non avesse abitato tra noi» (ibidem, 10, 43, 69).
Guida. Ma cosa c’è di tanto speciale in questo brano del Vangelo? Perché sant’Agostino ci teneva tanto?
Lettore 2. «A quale scopo sono risuonate le parole: In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio? Anche noi, quando parliamo, diciamo delle parole. A forza di parlare, le parole perdono valore: risuonano, passano, e perdono valore, e non sembrano altro che parole. C’è però anche nell’uomo una parola che rimane dentro. Tu puoi averla nel tuo cuore e sarà come un’idea nata nella tua mente, sarà come un figlio del tuo cuore. Se, ad esempio, devi costruire un edificio, prima ne concepisci l’idea nella tua mente, ma gli altri non potranno ammirarlo se non quando avrai costruito e ultimato l’edificio. Se dunque di fronte a una grandiosa realizzazione viene lodata l’idea di un uomo, vuoi misurare la grandezza dell’idea di Dio che è il Signore Gesù Cristo, cioè il Verbo di Dio? Considera la mirabile costruzione del mondo; guarda quali cose sono state fatte per mezzo del Verbo, e riuscirai così a farti un’idea della grandezza del Verbo. Osserva il cielo e la terra: chi potrà mai descrivere lo splendore del cielo? chi riuscirà a illustrare la fecondità della terra? chi potrà degnamente celebrare la successione delle stagioni e la forza vitale delle sementi? Ebbene, da questa opera che è il mondo, fatevi un’idea del Verbo per mezzo del quale tutto è stato fatto». (Sant’Agostino)
Lettore 1: «Quella vita, per mezzo della quale furono fatte tutte le cose, quella vita è essa stessa luce, la vera luce che illumina ogni uomo. Ma i cuori degli stolti non sono ancora in grado di accogliere questa luce, perché il peso dei peccati impedisce loro di vederla. Non pensino costoro che la luce non c’è, solo perché essi non riescono a vederla. È che a causa dei peccati essi sono tenebre: E la luce risplende tra le tenebre, ma le tenebre non l’hanno compresa. Immaginate un cieco in pieno sole: il sole è presente a lui, ma lui è assente al sole. Che deve fare allora quest’uomo? Purifichi l’occhio con cui potrà vedere Dio. Faccia conto di non riuscire a vedere perché ha gli occhi sporchi o malati. Il medico gli dirà: Pulisciti gli occhi, liberandoti da tutto ciò che ti impedisce di vedere la luce. Togli via tutto, e vedrai la sapienza, che è presente, perché Dio è la sapienza. Sta scritto infatti: Beati i puri di cuore, perché essi vedranno Dio (Mt 5, 8)». (Sant’Agostino)
Segno. Prima della preghiera, gli animatori avranno realizzato un cartellone a forma di sole con al centro Gesù Bambino. L’immagine sarà coperta da «malattie degli occhi» che impediscono di vedere la luce, sia a livello personale che collettivo (guerre, ingiustizie, crimini, ecc.). Durante il canto, i partecipanti possono aggiungere altri bigliettini fino a coprire completamente il sole.
Canto. Questa notte non è più notte
Lettore 2. «Ma c’è di più. Per mezzo del Verbo sei stato fatto, ma è necessario che per mezzo del Verbo tu venga rifatto. E se hai avuto l’esistenza grazie al Verbo, se è per mezzo di lui che sei stato formato, per colpa tua, invece, vieni meno. E se per colpa tua vieni meno, ti rifaccia colui che ti ha fatto; se per colpa tua decadi, colui che ti ha creato ti ricrei». (Sant’Agostino)
Guida. Concludiamo pregando insieme:
Vieni di notte, ma nel nostro cuore è sempre notte.
Vieni in silenzio, noi non sappiamo più cosa dirci.
Vieni in solitudine, ma ognuno di noi è sempre più solo.
Vieni, figlio della pace, noi ignoriamo cosa sia la pace.
Vieni a liberarci, noi siamo sempre più schiavi.
Vieni a consolarci, noi siamo sempre più tristi.
Vieni a cercarci, noi siamo sempre più perduti.
Vieni, Tu che ci ami: nessuno è in comunione col fratello
se prima non è con Te, o Signore.
Noi siamo lontani, smarriti, né sappiamo chi siamo, cosa vogliamo:
vieni, Signore, vieni sempre, Signore. (David Maria Turoldo)
Guida. Alla fine della preghiera, ognuno prende uno o più bigliettini fino a scoprire Gesù Bambino, con l’impegno di pregare per quella causa durante l’Avvento.
Canto. Magnificat. L’anima mia
Annarita Leserri
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