Slow page dei Missionari della consolata

A tutti dico: vegliate

Una traccia di preghiera per l’Avvento.

Guida: Siamo giunti al tempo forte dell’Avvento: «Viene il Signore Gesù». Chi di noi, dovendo ricevere in casa un amico o un illustre ospite, non la riordinerebbe, preparando fin nei minimi dettagli ogni cosa, pranzo compreso? Tutti in casa ci daremmo da fare per rendere gradita la visita dell’amico. Ecco, viene Gesù. Che facciamo? Cerchiamo di rivolgere il nostro sguardo a quello di Lui, diamogli accoglienza nella nostra vita, nella nostra interiorità. È importante creare silenzio in noi, quel silenzio di intimità, un silenzio di ascolto della Parola, il silenzio per il Signore.

Breve momento di silenzio.

Canto: Incontrare te

Tutti: Concedici, Signore, di essere perseveranti, di essere fedeli e costanti nell’amore. Da te ogni dono di grazia, di sapienza, di scienza per vigilare, per amare, per ascoltare, per servire, contemplare e adorare.
Tu vieni sempre, ci prendi per mano e ci conduci portandoci da te. Tu ci metti a custodire la casa in attesa del tuo ritorno: che non ci si addormenti in questa attesa, perché tu torni, tu vieni. Donaci uno sguardo di fede, di amore, di speranza, di gioia, uno sguardo lungimirante per vedere lontano con occhi limpidi e cuore puro, per leggere la storia, la nostra storia che viviamo, con te presente, e con coloro che ci hai donato e ci donerai.

Lettore 1: «Nel cuore dell’inverno si ripete il miracolo del primo palpito di vita. E questo primo riaccendersi del fuoco sotto la neve reca con sé la certezza di Dio. Fra alcune settimane questo rinnovellato palpito di vita sarà virgulto fiorito a Betlemme; questa prima scintilla sarà fuoco di ceppo a Natale e domani maturazione, fiamma di sacrificio, la più grande delle fiamme: la Pasqua, la Redenzione divina… Cristo sapeva che se la sua vita sulla terra fosse stata una meteora, pochi si sarebbero salvati. L’uomo aveva bisogno di una luce costante, di un fuoco acceso per sempre, divampante, divorante, inestinguibile, affinché tutti gli uomini, anche i più lontani, potessero bruciare le loro anime, purificare le scorie ostinate e sempre vive dei loro peccati, arroventare il loro cuore, accendere ogni giorno i loro ideali, propositi, speranze. E così Cristo non volle morire. Ma risuscitò e rimase. Rimase sempre fra noi; divino compagno dell’umanità pellegrina; eterno redentore sempre vivo. Ad ogni anno nuovo rinasce tra noi. Ammaestra, risana, espia, perdona, soffre, muore e risorge per noi, fra noi, in noi: è il suo mistero».
(dai Quaderni spirituali di Alberto Marvelli)

Tutti: Dio, tu hai scelto di farti attendere per tutto il tempo di un Avvento. Io non amo attendere, non amo attendere nelle file, non amo attendere il mio turno, non amo attendere il treno, non amo attendere prima di giudicare, non amo attendere il momento opportuno, non amo attendere un giorno ancora. Non amo attendere perché non ho tempo e non vivo che nell’istante. Ma tu, Dio, hai scelto di farti attendere per tutto il tempo di un Avvento. Perché tu hai fatto dell’attesa lo spazio della conversione, il faccia a faccia con ciò che è nascosto. Solo l’attesa desta l’attenzione, e solo l’attenzione è capace di amare.

Lettore 2: Dal Vangelo secondo Marco (13,33-37)
«Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».

Breve momento di silenzio.

Lettore 1: «A tutti dico: Vegliate!». Un appello tanto incalzante non è la rappresaglia di un gendarme sempre in agguato: è una supplica insistente di Gesù rivolta a noi discepoli, non certo per metterci paura, ma per esprimere la paura che lui, buon Pastore, ha di perderci. Di qui quella vibrazione di urgenza che percorre i suoi richiami pressanti alla vigilanza: vegliate! State attenti! Vigilate! Tenetevi pronti! Il motivo è sempre lo stesso: il giorno del Figlio dell’uomo viene senza preavviso e la sua ora arriva senza messaggini sul cellulare né raccomandate con ricevuta di ritorno. Dunque occorre vigilare: la sua venuta imprevedibile e improvvisa è come l’assalto del ladro per chi lo teme, come l’arrivo dello sposo per chi lo cerca e lo attende.

Lettore 2: Ma cosa significa per noi oggi «vegliare, stare attenti, essere pronti»? Significa non dimenticare mai che la vita è un pellegrinaggio, non un fortunoso vagabondaggio, e neanche una più o meno piacevole gita turistica: quindi non dobbiamo mai illuderci di essere già arrivati e non possiamo mai dimenticare la nostra meta. «Perché il Signore viene!» significa attrezzarsi per il «santo viaggio» con un equipaggiamento leggero, con la «bisaccia del pellegrino», munita dell’essenziale: altrimenti non ci muoveremo di tappa in tappa, ma ci sposteremo solo di poltrona in poltrona. «Perché il Signore viene!» significa non misurare il tempo dalla morte in qua, ma dalla morte in là: perciò niente ci turbi, niente ci spaventi: solo il Signore basta!

Lettore 1: «Vegliare» significa considerare gli altri – familiari, amici, colleghi – nostri compagni di pellegrinaggio, amare ognuno come un fratello avuto in dono senza mai bramare di possedere alcuno come proprietà privata, significa servire tutti, ma non asservire nessuno. «Perché il Signore viene!». Vegliare significa considerare la salute, il lavoro, il denaro, il divertimento per quello che sono: non come privilegi da difendere, ma come doni da condividere; come dei mezzi utili per il pellegrinaggio, non come le mete ultime del cammino. «Perché il Signore viene!» significa compiere il servizio che ci è richiesto, come fosse l’ultimo, ma sempre con i fianchi cinti e le lucerne accese. E sempre pronti a ripiegare le tende per andare là dove siamo chiamati, senza accasarci mai da nessuna parte, fin quando non arriveremo al giorno beato dell’incontro definitivo. «Perché il Signore viene!».

Tutti a cori alterni
Voci femminili: Sii vicino a noi, Signore, perché ti aspettiamo con cuore sincero.
Voci maschili: A chi si sente tanto fragile e povero dona la forza e la ricchezza della tua carità inesauribile.
VF: Vieni, o Signore, che la tua luce si effonda su chi giace nelle tenebre.
VM: Nell’umiltà della tua carne hai cancellato il nostro peccato; ora che sei nella gloria donaci la gioia del regno.
VF: Accesi dal fuoco del tuo Spirito, i nostri cuori siano pervasi dal desiderio di risplendere come luci festose alla tua venuta.

Canto: Luce del mondo

Annalisa Baccaro
Cam Martina Franca (Ta)

di Annalisa Baccaro

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