Ci sono poche cose. Povere, semplici. Un lettino di paglia secca, una donna con le viscere scosse dal dolore della vita che viene, il fiato indifferente di un bue assonnato, il raglio calmo di un asino anziano, le tue mani ruvide come la corteccia del legno che lavori, le tue dita troppo rigide e inadeguate.
Le osservi tutte con stupore dal piccolo trambusto del tuo corpo. E ti chiedi se sia opportuna tutta la gioia che docilmente ti monta nel cuore. Mentre la guerra infradicia di sangue la terra, la fame affossa la vita di molti, l’insensatezza spegne in troppi il lume della speranza. Forse c’è troppa sofferenza intorno per provare gioia.
E poi come fai ad accogliere Dio, che insiste a nascere proprio oggi, proprio nella tua vita, mentre tu non sai nulla e la tua mente si stanca in fretta alle parole dei maestri che indicano quanto è profondo e complesso il mistero?
Forse sei troppo impreparato per conoscere il Creatore.
Ti guardi intorno e ti domandi perché non ti vergogni. Non è tutto troppo semplice? E troppo povero? E troppo bello? Non stai forse scordando qualcosa? Qualcosa di importante?
Eppure non ti spaventi. Ti fidi. Ti affidi. La tua vita è povera e grandiosa. C’è Dio lì. Non è come te lo aspettavi, non viene nel modo che ritenevi il migliore. Un detto afferma che a volte il meglio è nemico del bene.
Lasci fluire la gioia dentro te, ed essa sgorga, dalle tue unghie, dai tuoi denti, dai tuoi piedi. Non la puoi contenere, perché è fatta per spargersi e contagiare.
La morte non muore oggi, ma il suo artiglio che distoglie la vita è reso innocuo.
E il tuo spirito esulta in Dio, tuo salvatore.
Buon Avvento e buon Natale da amico.
di Luca Lorusso
Luca Lorusso
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