Slow page dei Missionari della consolata

03/ Atti degli apostoli. Gli inizi (At 1,1-26)

I Docidi iniziano la missione

Basilica di San Marco, Venezia, cupola dell'ascensione, XII sec.
Introduzione. Gli inizi (Atti 1)

Se, come abbiamo visto, Atti è il racconto della diffusione della fede cristiana da Gerusalemme sino ai confini del mondo, il primo capitolo si può considerare come una sorta di preistoria/introduzione perché raccoglie la narrazione di alcuni eventi avvenuti ancora a Gerusalemme.

In apertura troviamo il Prologo (1,1-2) che ha lo scopo di legare il libro di Atti al vangelo di Luca.

Prologo (1,1-2)

1 Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi 2fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo.

La prima frase degli Atti degli Apostoli si collega al prologo del vangelo di Luca (1,1-4). È dedicata/indirizzata alla stessa persona, Teofilo, e sinteticamente riassume il contenuto del vangelo di Luca con due verbi riferiti a Gesù: «Quello che Gesù fece e insegnò» e inoltre tramanda le disposizioni date agli apostoli scelti per mezzo dello Spirito Santo. Ecco menzionato il protagonista degli Atti, talora definito «vangelo dello Spirito Santo».  Lo Spirito Santo infatti è menzionato in Atti 56 volte ed è la vera forza motrice dell’attività missionaria degli Apostoli.

Ultime raccomandazioni e mandato (1,3-8)

3Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. 4Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l’adempimento della promessa del Padre, “quella – disse – che voi avete udito da me: 5Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo”.
6Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: “Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?”. 7Ma egli rispose: “Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, 8ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra”.

Riprendendo le raccomandazioni di Gesù agli apostoli di Lc 24,44-49, Atti presenta due tappe intermedie: le istruzioni di Gesù risorto (dopo la sua passione) e il racconto dell’ascensione. Le istruzioni del Risorto si svolgono durante un certo periodo di tempo (quaranta giorni) nel quale parla del regno di Dio, che era stato il tema principale della sua predicazione durante il suo ministero.
Quaranta è un numero frequente nella Bibbia: Mosè sulla montagna (Es 24,18), Elia verso l’Oreb (1 Re 19,8), Gesù tentato nel deserto (Lc 4,2): tempo di prova, di preparazione, di dubbio. Questa fu anche la situazione degli apostoli per convincersi che Gesù era veramente vivo (egli si mostrò vivo con molte prove). Inoltre in questo periodo continua anche a trovarsi a tavola con loro e in un incontro conviviale ordina loro di non allontanarsi da Gerusalemme per attendere la realizzazione della promessa del Padre. Qual’è, o meglio, chi è questa promessa del Padre? È lo Spirito Santo (v 5).  Ancora una volta, come in occasione delle predizioni della passione (Lc 9,44-45) impressiona la lentezza degli apostoli a comprendere le parole di Gesù riguardo al regno di Dio. Nutrono ancora l’attesa che sia vicino il tempo per restaurare il regno d’Israele: ancora una volta Gesù deve richiamare «non spetta a voi conoscere i tempi». Non dovranno sognare la restaurazione dell’effimero regno d’Israele, ma essere suoi testimoni da Gerusalemme ai confini della terra. Queste parole (v 8) sono il testamento di Gesù, le sue ultime parole ai discepoli che saranno i continuatori della sua missione.

Ascensione (1,9-11)

9Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. 10Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand’ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro 11e dissero: “Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo”.

L’ascensione di Gesù (vedi anche Lc 24,50-52), descritta con l’immagine simbolica della nube, per indicare l’appartenenza di Gesù al mondo celeste, significa anzitutto la fine della presenza fisica di Gesù in mezzo ai suoi su questa terra, e l’inizio di una presenza differente: attraverso il suo Spirito nella sua comunità che lo testimonia e vive l’attesa del suo ritorno.

Il gruppo degi apostoli (1,12-14)

12Allora ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in giorno di sabato. 13Entrati in città, salirono nella stanza al piano superiore, dove erano soliti riunirsi: vi erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo figlio di Alfeo, Simone lo Zelota e Giuda figlio di Giacomo. 14Tutti questi erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù, e ai fratelli di lui.

Rientrati a Gerusalemme gli apostoli si radunano ancora nella stanza al piano superiore. Atti presenta qui la lista degli Undici, che con poche varianti è la lista di Lc 6,13-16, e il collocarla qui ha lo scopo di mostrare la continuità tra gli apostoli che hanno camminato con Gesù prima della sua passione e risurrezione e quelli che diventano suoi testimoni fino ai confini della terra. Oltre agli Undici sono presenti anche Maria, la madre di Gesù (l’ultima volta che viene menzionata nel NT) con alcune donne e i fratelli di Gesù. Luca  presenta qui il nucleo originale della chiesa costituita da tre gruppi: gli Undici, le donne e la famiglia di Gesù.
Maria presente all’inizio del vangelo (Lc 1,26-38) è presente anche qui alla nascita della Chiesa.
In questo primo nucleo della comunità di Gesù c’erano anche le donne che lo avevano seguito (Lc 8,1-3) e che saranno tra le più attive discepole. Queste persone della prima comunità sono «perseveranti e concordi nella preghiera»: la prima comunità cristiana nasce nella preghiera e nell’unità dei cuori.
In questo piccolo gruppo riunito nella stanza al piano superiore appaiono già le caratteristiche fondamentali di ogni comunità cristiana.

Mattia scelto per sostituire Giuda

15In quei giorni Pietro si alzò in mezzo ai fratelli – il numero delle persone radunate era di circa centoventi – e disse: 16“Fratelli, era necessario che si compisse ciò che nella Scrittura fu predetto dallo Spirito Santo per bocca di Davide riguardo a Giuda, diventato la guida di quelli che arrestarono Gesù. 17Egli infatti era stato del nostro numero e aveva avuto in sorte lo stesso nostro ministero. 18Giuda dunque comprò un campo con il prezzo del suo delitto e poi, precipitando, si squarciò e si sparsero tutte le sue viscere. 19La cosa è divenuta nota a tutti gli abitanti di Gerusalemme, e così quel campo, nella loro lingua, è stato chiamato Akeldamà, cioè “Campo del sangue”. 20Sta scritto infatti nel libro dei Salmi:
La sua dimora diventi deserta
e nessuno vi abiti,
e il suo incarico lo prenda un altro.
21Bisogna dunque che, tra coloro che sono stati con noi per tutto il tempo nel quale il Signore Gesù ha vissuto fra noi, 22cominciando dal battesimo di Giovanni fino al giorno in cui è stato di mezzo a noi assunto in cielo, uno divenga testimone, insieme a noi, della sua risurrezione”.
23Ne proposero due: Giuseppe, detto Barsabba, soprannominato Giusto, e Mattia. 24Poi pregarono dicendo: “Tu, Signore, che conosci il cuore di tutti, mostra quale di questi due tu hai scelto 25per prendere il posto in questo ministero e apostolato, che Giuda ha abbandonato per andarsene al posto che gli spettava”. 26Tirarono a sorte fra loro e la sorte cadde su Mattia, che fu associato agli undici apostoli.

Il primo evento narrato di questa piccola comunità nel cenacolo è la scelta del successore di Giuda, colui che aveva tradito Gesù. In questo racconto comincia ad emergere la figura di Pietro che sarà il personaggio centrale nella prima parte di Atti. Pietro prende la parola per ricomporre il numero dei Dodici testimoni della risurrezione di Gesù.

Nel discorso di Pietro si comincia a vedere il modo cristiano di leggere le Scritture (quelle che noi chiamiamo Antico Testamento) e la loro utilizzazione come «profezia» dell’evento Gesù. Inoltre ci sono le parole che descrivono le caratteristiche del ruolo unico dei Dodici: “Coloro che sono stati con noi per tutto il tempo nel quale il Signore Gesù ha vissuto fra noi, 22cominciando dal battesimo di Giovanni fino al giorno in cui è stato di mezzo a noi assunto in cielo, uno divenga testimone, insieme a noi, della sua risurrezione” (vv 21-22). Aver accompagnato Gesù nel suo ministero pubblico che è cominciato col battesimo di Giovanni e si è concluso con la sua ascensione è la condizione per testimoniare la risurrezione e fa dei Dodici testimoni unici e credibili.

Pietro dirige l’elezione, ma è la comunità che presenta i candidati. Essi sono due: Giuseppe (detto Barsabba e denominato Giusto) e Mattia (senza titoli), dei quali non conosciamo nulla di più e dei quali non ci sarà più notizia. La sorte cade su Mattia che viene associato agli undici che ora diventano di nuovo Dodici, i Dodici.

di Mario Barbero

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Mario Barbero

Padre Mario Barbero, missionario della Consolata, nato nel 1939, è stato a Roma durante il Concilio, poi in Kenya, negli Usa, in Congo RD, in Sudafrica, in Italia, di nuovo in Sudafrica, e ora, dal 2021, nuovamente in Italia. Formatore di seminaristi, ha sempre amato lavorare con le famiglie tramite l’esperienza del Marriage Encounter (Incontro Matrimoniale).

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