Quando li hai visti comparire, lì, alle querce di Mamre, non li hai riconosciuti subito. Eri seduto alla porta della tua tenda, nell’ora più calda del giorno, e facevi la guardia per difendere la tua abitazione precaria dalla desolazione del deserto. Eri lì, sulla soglia tra fuori e dentro, indeciso se fosse più inaccettabile l’inospitale arsura esterna o l’ombroso disordine interno. Ed eri impreparato, rallentato dalla fiacchezza delle promesse non realizzate, dal desiderio dimenticato.
Hai alzato gli occhi e te li sei trovati attorno a te. Li attendevi da molto, e molte volte avevi immaginato come accoglierli, ma non li aspettavi in quel momento, in quella condizione così imprecisa. Appena messi a fuoco e riconosciuti, ti sei prima alzato, e poi prostrato fino a terra: «Mio signore – hai detto –, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo». Li hai serviti con solerzia, hai preparato un ristoro abbondante, come non ne concedi mai nemmeno a te stesso.
Ti sei dato da fare mettendo in gioco le tue risorse migliori, hai organizzato tutto con straordinaria efficacia. Così, mentre stavi presso di loro, quelli hanno mangiato. Ma non li hai fatti entrare nella tua tenda.
Alzati gli occhi da quanto tu avevi loro offerto, li hanno rivolti a te, e guardandoti ti hanno domandato: «Dov’è Sara, tua moglie?». Tu hai risposto: «È là, nella tenda». E non hanno detto altro. Non ti hanno chiesto perché non li hai fatti entrare, non hanno rifiutato le tue offerte, non ti hanno prescritto cosa aggiungere alla tua vita. Ti hanno chiesto solo di riconoscere quello che già la abitava.
E la promessa è stata rinnovata.
Buona estate da amico,
Luca Lorusso
Luca Lorusso
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