Il petrolio al tramonto ha riaperto la discussione sul nucleare.
Alcuni la considerano la risposta più appropriata alla nostra insaziabile sete di energia, ritenendola la più pulita, la più sicura, la più economica.
Ma è davvero così?
Un libro che fa luce su tutti i risvolti del nucleare affinché possiamo scegliere con consapevolezza e responsabilità.
Autore:
Arcuri Sabrina
Nata a Carlopoli (Cz) nel 1987. Si è laureata in Economia del territorio e dell’ambiente all’Università di Pisa ed è attualmente allieva del corso di laurea specialistica in Sviluppo e gestione sostenibile del territorio del medesimo ateneo.
Target:
Per tutti.
anno: 2011
formato: 14×21
pagg. 96
euro 10,00
collana: 7.1 – Cittadini sul Pianeta
INDICE
Prefazione, di Tommaso Luzzati, 11
Introduzione, 13
L’energia nucleare nel mondo
Il parco reattori esistente, 17
Il combustibile: disponibilità, 20
Emissioni zero?, 22
Aspetti economici
In generale, 25
Il costo del kWh, 26
Olkiluoto-3, 33
Ciclo del combustibile, trattamento e deposito scorie
Ciclo aperto o ciclo chiuso?, 37
Yucca Mountain, 42
Proliferazione, 45
Sicurezza e accettazione sociale, 49
Radioattività ed effetti sulla salute
L’incidente di Cernobyl, 63
Il caso italiano: recenti sviluppi, 71
Conclusione, 77
Appendici
Bibliografia, 83
Sitografia, 91
Lista delle sigle e abbreviazioni, 93
PRESENTAZIONE
Prefazione di Tommaso Luzzati
Nel 1987 l’Italia decide, di fatto, di abbandonare l’energia nucleare come forma di approvvigionamento energetico, chiudendo un percorso di ricerca e di sviluppo cominciato con passione ed entusiasmo negli anni Cinquanta e che aveva portato in attività quattro centrali, l’ultima nel 1980 a Caorso (Piacenza).
In quegli anni in tutto il mondo il favore verso il nucleare si stava ridimensionando. Il superamento delle crisi petrolifere degli anni Settanta insieme alla prova concreta dei rischi del nucleare avutasi con gli incidenti di Three Mile Island in Pennsylvania nel 1979 e di Cernobyl nel 1986 risvegliarono l’opinione pubblica da una sorta di sogno: il nucleare non era più soltanto bello – un’impresa in cui l’intelligenza umana poteva cimentarsi, un esempio di progresso –, faceva anche male. Nella discussione, e nell’immaginario collettivo, si affacciarono i problemi, pur già noti: le scorie, la proliferazione e la sicurezza, gli impatti sull’ambiente, gli elevati costi di una buona gestione dell’intero ciclo. Se in Italia, dunque, il nucleare viene bloccato dal basso con un referendum abrogativo, negli Stati Uniti è il libero mercato (e la mancanza di adeguate sovvenzioni pubbliche) a fermare la costruzione di nuove centrali. Anche nel resto del mondo il processo di crescita della potenza installata si arresta.
Negli ultimi anni, di fronte alle crescenti difficoltà energetiche, si è tornato a parlare di nucleare, anche se non molti sono gli impianti in progetto o in corso di realizzazione. Anche il governo italiano sembra avere riavviato il paese sulla strada del nucleare. È un bene? Avremo energia a basso costo? Che cosa è cambiato rispetto a 25 anni fa? È progredita la tecnologia? Si sono ridotti i rischi? Li avevamo sovrastimati? Abbiamo risolto le questioni aperte? Chi ha la responsabilità delle decisioni ha anche il dovere di offrire risposte a queste domande evidenziando i vantaggi e le criticità del nucleare, ovvero, in altri termini, di spiegare al cittadino il proprio punto di vista e i motivi delle proprie scelte. Non ci troviamo dunque in ambiti riservati agli addetti ai lavori, agli esperti, ma di fronte a problematiche che devono essere comprese, almeno nelle loro linee essenziali, da coloro sui quali ricadono gli effetti, positivi e negativi, delle scelte politiche, i cosiddetti stakeholders.
Il presente volumetto nasce proprio come un’indagine sull’energia nucleare da parte di chi vuol farsi un’idea senza essere un esperto sul tema, pur possedendo comunque gli strumenti di un buon laureato. La prospettiva di partenza, come il lettore potrà osservare, è neutrale e senza preconcetti: si cercano le fonti, le si analizza e le si confronta. Solo così si può rispondere alla questione se il rinnovato favore verso il nucleare provenga solo da una sorta di infatuazione, che persiste pur di fronte ai suoi limiti – un amore cieco che ci fa dire "bello anche se fa male" –, o poggi piuttosto su solide basi.
Introduzione
«Noi nucleari proponiamo un patto col diavolo: possiamo
fornire energia a condizione che le società future assicurino
una stabilità politica e istituzioni quali mai si sono
avute finora»
Alvin Weinberg, fisico nucleare
La necessità di mantenere gli impegni assunti con il Protocollo di Kyoto tra il 2008 e il 2012, il crescente fabbisogno energetico e la vulnerabilità derivante dalla dipendenza dal petrolio hanno portato negli ultimi anni a riconsiderare l’opzione nucleare per l’approvvigionamento energetico.
Nel maggio 2008 così dichiarava il ministro dello sviluppo economico, Claudio Scajola: "È tempo di tornare a investire nell’energia nucleare. … Solo gli impianti nucleari consentono di produrre energia su larga scala, in modo sicuro, a costi competitivi e nel rispetto dell’ambiente". Sembra giunto, dunque, anche per l’Italia il tempo di quello che alcuni definiscono "rinascimento nucleare".
Tuttavia, a giudicare dall’intensità con cui sostenitori e detrattori dell’energia nucleare dibattono, non è un ritorno così scontato, soprattutto se si considera che l’energia nucleare è già stata presentata e immaginata come panacea energetica, finendo poi per rivelarsi, se non deludente, quanto meno ben al di sotto delle attese. "Già negli anni Cinquanta – ricorda Luigi De Paoli, già direttore del Centro per le ricerche economiche e le politiche sull’energia e l’ambiente Iefe- Bocconi –, quando si costruivano i primi reattori, si prevedeva che nel giro di qualche decennio gran parte dell’energia elettrica sarebbe stata prodotta per via nucleare. Nel periodo degli entusiasmi iniziali, mentre si costruivano vari prototipi di reattori nucleari a fissione, si studiavano e si mettevano in cantiere anche i reattori autofertilizzanti e i reattori a fusione, destinati a restringere sempre più i vincoli posti dalle risorse naturali alla disponibilità di energia. Come sappiamo oggi, la storia è andata diversamente. Le aspettative di una rottura rapida e definitiva del paradigma energetico attraverso l’energia nucleare non si sono realizzate".
Se da un lato, dunque, si rincorrono le lodi all’economicità, alla sostenibilità ambientale, all’indipendenza degli approvvigionamenti che deriverebbe dall’impiego di energia nucleare, altrettante voci si levano dal canto opposto per contestarle. Risulta quindi difficile farsi un’idea esatta del problema.
Questo libro nasce da qui, dal desiderio di comprendere e formarsi un’opinione. Ho tentato di delineare un quadro generale dell’attuale situazione, facendo riferimento ad alcuni fra i contributi della vastissima letteratura sull’argomento e consapevole dell’impossibilità di esaurire, in un volumetto, tutti gli aspetti di una materia così vasta.
Per prima cosa traccio una breve panoramica del parco reattori mondiale, funzionante e in via di realizzazione. Passo poi ad analizzare singolarmente alcuni aspetti cruciali del discorso sull’energia nucleare così come delineati da un recente studio del Massachusetts Institute of Technology (Mit), The Future of Nuclear Power, secondo il quale le ragioni del mancato affermarsi di questa tecnologia nelle proporzioni prospettate all’inizio sono da ricercare in quattro problemi, tuttora irrisolti, che la contraddistinguono, ossia:
1. condizioni economiche sfavorevoli;
2. percezione di effetti negativi in termini di sicurezza, ambiente e salute;
3. rischio di proliferazione;
4. difficoltà di gestione e smaltimento delle scorie.
E questo, senza neppure inoltrarmi nella questione del ruolo delle grandi multinazionali, dei grossi consorzi e degli importanti interessi in gioco nell’attuale riproposizione dell’energia nucleare.
Prima di avanzare alcune riflessioni conclusive e dopo aver considerato le ricadute sulla salute, esamino in breve il quadro presente del nostro paese, il quale, dopo aver deciso con il referendum del 1987 di abbandonare l’energia nucleare e spegnere i quattro reattori allora in funzione, sembra tornare sui suoi passi e prepararsi a una seconda stagione nucleare.
EMI Editrice Missionaria Italiana
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