Slow page dei Missionari della consolata

Non abbiate timore di alimentare la vostra speranza

PRIMA PREGHIERA IN PREPARAZIONE ALLA GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTU’.

Nel cammino che ti avvicina alla GMG di Madrid sei chiamato a preparare lo zaino della tua vita. Non avere paura di alimentare troppo la tua speranza, non avere paura di lasciare emergere la tua disperazione, affidale entrambe a Dio.

CANTO ALLO SPIRITO

GUIDA:
Nel cammino che ti avvicina al grande incontro internazionale della Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid, così come nel cammino che compi quotidianamente, sei chiamato a preparare lo zaino della tua vita dentro il quale sistemare le gioie e le sofferenze, le speranze e le disperazioni, gli slanci e le pigrizie che ti rendono ciò che sei.
Non avere paura di alimentare troppo la tua speranza, non avere paura di lasciare emergere la tua disperazione, affidale entrambe a Dio.

LETTORE 1:
Tu sei testimone e vivi sulla tua pelle lo smarrimento che segna le nostre società, con i risvolti dolorosi della solitudine e della violenza, dell’insoddisfazione e della perdita di fiducia che non raramente portano nella disperazione. Tu senti la crisi di speranza che ti accerchia in contesti socio-culturali privi di certezze, di valori e di solidi punti di riferimento. Tu forse ti trovi ad affrontare difficoltà che appaiono superiori alle tue forze. Forse ti senti ferito dalla vita, alienato, respinto.

Video: “Quanto tempo ho” di Baglioni.
Qui c’è ogni giorno una partenza
ma non aspetto più un arrivo
e intanto vivo un’esistenza
senza data di scadenza su
così ho finito la speranza
quando il mio punto esclamativo
piegò la schiena come un’ansa
e interrogativo diventò
quanto tempo ho
per dire io chi sono o chi fui io
per correre a vedere chi sarò
tra l’obbligo e l’oblìo
giocattolo di un dio
col nome e il numero
io sono quel gabbiano in gabbia
che piange lacrime di vetro
acqua lasciata sulla sabbia
che tornare al mare più non può indietro
quanto tempo ho
per la mia buonuscita prima o poi
da questa vita o manca ancora un po’
in fila coi vassoi
davanti ai pisciatoi
c’è da aspettare o no
per quando tocca a noi
che siamo comici che piangono
pubblici che non ridono
che siamo angeli che imprecano
e demoni che pregano
quanto tempo ho
per chiedere di avere un giorno in più
che è pure un giorno in meno che io avrò
per spegnermi quaggiù
con occhi da Gesù
buttati al cielo
quanto tempo ho
per vivere di questa malattia
di vivere e morire io non so
prima che tutto sia
e vivo l’agonia
di quanto tempo ho

LETTORE 2:
Insieme a te, sono molti i respinti e gli esclusi nel mondo, gli affaticati e gli oppressi, i mendicanti di speranza. La guerra e la fame, lo sfruttamento dell’uomo e del suolo, l’anonimia delle strutture di violenza e le ingiustizie plateali e impunite vanno a ingrossare l’enorme calcolo aritmetico di sottrazione di vita, di sottrazione di fiducia, di riduzione di senso.
L’esperienza umana dimostra che le qualità personali e i beni materiali non bastano ad assicurare quella speranza di cui l’animo umano è in costante ricerca. In ogni epoca, e forse maggiormente nella nostra, è forte la tentazione di cercare la realizzazione della grande speranza nella politica, nella scienza, nella tecnica, nell’economia ed in ogni altra risorsa materiale. E’ facile nel nostro tempo invaghirsi delle grandi potenzialità di questi ambiti dell’agire umano e dell’organizzazione sociale, e soprattutto nella giovinezza, quel tempo pieno di aspettative che tu vivi, nutrito di ideali, di sogni, di progetti, e pieno di domande profonde…

LETTORE 1:
Perché sono sulla terra? che senso ha vivere? che sarà della mia vita? come raggiungere la felicità? perché la sofferenza, la malattia e la morte? che cosa c’è oltre la morte?
Questi interrogativi diventano pressanti quando ti misuri con ostacoli che a volte sembrano insormontabili: difficoltà negli studi, mancanza di lavoro, incomprensioni in famiglia, crisi nelle relazioni di amicizia o nella costruzione di un’intesa di coppia, malattie o disabilità, carenza di adeguate risorse come conseguenza dell’attuale e diffusa crisi economica e sociale. Ti domandi allora: dove attingere e come tener viva nel cuore la fiamma della speranza?

SEGNO:
Ciascun giovane scrive su un foglietto una propria ferita, una propria “disperazione”, una propria aspirazione esistenziale profonda che non crede possibile realizzare. Ogni giovane piega il foglio scrivendoci sopra il proprio nome e, alzandosi, va a riporre il proprio foglietto in una cesta sull’altare.

LETTORE 3:
Dagli atti degli apostoli (9,1-9).
Saulo frattanto, sempre fremente minaccia e strage contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco al fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme uomini e donne, seguaci della dottrina di Cristo, che avesse trovati.
E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all’improvviso lo avvolse una luce dal cielo e cadendo a terra udì una voce che gli diceva: "Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?".
Rispose: "Chi sei, o Signore?". E la voce: "Io sono Gesù, che tu perseguiti! Orsù, alzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare".
Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo la voce ma non vedendo nessuno.
Saulo si alzò da terra ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla. Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damasco, dove rimase tre giorni senza vedere e senza prendere né cibo né bevanda.

GUIDA:
A te che senti ardere nel cuore il desiderio di amore vero e di autentica felicità, che sei in cerca di una salda speranza, il papa Benedetto XVI rivolge le stesse parole che San Paolo indirizzava ai cristiani perseguitati nella Roma di allora: “Il Dio della speranza vi riempia, nel credere, di ogni gioia e pace, perché abbondiate nella speranza per la virtù dello Spirito Santo” (Rm 15,13) e ti invita a cercare in Cristo Gesù, il Signore, la vera Vita per divenire testimone credibile della speranza cristiana come Paolo.

LETTURA SILENZIOSA:
Trovandosi immerso in difficoltà e prove di vario genere, Paolo scriveva al suo fedele discepolo Timoteo: “Abbiamo posto la nostra speranza nel Dio vivente” (1 Tm 4,10). Come era nata in lui questa speranza? Per rispondere a tale domanda dobbiamo partire dal suo incontro con Gesù risorto sulla via di Damasco. All’epoca Saulo era un giovane di circa venti o venticinque anni, seguace della Legge di Mosè e deciso a combattere con ogni mezzo quelli che egli riteneva nemici di Dio (cfr At 9,1). Mentre stava andando a Damasco per arrestare i seguaci di Cristo, fu abbagliato da una luce misteriosa e si sentì chiamare per nome: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?”. Caduto a terra, domandò: “Chi sei, o Signore?”. E quella voce rispose: “Io sono Gesù, che tu perseguiti!” (cfr At 9,3-5). Dopo quell’incontro, la vita di Paolo mutò radicalmente: ricevette il Battesimo e divenne apostolo del Vangelo. Sulla via di Damasco, egli fu interiormente trasformato dall’Amore divino incontrato nella persona di Gesù Cristo. Un giorno scriverà: “Questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me” (Gal 2,20). Da persecutore diventò dunque testimone e missionario; fondò comunità cristiane in Asia Minore e in Grecia, percorrendo migliaia di chilometri e affrontando ogni sorta di peripezie, fino al martirio a Roma. Tutto per amore di Cristo.

SILENZIO

TUTTI A CORI ALTERNI:
SALMO 23.
Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla;
su pascoli erbosi mi fa riposare
ad acque tranquille mi conduce.

Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino,
per amore del suo nome.

Se dovessi camminare in una valle oscura,
non temerei alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici;
cospargi di olio il mio capo.
Il mio calice trabocca.

Felicità e grazia mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
e abiterò nella casa del Signore
per lunghissimi anni.

LETTORE 2:
Per Paolo la speranza non è solo un ideale o un sentimento, ma una persona viva: Gesù Cristo, il Figlio di Dio. Il “Dio vivente” è Cristo risorto e presente nel mondo. E’ Lui la vera speranza: il Cristo che vive con noi e in noi e che ci chiama a partecipare alla sua stessa vita eterna. Se non siamo soli, se Egli è con noi, anzi, se è Lui il nostro presente ed il nostro futuro, perché temere? La speranza del cristiano è dunque desiderare “il Regno dei cieli e la vita eterna come nostra felicità, riponendo la nostra fiducia nelle promesse di Cristo e appoggiandoci non sulle nostre forze, ma sull’aiuto della grazia dello Spirito Santo”.

LETTORE 1:
Come un giorno incontrò il giovane Paolo, Gesù vuole incontrare anche te. E come puoi incontrarlo, oggi? O piuttosto, in che modo Egli si avvicina a te? La Chiesa ci insegna che il desiderio di incontrare il Signore è già frutto della sua grazia. Quando nella preghiera esprimi la tua fede, anche nell’oscurità già Lo incontri perché Egli si offre a te. La preghiera perseverante apre il cuore ad accoglierlo, come spiega sant’Agostino: “Il Signore Dio nostro vuole che nelle preghiere si eserciti il nostro desiderio, così che diventiamo capaci di ricevere ciò che Lui intende darci” (Lettere 130,8,17). La preghiera è dono dello Spirito, che rende uomini e donne di speranza, e pregare tiene il mondo aperto a Dio.

PREGHIERE SPONTANEE.

LETTORE 2:
Se ti nutri di Cristo e vivi immerso in Lui come l’apostolo Paolo, non puoi non parlare di Lui e non farlo conoscere ed amare da tanti altri amici e coetanei. Diventato suo fedele discepolo, sarai così in grado di contribuire a formare comunità cristiane impregnate di amore come quelle di cui parla il libro degli Atti degli Apostoli. La Chiesa conta su di te per questa impegnativa missione: non ti scoraggino le difficoltà e le prove che incontri. Sii paziente e perseverante, vincendo la tua naturale tendenza alla fretta e al volere vedere risultati subito.
Come Paolo, testimonia il Risorto! Fallo conoscere a quanti sono in cerca della “grande speranza” che dia senso alla loro esistenza. Se Gesù è la tua speranza, dillo anche agli altri con la tua gioia e il tuo impegno spirituale, apostolico e sociale.
Abitato da Cristo, diffondi questa speranza intorno a te e in tutto il mondo. Fa’ scelte che manifestino la tua fede; coltiva l’amore per il prossimo e sforzati di porre te stesso e le tue capacità umane e professionali al servizio del bene comune e della verità, sempre pronto a rispondere “a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi” (1 Pt 3,15).
Il cristiano autentico non è mai triste perché la presenza di Gesù è il segreto della sua gioia e della sua pace.

GUIDA:

La parte di te che hai scritta e affidata al Signore adagiandola sull’altare, ora il Signore te la restituisce trasformata da peso disperante e senza senso, a peso condiviso con Lui, illuminato di speranza, e con esso, e con tutto il bello ed il brutto di te stesso ricapitolato in Lui, vieni mandato alla tua missione sulle strade del mondo.

SEGNO:
La guida ponendosi accanto all’altare e prendendo i foglietti chiama uno per uno i giovani leggendone il nome e restituendo a ciascuno il proprio.

Nel nostro sforzo per la realizzazione del Regno, e nel nostro cammino spirituale ci accompagna la Vergine Maria, Madre della Speranza. Colei che ha incarnato la speranza di Israele, che ha donato al mondo il Salvatore ed è rimasta, salda nella speranza, ai piedi della Croce, è per noi modello e sostegno.
Soprattutto, Maria intercede per noi e ci guida nel buio delle nostre difficoltà all’alba radiosa dell’incontro con il Risorto.
“Tu che nell’instabilità continua della vita presente, ti accorgi di essere sballottato tra le tempeste più che camminare sulla terra, tieni ben fisso lo sguardo al fulgore di questa stella, se non vuoi essere spazzato via dagli uragani. Se insorgono i venti delle tentazioni e ti incagli tra gli scogli delle tribolazioni, guarda alla stella, invoca Maria … Nei pericoli, nelle angustie, nelle perplessità, pensa a Maria, invoca Maria… Seguendo i suoi esempi non ti smarrirai; invocandola non perderai la speranza; pensando a lei non cadrai nell’errore. Appoggiato a lei non scivolerai; sotto la sua protezione non avrai paura di niente; con la sua guida non ti stancherai; con la sua protezione giungerai a destinazione” (San Bernardo, Omelie in lode della Vergine Madre, 2,17).
Maria, Stella del mare, sii tu a guidare i giovani del mondo intero all’incontro con il tuo Figlio divino Gesù, e sii ancora tu la celeste custode della loro fedeltà al Vangelo e della loro speranza.

CANTO A MARIA

NDR: gran parte dei testi di GUIDA e LETTORI ricalca il testo del Messaggio per la GMG 2009 del papa Benedetto XVI.
 

Luca Lorusso

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