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Pentecoste. Entra lo spirito e rivivi

Dal profeta Ezechiele, suggestioni di Pentecoste. «Ecco, da una moltitudine di ossa disseccate è sorto un popolo».

Foto in CC da specialKO_flickr.com

Ti trovi in esilio da anni oramai. Della tua dimora lontana non rimane che polvere. E della tua gente un resto affaticato e disgregato. «Le nostre ossa sono inaridite, la nostra speranza è svanita» (cfr Ez 37, 1-14), dicono i tuoi, lasciando cadere le parole della loro bocca come semi su una terra sterile. Non è costretto al confino solo il loro corpo, ma la vita. E ti accorgi di essere anche tu, come gli altri, attratto dal sepolcro. Nonostante il tuo nome, Ezechiele, che vuol dire «Dio rende forte», ti senti stremato dal seguire il tuo desiderio profondo che ha smarrito la via della sua fonte.

Quando alzi lo sguardo dal suolo, ti accorgi che la mano del Signore è sopra di te. Ti porta fuori dal sepolcro nel quale vorresti chiuderti e ti depone in una pianura piena di ossa. Ti fa passare accanto a esse e tu le osservi. Sono molte, tutte inaridite. «Figlio dell’uomo, potranno queste ossa rivivere?», ti senti domandare, e non sai cosa rispondere. Non ti senti però inadeguato: c’è accoglienza in quella voce che lentamente ti scalda il cuore. «Profetizza su queste ossa e annunzia loro: “Dice il Signore Dio: ‘Ecco, io faccio entrare in voi lo spirito e rivivrete, e saprete che io sono il Signore’”». Tu fai come ti dice la voce e, mentre profetizzi, ecco, le ossa si riuniscono e vengono ricoperte di carne, e di fronte a te una moltitudine di corpi riprendono forma. Poi il Signore t’invita: «Profetizza allo spirito e annunziagli: “Dice il Signore Dio: ‘Spirito, vieni dai quattro venti e soffia su questi morti perché rivivano’”». Tu profetizzi come ti comanda il Signore e lo spirito entra in essi, ed essi ritornano alla vita e si alzano in piedi. Ecco, da una moltitudine di ossa disseccate è sorto un popolo.

La mano del Signore scende di nuovo su di te e ti riprende. Ti riporta in te, nel tuo esilio, nei pressi del tuo sepolcro, di fronte alla tua gente che vaga senza fiducia. E il Signore ti dice: «Profetizza loro e annunzia: “Dice il Signore Dio: ‘Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi risuscito dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riporto nella vostra dimora. Faccio entrare in voi il mio spirito e rivivete. Riposate sul mio cuore, così oggi stesso saprete che io sono il Signore’”». Tu ti guardi attorno. È grande il numero dei tuoi fratelli scoraggiati. È profonda la dispersione che frammenta la loro unità. Sono innumerevoli le lingue in cui parlano. Ti alzi in piedi: entra in te lo spirito e rivivi. Dio rende forte il tuo cuore. Il suo spirito arriva dai quattro venti, e ai quattro venti affiderà la Parola pronunciata dalla tua bocca. Ti allontani dal tuo sepolcro, le tue ossa non ricordano più l’aridità. Ti metti in cammino.

Buona Pentecoste, la festa dello spirito, da amico
Luca Lorusso

Leggilo, scaricalo, stampalo da MC maggio 2018 sfogliabile.

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