Slow page dei Missionari della consolata

Un mattone per la missione

Ecco il nuovo progetto: Amico Messico Un mattone per la missione dedicato alla creazione di spazi e strutture per i missionari e le attività pastorali.
Sostieni anche tu quest’iniziativa. Versa un contributo tramite il bollettino allegato alla rivista, specificando la seguente causale: AMICO. Progetto Messico, un mattone per la missione.


 

 

Per info su come fare, CLICCA QUI.

Carissimi amici,
mi auguro che stiate bene e sempre con la speranza viva nel cuore. Sono padre Alessandro Conti, nativo di Lecco, Missionario della Consolata in Messico, e vi scrivo per chiedervi un appoggio per la nostra missione.
Il nostro Istituto è giunto in Messico nel 2008, con una prima presenza nella periferia di Guadalajara, la seconda città del paese per numero di abitanti, circa sette milioni di persone considerando tutta la zona metropolitana. Attualmente i missionari della Consolata contano nel paese tre comunità: una parrocchia nello stato del Chiapas, una comunità formativa a Guadalajara e un’altra comunità ai margini di Guadalajara, in zona rurale. Quest’ultima è la comunità cui si riferisce il progetto.
Le due comunità di Guadalajara non reggono parrocchie allo scopo di essere più presenti tra «i lontani». In questi anni infatti la nostra missione si è realizzata soprattutto attraverso la presenza semplice, l’accoglienza, l’ascolto e l’accompagnamento personale di quanti incontriamo.
Inoltre, con l’aiuto di un’équipe di psicologi, psicoterapeuti, e altri professionisti, stiamo cercando di attuare anche qui lo spirito e la pratica della Fundación para la Reconciliación, esperienza molto feconda nata in Colombia da un nostro confratello, padre Leonel Narváez e in via di diffusione in diversi paesi dell’America Latina.

Una casa per essere presenti
All’arrivo nel 2008, la nostra prima comunità ha vissuto per cinque anni in una casa di campagna, prestataci da una famiglia amica, poco fuori dal villaggio di San Antonio de Juanacaxtle che si trova all’estrema periferia di Guadalajara, in zona rurale. La casa aveva problemi seri nella struttura, nell’impianto elettrico, nell’approvvigionamento di gas e acqua. Dopo un sopralluogo di alcuni esperti nel 2013, la comunità l’ha dovuta lasciare per il pericolo di un crollo. Ora vive in un’altra casa, anch’essa prestataci da una persona del villaggio. Nel frattempo però abbiamo ricevuto in dono un terreno per costruire una casa meno isolata, e la gente di San Antonio ha promesso di aiutarci a realizzarla. Il costo è di circa 75.000 euro. Già il nostro Istituto ci sta appoggiando con una quota importante. Noi abbiamo realizzato lotterie, e altre iniziative, tra cui una campagna presso la parrocchia italiana Madonna della Rovinata di Lecco. Ciò che chiediamo ai lettori di Amico è un aiuto per raccogliere ciò che manca.
Pensavamo di far partecipi le persone con l’acquisto simbolico di mattoni. Ogni offerta di 2 euro ne rappresenta uno. Il sogno è di poterne raccogliere 5.000. Il contributo di ciascuno sarà importante: pochi o molti che siano i mattoni donati, sarà un gran regalo.

Accompagnando ogni fase di vita
In accordo con la gente del villaggio, abbiamo deciso di utilizzare il terreno che ci è stato donato, non solo per la casa dei missionari, ma anche per costruire un salone multi-funzionale per attività con adolescenti e giovani, che in questi villaggi hanno pochi spazi in cui socializzare in modo sano, e sono quindi spesso facili prede di droga e alcool. Il salone verrà costruito grazie all’aiuto di una Ong del Canada. La nostra gente ci ha chiesto inoltre di poterlo utilizzare anche come sala funeraria quando vi fosse la necessità. Dovete sapere infatti che qui, quando una persona muore, la famiglia, i parenti e le persone del villaggio (per lo meno due o tre rappresentanti per famiglia) vegliano tutta la notte il defunto, poi per nove giorni dopo il funerale, alla sera, il villaggio partecipa alla preghiera del rosario, e la famiglia offre sempre bevande e cibo. Dato che San Antonio conta circa 1500 abitanti, si radunano dalle 50 alle 200 persone per volta, e non tutte le famiglie hanno lo spazio per accoglierle. È per questo che è nata l’idea di questa ulteriore funzione del salone.

Il nostro sogno
Con l’aiuto della gente già abbiamo iniziato a costruire il muro di recinzione e tra poco inizieremo a costruire anche un deposito per l’acqua. Qui generalmente da ottobre a giugno non piove.
Le persone del villaggio ci stanno aiutando economicamente con una raccolta di offerte settimanali volontarie, ma il costo è alto, e quindi i lavori vanno a rilento.
Il nostro sogno è che da qui a un anno possiamo realizzare il pozzo e la recinzione grazie all’aiuto del villaggio, il salone multi-uso grazie alla Ong canadese di cui ho scritto sopra, e la casa per i missionari grazie anche a voi.
Che il Signore vi benedica e vi sorrida.
Buon mese missionario vissuto in pienezza e in profondità, riscoprendo l’amore «matto» di un Dio che non si stanca di volerci bene nonostante le nostre debolezze, lentezze e la nostra miopia d’amore.

Alessandro Conti
IMC Messico

di Alessandro Conti

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