Schema per una giornata di animazione missionaria sul tema del dono legato a quello dell’acqua.
La vita, secondo la logica del dono, diventa «in Lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna».
Il tema scelto collega il valore della vita intesa come dono gratuitamente ricevuto da Dio e gratuitamente donato agli altri e il tema dell’acqua, come bene indispensabile per la vita degli esseri umani.
Obiettivi:
• far riflettere i ragazzi sul significato del dono e sul valore di una vita donata per il bene degli altri;
• vivere una giornata in spirito di amicizia e condivisione;
• conoscere esperienze missionarie.
Destinatari: dai 10 anni in su (anche per gruppi molto numerosi).
Durata dell’ incontro: dalle 9,30 alle 16,30.
Materiali: una copia della storia la leggenda del bambù; una copia per ciascun ragazzo delle domande per la riflessione della prima tappa; testo della provocazione da leggere nella seconda tappa; minimo 4 cartelloni; pennarelli; gioco dell’ oca «naomba maji» o altro gioco dell’ oca che abbia come tema l’ acqua.
PROGRAMMA DELLA GIORNATA:
h. 9.30: accoglienza, benvenuto e presentazione della giornata, suddivisione dei ragazzi in 4 gruppi;
h. 10.30-12.30 lavori a gruppo;
h. 12.30-13.30 pranzo al sacco e momento libero;
h. 13.45: testimonianza missionaria;
h. 15.00-15.30 preghiera finale;
merenda e saluti.
La mattinata è strutturata in 4 tappe che si svolgono in luoghi differenti. I gruppi saranno chiamati a percorrere le diverse tappe, ciascun gruppo secondo un ordine diverso. Gli animatori si distribuiranno nei quattro luoghi e presenteranno l’attività ai gruppi che man mano cambieranno.
L’attività in ogni gruppo ha una durata di 30 minuti.
1^ TAPPA: UNA VITA CHE DIVENTA BENEDIZIONE PER GLI ALTRI
L’animatore legge o racconta la Leggenda del bambù (racconto popolare cinese tratto dai materiali preparati in occasione della Giornata in memoria dei Martiri Missionari 2012, http://www.missioitalia.it/download.php).
LA LEGGENDA DEL BAMBÙ
C’era una volta un bellissimo e meraviglioso giardino. Era situato a ovest del paese, in mezzo al grande regno. Il Signore diquesto giardino aveva l’abitudine di farvi una passeggiata ogni giorno, quando il caldo della giornata era più forte. C’era in questo giardino un bambù di aspetto nobile. Era il più bello di tutti gli alberi del giardino e il Signore amava questo bambù più di tutte le altre piante. Anno dopo anno, questo bambù cresceva e diventava sempre più bello e più grazioso. Il bambù sapeva bene che il Signore lo amava e ne godeva. Un bel giorno il Signore si avvicinò al suo albero amato e l’albero, in grande venerazione, chinò la sua testa. Il Signore gli disse: «Caro bambù, ho bisogno di te». Sembrò al bambù che fosse venuto il giorno di tutti i giorni, il giorno per cui era nato. Con grande gioia ma a bassa voce il bambù rispose: «Oh Signore, sono pronto. Fa di me l’uso che vuoi!». «Bambù – la voce del Signore era addolorata – per usarti devo abbatterti»; il bambù fu spaventato, molto spaventato: «Abbattere me, Signore, che hai fatto diventare il più bell’albero di tutto il giardino? No, per favore, no! Usami per la tua gioia, Signore, ma, per favore, non abbattermi». «Mio caro bambù – disse il Signore, e la sua voce era più triste – se non posso abbatterti, non posso usarti». Nel giardino ci fu allora un grande silenzio. Il vento non tirava più, gli uccelli non cantavano più. Lentamente, molto lentamente, il bambù chinò ancora di più la sua testa meravigliosa. Poi sussurrò: «Signore, se non puoi usarmi senza abbattermi, fa di me quello che vuoi e abbattimi». «Mio caro bambù – disse di nuovo il Signore – non devo solo abbatterti, ma anche tagliarti le foglie ed i rami». «Oh Signore – disse il bambù – non farmi questo: lasciami almeno le foglie e i miei rami». «Se non posso tagliarli, non posso usarti». Allora il sole si nascose e gli uccelli ansiosi volarono via, il bambù tremò e disse, appena udibile: «Signore, tagliali!». «Mio caro bambù, devo farti ancora di più. Devo spaccarti in due e strapparti il cuore. Se non posso farti questo non posso usarti». Il bambù non poté più parlare. Si chinò a terra. Così il Signore del giardino abbatté il bambù, taglio i rami, levò le foglie, lo spaccò in due e ne estirpò il cuore. Poi portò il bambù alla fonte di acqua fresca vicino ai suoi campi inariditi. Là, delicatamente, il Signore dispose l’amato bambù a terra: un’estremità del tronco la collegò alla fonte; l’altra la diresse verso il campo arido. La fonte dava acqua, l’acqua si riversava sul campo che aveva tanto aspettato. Poi fu piantato il riso, i giorni passarono, la semenza crebbe e il tempo della raccolta venne. Così il meraviglioso bambù divenne realmente una grande benedizione in tutta la sua povertà e umiltà.
Dopo aver letto la leggenda, l’animatore stimola i ragazzi attraverso alcune domande per comprendere il significato e il messaggio del racconto.
PER RIFLETTERE
•Perché il bambù si sentiva tanto amato dal Signore del giardino?
•Come reagì quando il suo Signore gli disse che aveva bisogno di lui?
•Perché la sua grande gioia iniziale scomparve alle richieste del Signore?
•Cosa, secondo te, alla fine spinge il bambù a sacrificare tutta la sua nobiltà e bellezza per compiacere
il suo padrone?
•E tu, cosa avresti fatto al suo posto? Come puoi donare tutto te stesso per essere benedizione per chi ti circonda?
MESSAGGIO DEL RACCONTO:
Quando era ancora grande e bello e grazioso, viveva e cresceva soltanto per se stesso e amava la propria bellezza. Al contrario ora, nella sua condizione di povertà, è divenuto un canale, che il Signore usa per rendere fecondo il suo Regno.
2^ TAPPA: LA MIA VITA
L’animatore introduce il lavoro di questa tappa leggendo la seguente provocazione (tratta dai materiali preparati in occasione della Giornata in memoria dei Martiri Missionari 2012, http://www.missioitalia.it/download.php), chiedendo ai ragazzi di riflettere sulla propria vita.
«Ho la vita. Sai, Signore, è così normale che non ci penso mai. Eppure non l’ho voluta io: me la sono trovata tra le mani. È una vita strana, un po’ stretta, un po’ larga. È una vita ordinaria, eppure per me unica, eccezionale. È una vita condita da mille talenti ricevuti gratis, che possono nascondere sotto terra o investire nel respiro del mondo. È una vita che incrocia quella degli altri: ogni gesto, ogni parola, ogni desiderio va a toccare un’altra vita rendendola più bella o più brutta. È una vita che vorrebbe essere maiuscola, Vita per sempre. È una vita che ha sentito parlare di Te. Tu, o Dio, l’hai promessa così. A Te possiamo credere, perché ha già fatto il primo passo, riempiendo il nostro zaino di cose belle e di possibilità».
L’animatore invita i ragazzi a completare un cartellone diviso in due colonne. Nella prima colonna si scriveranno le cose o le persone che ognuno considera così importanti da essere disposto a difenderle/salvaguardarle anche a caro prezzo (es. il mio videogame preferito, il cellulare, la famiglia, l’amicizia, …) e nella seconda colonna quale è il caro prezzo che sono disposti a pagare pur di difenderle. Infine l’animatore chiede ai ragazzi di numerare le cose nel loro ordine di importanza.
3^ TAPPA: CERCO ACQUA
In questa tappa, il gruppo viene suddiviso in due squadre a cui verranno assegnati il nome di due villaggi africani che vivono quotidianamente il problema dell’approvvigionamento dell’acqua potabile.
Le squadre sono invitate a recuperare 3 secchi d’acqua attraverso un gioco (simile al gioco dell’oca) che mette in luce come l’acqua sia una risorsa indispensabile alla vita degli esseri viventi, e quanto questo bene non rappresenti un diritto garantito a tutti gli uomini.
Il gioco è una rielaborazione semplificata del kit «Naomba Maji. Cerco Acqua» pubblicato dalla Campagna Nazionale «Acqua: bene comune per l’umanità» (http://www.unimondo.org/Notizie/Naomba-Maji).
4^ TAPPA: IL SOGNO DI MUKIRI
In questa tappa si presenta ai ragazzi la visione del filmato «Missione acqua» che presenta l’opera compiuta da fratel Argese in Kenya con la realizzazione dell’acquedotto. Il video ha una durata di 15 minuti e si trova nel kit «Missione Acqua» elaborato dai Missionari della Consolata. (È possibile trovarlo anche su You Tube cercando: «Acqua un diritto per tutti»).
L’animatore presenta il video con questa breve introduzione (tratta da «Missioni Consolata», marzo 2005 – http://www.rivistamissioniconsolata.it).
IL SOGNO DI MUKIRI
La gente di Tuuru necessita di acqua. E lui si accorge che, nella foresta-montagna del Nyambene, ogni mattina avviene quasi un miracolo: la nebbia notturna si condensa sulla chioma degli alberi e, con il sole, si disperde in mille rivoli sul terreno. Allora ha un’intuizione geniale: scava nel ventre della montagna e, attraverso gallerie, recupera l’acqua in bacini di raccolta. Nasce un acquedotto. Un’opera che, grazie a 270 chilometri di tubazioni, offre acqua a 250 mila persone. Ma il sogno non si esaurisce qui.
Alla fine del filmato l’animatore aiuta i ragazzi a comprendere la straordinaria opera di fratel Argese per dare acqua alla gente, ma soprattutto la straordinaria testimonianza e laboriosità di una vita spesa per il bene degli altri (da più di 50 anni in Kenya).
N.B.: in questa tappa è possibile presentare altre esperienze o progetti concreti sul tema dell’acqua, a seconda delle conoscenze dirette degli animatori.
TESTIMONIANZA MISSIONARIA
Nel pomeriggio viene proposta ai ragazzi la testimonianza diretta di un missionario o missionaria che racconti la sua vocazione e come nella sua vita missionaria abbia messo in pratica l’invito di Gesù ad amare gli altri. La testimonianza può essere supportata da immagini e video che presentino la realtà in cui il missionario o la missionaria ha lavorato.
PREGHIERA CONCLUSIVA
Per concludere la giornata si propone un momento di preghiera (il cui schema puoi trovare cliccando qui). La preghiera può essere sostituita, modificata e arricchita dalla creatività degli animatori.
di Deborah Corti
Deborah Corti
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