Ci soffermiamo brevemente su quello che è l’insegnamento della Chiesa Cattolica circa la storicità della vita di Gesù e del suo insegnamento, facendo riferimento ai testi del Concilio Vaticano II e del Catechismo della Chiesa Cattolica.
La voce del Concilio Vaticano II (Dei Verbum, 17-20)
Uno dei documenti più importanti del Concilio Vaticano II (1962-1965) è la Costituzione Dogmatica Dei Verbum sulla Divina Rivelazione, la quale intende proporre la dottrina sulla divina rivelazione e la sua trasmissione, cioè com’è arrivata fino a noi.
Ecco i paragrafi dedicati ai libri del Nuovo Testamento che sono la fonte più rilevante per la nostra conoscenza su Gesù di Nazareth.
Eccellenza del Nuovo Testamento
La parola di Dio, che è potenza divina per la salvezza di chiunque crede (cfr. Rm 1,16), si presenta e manifesta la sua forza in modo eminente negli scritti del Nuovo Testamento. Quando infatti venne la pienezza dei tempi (cfr. Gal 4,4), il Verbo si fece carne ed abitò tra noi pieno di grazia e di verità (cfr. Gv 1,14). Cristo stabilì il regno di Dio sulla terra, manifestò con opere e parole il Padre suo e se stesso e portò a compimento l’opera sua con la morte, la risurrezione e la gloriosa ascensione, nonché con l’invio dello Spirito Santo. Elevato da terra, attira tutti a sé (cfr. Gv 12,32 gr.), lui che solo ha parole di vita eterna (cfr. Gv 6,68). Ma questo mistero non fu palesato alle altre generazioni, come adesso è stato svelato ai santi apostoli suoi e ai profeti nello Spirito Santo (cfr. Ef 3,4-6, gr.), affinché predicassero l’Evangelo, suscitassero la fede in Gesù Cristo Signore e radunassero la Chiesa. Di tutto ciò gli scritti del Nuovo Testamento presentano una testimonianza perenne e divina.
Origine apostolica dei Vangeli
A nessuno sfugge che tra tutte le Scritture, anche quelle del Nuovo Testamento, i Vangeli possiedono una superiorità meritata, in quanto costituiscono la principale testimonianza relativa alla vita e alla dottrina del Verbo incarnato, nostro Salvatore. La Chiesa ha sempre e in ogni luogo ritenuto e ritiene che i quattro Vangeli sono di origine apostolica. Infatti, ciò che gli apostoli per mandato di Cristo predicarono, in seguito, per ispirazione dello Spirito Santo, fu dagli stessi e da uomini della loro cerchia tramandato in scritti che sono il fondamento della fede, cioè l’Evangelo quadriforme secondo Matteo, Marco, Luca e Giovanni.
Carattere storico dei Vangeli
La santa madre Chiesa ha ritenuto e ritiene con fermezza e con la più grande costanza che i quattro suindicati Vangeli, di cui afferma senza esitazione la storicità, trasmettono fedelmente quanto Gesù Figlio di Dio, durante la sua vita tra gli uomini, effettivamente operò e insegnò per la loro eterna salvezza, fino al giorno in cui fu assunto in cielo (cfr At 1,1-2). Gli apostoli poi, dopo l’Ascensione del Signore, trasmisero ai loro ascoltatori ciò che egli aveva detto e fatto, con quella più completa intelligenza delle cose, di cui essi, ammaestrati dagli eventi gloriosi di Cristo e illuminati dallo Spirito di verità (cf Gv 14,26 ; 16,13), godevano (cf Gv 2,22 ; 12,16). E gli autori sacri scrissero i quattro Vangeli, scegliendo alcune cose tra le molte che erano tramandate a voce o già per iscritto, redigendo un riassunto di altre, o spiegandole con riguardo alla situazione delle Chiese, conservando infine il carattere di predicazione, sempre però in modo tale da riferire su Gesù cose vere e sincere. Essi infatti, attingendo sia ai propri ricordi sia alla testimonianza di coloro i quali « fin dal principio furono testimoni oculari e ministri della parola », scrissero con l’intenzione di farci conoscere la « verità » (cfr. Lc 1,2-4) degli insegnamenti che abbiamo ricevuto.
Gli altri scritti del Nuovo Testamento
Il canone del Nuovo Testamento, oltre i quattro Vangeli, contiene anche le lettere di san Paolo ed altri scritti apostolici, composti per ispirazione dello Spirito Santo; questi scritti, per sapiente disposizione di Dio, confermano tutto ciò che riguarda Cristo Signore, spiegano ulteriormente la sua dottrina autentica, fanno conoscere la potenza salvifica dell’opera divina di Cristo, narrano gli inizi della Chiesa e la sua mirabile diffusione nel mondo e preannunziano la sua gloriosa consumazione. Il Signore Gesù, infatti, assisté i suoi apostoli come aveva promesso (cfr. Mt 28,20) e inviò loro lo Spirito consolatore, il quale doveva introdurli nella pienezza della verità (cfr. Gv 16,13).
Dei Verbum, 17-20
Gesù nel Simbolo degli apostoli (Catechismo della Chiesa Cattolica)
Il Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC) pubblicato nel 1992, trent’anni dopo la chiusura del Concilio Vaticano II, è la «summa» dei contenuti della fede cattolica arricchita dall’insegnamento del Concilio.
Esso contiene la vastità della fede cattolica articolandone il contenuto in quattro parti: il Credo, la sacra Liturgia, con i sacramenti in primo piano, l’agire cristiano, esposto a partire dai comandamenti, ed infine la preghiera cristiana. Ma nel medesino tempo, il contenuto è spesso espresso in un modo nuovo, per rispondere agli interrogativi della nostra epoca.
La parte più antica è la professione di fede (detto anche «il Credo») che espone il contenuto della fede cattolica e che perciò viene solennemente recitata ogni domenica durante la Messa.
Ecco quanto professa riguardo a Gesù Cristo:
186 Fin dalle origini, la Chiesa apostolica ha espresso e trasmesso la propria fede in formule brevi e normative per tutti. Ma molto presto la Chiesa ha anche voluto riunire l’essenziale della sua fede in compendi organici e articolati, destinati in particolare ai candidati al Battesimo. […].
187 Tali sintesi della fede vengono chiamate “professioni di fede”, perché riassumono la fede professata dai cristiani. Vengono chiamate “Credo” a motivo di quella che normalmente ne è la prima parola: “Io credo”. Sono anche dette “Simboli della fede”.
188 La parola greca “symbolon” indicava la metà di un oggetto spezzato (per esempio un sigillo) che veniva presentato come un segno di riconoscimento. Le parti rotte venivano ricomposte per verificare l’identità di chi le portava. Il “Simbolo della fede” è quindi un segno di riconoscimento e di comunione tra i credenti. “Symbolon” passò poi a significare raccolta, collezione o sommario. Il “Simbolo della fede” è la raccolta delle principali verità della fede. Da qui deriva il fatto che esso costituisce il primo e fondamentale punto di riferimento della catechesi.
189 La prima “professione di fede” si fa al momento del Battesimo. […].
194 Il Simbolo degli Apostoli, così chiamato perché è ritenuto il riassunto fedele della fede degli Apostoli. È l’antico Simbolo battesimale della Chiesa di Roma. La sua grande autorità gli deriva dal fatto: “È la professione di fede della Chiesa di Roma, dove ebbe la sua sede Pietro, il primo tra gli Apostoli, e dove egli portò l’espressione della fede comune”
Catechismo della Chiesa cattolica, 186-194
Credo cristologico (CCC 422-682)
Questa è la formulazione che troviamo nel simbolo apostolico riguardo a Gesù Cristo:
“(Credo) in Gesu’ Cristo suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti.”
di Mario Barbero
Mario Barbero
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