Slow page dei Missionari della consolata

Oratorio «Sxa» (Speranza x amicizia)

Per superare emarginazione e sofferenze

Ragazzi della parrocchia della Speranza in visita a Casa Madre
Con il suo nuovo progetto, questa volta Amico vi porta in Italia, a Torino, città del fondatore dei missionari della Consolata. In una delle zone più
multietniche, povere e complicate: Barriera di Milano.
Il progetto Amico oratorio Sxa – dove «Sxa» sta per «Spera», com’è chiamata la parrocchia Maria Speranza nostra, ma anche «speranza x amicizia» -, ha l’obiettivo di rafforzare il servizio dato dai missionari della Consolata nel campo dell’educazione e della prevenzione sociale. In una zona nella quale problemi come emarginazione, microcriminalità, violenza, indigenza sono molto diffusi, i missionari portano ascolto, aiuto e Consolazione.

Barriera di Milano, nella zona Nord del capoluogo piemontese, è un quartiere storicamente segnato dall’immigrazione e dalla marginalità sociale, fin dalla sua origine nella seconda metà dell’Ottocento con il primo sviluppo industriale. Prima piemontesi provenienti dalle campagne, poi italiani di altre regioni, soprattutto del Sud, oggi donne e uomini da tutti i paesi del mondo, principalmente da Africa, America Latina, Asia e dai paesi dell’Est Europa. Attualmente la popolazione straniera del quartiere ammonta a circa il 37%, quasi 2 su 5.

La spera

Qui, dal 2013, i Missionari della Consolata hanno stabilito una delle loro presenze nella parrocchia Maria Speranza Nostra, fondata nel 1929, oggi riferimento per più di 17mila persone.
Seguendo l’esortazione apostolica di papa Francesco, Evangelii Gaudium, qui i missionari vivono l’ad gentes comunicando Gesù Cristo «in una costante uscita verso le periferie […] o verso nuovi ambiti socio culturali […] dove maggiormente mancano la luce e la vita del Risorto».
Fin dall’inizio, uno degli ambiti privilegiati della loro azione è stato quello giovanile, attraverso le attività proposte dall’oratorio.
In un contesto segnato da una forte cifra multietnica, nel quale c’è grande povertà economica, culturale e umana, e una marcata tendenza alla marginalità, è fondamentale offrire uno spazio di incontro e socialità per costruire reti e aiutare le giovani generazioni a non cadere nella microcriminalità, nella droga, nell’abuso di alcool, nella prostituzione, in comportamenti pericolosi per sé e gli altri.

L’oratorio

Il volto dell’oratorio Sxa, leggiamo nel «Progetto missionario parrocchiale», «è fatto di ragazzi, bambini, adulti e anziani di tutti i tipi. È il cortile del quartiere, in quanto credenti, non credenti, indifferenti, ecc., ci passano, lo frequentano, fanno domande, cercano in esso qualcosa. Facciamo missione ad gentes […] attraverso l’accoglienza quotidiana, la gestione delle attività e l’integrazione di tutti, soprattutto le persone più sole e povere e di altre fedi. […] Il cortile è il luogo dell’accoglienza, della consolazione, dell’aiuto, del gioco, dell’aggregazione».
Oltre che nelle attività ordinarie della parrocchia e dell’oratorio, i missionari della Spera sono impegnati anche in un dopo scuola che coinvolge una cinquantina di ragazzi, in interventi di animazione socio-culturale nelle scuole della zona, nel dialogo interculturale e interreligioso, nell’ospitalità temporanea di persone con difficoltà abitativa.

Il progetto

Il progetto «Amico oratorio Sxa» è indirizzato al potenziamento di alcune azioni rivolte ai ragazzi del quartiere e alle loro famiglie.
Si pone l’obiettivo della promozione umana, del successo scolastico, della sensibilizzazione su temi di attualità e di rilievo locale e mondiale, dell’educazione a una sana gestione del tempo libero.
Concretamente si articola in diversi ambiti:

  • oratorio feriale aperto tutti i giorni con attività formative e aggregative;
  • organizzazione di laboratori di danza, musica e teatro con relativi saggi conclusivi;
  • un’attività specifica di dopo scuola dedicata all’accompagnamento per la conclusione della terza media e per i primi mesi del primo anno di superiori;
  • attrezzare un’aula studio con dispositivi digitali;
  • laboratori di cucina, di cucito per i genitori dei ragazzi;
  • attività aggregative e formative per i genitori, in favore di una genitorialità positiva;
  • interventi di educazione civile e ambientale nelle scuole;
  • realizzazione di una mostra multimediale sull’abuso di sostanze rivolta ai ragazzi.

di Luca Lorusso

Leggi, scarica, stampa da MC luglio 2021 sfogliabile.

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