Canto. Dall’aurora
Guida. Torna dicembre e, come tutti gli anni, ci prepariamo al Natale. Ci aspettano riunioni familiari, compere, riti. E poi torneremo alle solite occupazioni della nostra vita programmata e inquadrata.
Ma cosa succederebbe se qualcosa cambiasse i nostri piani? Se incontrassimo un imprevisto sulla nostra via?
Siamo così rassicurati dall’abitudine e dalla tradizione che l’inatteso ci fa paura. Eppure spesso è proprio lì che si manifesta il Signore nelle nostre vite.
Questo Avvento potrebbe offrirci l’occasione di rivalutare gli imprevisti che ci hanno segnato, anche quelli in sé insensati e dolorosi, e di scoprire la ricchezza che, a nostra insaputa, ci hanno donato.
Lettore 1. Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 1,18-25)
«La nascita di Gesù Cristo avvenne in questo modo. Maria, sua madre, era stata promessa sposa a Giuseppe ma, prima che andassero a vivere insieme, si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe, suo sposo, che era uomo giusto e non voleva esporla a infamia, si propose di lasciarla segretamente. Ma mentre aveva queste cose nell’animo, un angelo del Signore gli apparve in sogno, dicendo: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua moglie; perché ciò che in lei è generato, viene dallo Spirito Santo. Ella partorirà un figlio, e tu gli porrai nome Gesù, perché è lui che salverà il suo popolo dai loro peccati”. […] Giuseppe, destatosi dal sonno, fece come l’angelo del Signore gli aveva comandato e prese con sé sua moglie».
Lettore 2. I racconti dell’annunciazione di Matteo e di Luca sono complementari. Mentre Luca ci racconta l’annuncio a Maria, Matteo si concentra su Giuseppe e su Maria si limita ad affermare che era rimasta incinta per opera dello Spirito Santo. Punto. Nessuna spiegazione. È quello che è stato raccontato a Giuseppe, senza rassicurazioni o indicazioni.
Non è difficile immedesimarsi in Giuseppe che si è trovato d’improvviso di fronte a quello che appariva come il tradimento della donna che amava. Quante volte abbiamo vissuto o assistito a licenziamenti, partenze, abbandoni, fallimenti di progetti, incidenti, malattie o perdite inattese? Quanti tradimenti di aspettative profonde?
Lettore 1. Giuseppe rimane un uomo giusto, che non si lascia incattivire dal dolore. Decide di rompere il fidanzamento con Maria nel segreto, senza esporla alla violenza riservata alle adultere. Lo immaginiamo preso in tormenti ed emozioni confuse, affaticato da ripensamenti, notti insonni e preghiere in apparenza inascoltate.
Proprio in questa incubatrice di dubbi il Signore è presente e si manifesta. Invia un angelo a rassicurare e a suggerire i passi successivi. La chiamata è a qualcosa di diverso rispetto ai suoi progetti, a qualcosa di ancora sconosciuto ma che promette di essere più grande.
Lettore 2. La reazione di Giuseppe dice molto della sua fede. Non tutti si fidano degli angeli. Zaccaria, per esempio, non ha creduto alla gravidanza di Elisabetta. Forse aveva lasciato calcificare il suo dolore tanto da impedirgli di fidarsi persino di un messaggero celeste. Anche con Zaccaria non è difficile identificarsi: a volte siamo così radicati nei nostri problemi da affezionarci a essi, da accoglierli nella nostra abitudine dimenticandoci che Dio non dimentica, che sempre può agire in modi imprevisti per cambiare ciò che pensavamo stabilito.
Segno. Ciascuno riceve un cartello stradale a forma di stop sul quale scriverà un evento o situazione inattesa che ha vissuto o sta vivendo.
Canto. Dove tu sei
Lettore 1. Giuseppe crede all’angelo che gli mostra l’esistenza di un piano di Dio per lui. Scopre il desiderio di Dio: che Giuseppe diventi padre di suo figlio Gesù, perché il figlio di Dio erediti la discendenza da Davide.
Proprio l’incubo più doloroso che ciascuno vive può essere in realtà una parte imprevista ma essenziale del progetto che da sempre sogniamo, perché Dio la sogna con noi.
Lettore 2.
«Dimmi, Giuseppe, quand’è che hai conosciuto Maria? […] Ti scriveva lettere d’amore? Forse sì! […] Poi una notte […] ti ha confidato lì, sotto le stelle, un grande segreto. Solo tu, il sognatore, potevi capirla. Ti ha parlato di Jahvè. Di un angelo del Signore. Di un mistero nascosto nei secoli e ora nascosto nel suo grembo. […] Poi ti ha chiesto di uscire dalla sua vita, di dirle addio e di dimenticarla per sempre.
Fu allora che la stringesti per la prima volta al cuore e le dicesti tremando: “Per me, rinuncio volentieri ai miei piani. Voglio condividere i tuoi, Maria, purché mi faccia stare con te”. Lei ti rispose di sì, e tu le sfiorasti il grembo con una carezza: era la tua prima benedizione sulla Chiesa nascente.
[…] Io penso che hai avuto più coraggio tu a condividere il progetto di Maria, di quanto ne abbia avuto lei a condividere il progetto del Signore. Lei ha puntato tutto sull’onnipotenza del Creatore. Tu hai scommesso tutto sulla fragilità di una creatura. Lei ha avuto più fede, ma tu hai avuto più speranza. La carità ha fatto il resto in te e in lei».
(don Tonino Bello, Lettera a San Giuseppe, in Il Vangelo del coraggio, San Paolo, 2003)
Guida. È la carità, l’amore del Signore, che fa il resto. «La scienza gonfia, la carità edifica», diceva san Paolo, «se qualcuno crede di sapere qualcosa, ancora non ha imparato come bisogna sapere» (1Cor 8,2). Quando l’intelligenza non arriva a comprendere, interviene l’amore ad accogliere. Affidiamo quindi all’amore di Dio e alla benedizione di san Giuseppe gli imprevisti delle nostre vite e la volontà di accoglierli nel Suo nome.
Segno. Ciascuno attaccherà una freccia, simbolo di via libera, sullo stop. Sulla freccia scriverà un aspetto positivo dell’imprevisto scritto in precedenza. Dopo aver fatto questo, ciascuno posa il suo stop con la freccia ai piedi dell’altare. Nel frattempo s’intona un ritornello.
Ritornello. Nada te turbe
Pausa di silenzio
Padre nostro
Canto. È tutto vostro e voi siete di Dio
Annarita Leserri
Leggi, scarica, stampa da MC dicembre 2018 sfogliabile.
Annarita Leserri
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