«Ho deciso di fare ricerche accurate» (Lc 1, 3).
Luca mostra un interesse marcato per la storia, sia perchè inquadra la vicenda di Gesù nel contesto della storia del tempo, sia perchè inquadra gli eventi riguardanti Gesù nel disegno salvifico di Dio sull’umanità.
Il Vangelo di Luca, a ogni articolazione degli eventi narrati, mette un’inquadratura storica, collegando la narrazione alla storia contemporanea, sia la d’Israele che del mondo circostante.
L’annuncio della nascita di Giovanni il Battista è inquadrato così: «Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccaria, della classe di Abia, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta» (Lc 1,5). La nascita del del Battista avviene durante il regno di Erode.
La nascita di Gesù a Betlemme ha un collegamento storico col censimento di Quirino, governatore della Siria:
«In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide» (Lc 2,1-4).
Dopo i primi due capitoli sull’infanzia di Gesù, il vangelo di Luca comincia a narrare il ministero di Gesù che ha inizio col Battesimo di Giovanni il Battista. Questa parte centrale del vangelo viene introdotta da un ampio e solenne sincronismo storico molto importante per inquadrare l’attività di Gesù: «Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturea e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell’Abilene, sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia…» (Lc 3,1-2). L’attività di Gesù viene collegata entro coordinate ben precise e conosciute della storia profana sia in Palestina (Erode, Filippo, Lisania) che nell’impero romano (l’imperatore romano Tiberio e il suo rappresentante in Giudea, Ponzio Pilato) e della storia religiosa d’Israele (sommi sacerdoti Anna e Caifa).
Luca non è un ebreo, non è stato un discepolo di Gesù, scrive il suo vangelo soprattutto per i non ebrei e quindi cerca di collegare la storia dell’ebreo Gesù con la storia del mondo circostante. Questo interesse a mettere in luce i collegamenti della storia di Gesù con la storia profana sarà, credo, la motivazione per lui Luca aggiungerà una seconda parte al suo vangelo, gli Atti degli Apostoli che mostrano come, dopo la sua morte e risurrezione, la testimonianza su Gesù si espande «fino ai confini della terra» (At 1,8). Negli Atti si troveranno ancora molti riferimenti alla storia profana, come ad esempio in 18,1: a Corinto Paolo «trovò un Giudeo di nome Aquila, nativo del Ponto, arrivato poco prima dall’Italia con la moglie Priscilla, in seguito all’ordine di Claudio che allontanava da Roma tutti i Giudei» (cf 18,12-13; 23,24; 26,13).
Inoltre Luca porta il suo interesse per la storia di Gesù e dei suoi discepoli a una considerazione più ampia: inquadrarla nel disegno salvifico di Dio sull’umanità. In tal senso egli distingue accuratamente le tappe della storia sacra:
a) L’AT come preparazione e prefigurazione di Gesù Cristo, a quest’età appartiene anche il Battista come ultimo profeta «la Legge e i Profeti fino a Giovanni» (Lc 16,16 a);
b) La storia di Gesù, l’ora in cui si attuano i tempi finali e definitivi, in cui per la prima volta da Cristo è annunciato l’avvento del regno di Dio «e da allora in poi viene annunciato il regno di Dio» (Lc 16,16b);
c) La storia e il tempo della Chiesa, l’età della predicazione del Regno a tutti, non escluso il mondo pagano, perché la Parola, partita da Gerusalemme, deve giungere fino all’estremità della terra. «Nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme» (Lc 24,47).
Dunque la salvezza di Dio ha una storia e si attua con progressione e continuità. Il disegno eterno del Padre prevede un inizio, un punto culminante e un termine finale.
Sotto questa luce, Luca non è solo uno storico ma un teologo della storia.
di Mario Barbero, IMC
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Mario Barbero
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