Per un buon Natale, lo diciamo ancora una volta sulla scia di quanto già scritto per un buon Avvento: «Fermati davanti al Signore Bambino. Non passare oltre».
Nell’ora più calda del giorno Abramo vede comparire di fronte a sé tre stranieri: è Dio che passa davanti alla sua tenda instabile, alla sua dimora imperfetta. «Mio signore, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo» (Gen 18), dice, affrettandosi a offrire acqua, cibo, ombra.
Nell’ora più calda della tua quotidianità instabile, imperfetta, il Signore ti vede comparire di fronte a sé: sei tu, sua creatura amata, che passi veloce, impegnato nella tua dispersione (il gruppo da animare, la preghiera da preparare, la stanza da riordinare, il regalo da comprare, il relax da organizzare, l’amico da consolare…). Ti fermi in un punto, e sei già altrove. Parli al tuo amico e sei già con un altro. Guardi la luna, un lampione, una donna che attraversa la strada, e non ne cogli la bellezza. «Mio signore, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo», dice il Signore, affrettandosi a offrirti acqua, cibo, ombra, desiderando «radunarti» (Is 43, 1-5).
«Non passare oltre. Fermati. Lì dove sei – dove sei? – . Lì ci sono io. Mi sono “fatto carne” apposta per essere lì, dove sei tu, nella tua imperfezione, nel cuore della tua vita. Non passare oltre. Fermati davvero nel tuo gruppo, nella preghiera, nella tua stanza, nel relax, con l’amico, di fronte alla luna. Fermati senza misurare quanto hai prodotto, quali sono i tuoi meriti. Io ti amo a prescindere, nonostante essi. Fermati per scoprire quanto sei bisognoso, non per deprimerti o autocommiserarti, ma per lasciarti servire, per lasciarti amare».
Buon Natale… imperfetto.
Buon Natale… umano.
Buon Natale… semplice.
Buon Natale del Signore.
Di Luca Lorusso
Luca Lorusso
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