Slow page dei Missionari della consolata

25 giugno 1958. Dal Brasile, p. Luigi Luise IMC

Padre Luigi Luise, missionario della Consolata, ritratto in AMICO n.4 del 1958

“Il territorio occupato dalle Riduzioni era estesissimo, tanto da costruire una vera Repubblica indipendente. Le Riduzioni del basso Paranà o “Sette popoli delle Missioni” furono la seconda serie delle “Doctrinae” e “Reduciones” che i Missionari Gesuiti fondarono nell’America del Sud. Un vero “IMPERIUM in IMPERIO”!…”

Dalla Delegazione del BRASILE
Lettera del Padre Luigi Luise

Padre Luise L., fratello di P. Ugo Missionario in Colombia, nacque a Martellago (Venezia) nel 1913 ed entrò studente di ginnasio nella Casa Apostolica di Pederobba il 15 ottobre 1926. Compiuti gli studi e ordinato Sacerdote nel 1938, attese per alcuni anni all’assistenza e insegnamento nelle Case Apostoliche, finché, dopo la guerra, gli giunse, desideratissima l’ubbidienza che lo destinava alla Delegazione del Brasile.
Fu sempre in corrispondenza con Crociata Missionaria e stavolta gli siamo grati delle note interessanti sulle Riduzioni dei Gesuiti.

Erechim 24 Giugno 1958

Carissimi Chierici
Solo oggi posso rispondere alla vostra e ringraziarvi del gentile pensiero e del ricordo che serbate di me. L’opera mia anche se perseguitata e provata va ottimamente perché benedetta da Dio. Penso che tutte le grazie che ricevo sono frutto delle vostre preghiere e dei vostri sacrifici. Dio vi ricompensi!
Sarei anch’io lieto di poter soddisfare il vostro desiderio di relazioni, studi, impressioni sul mio apostolato, ma sapete che il tempo del Missionario è sempre molto limitato. Per questa volta, dato che ho viaggiato in lungo e in largo nel territorio dove un giorno si estendevano le RIDUZIONI DEI GESUITI vi descriverò qualche mia impressione.
Porto Guairà è una cittadina di circa 2.000 abitanti.
Sorge sopra un piccolo rialzo di terreno, dal quale si può contemplare il panorama del Paranà e delle sue famose cascate, della frontiera del Paraguay con il Mato Grosso e dello Stato del Paranà con quello di S. Paolo. Le strade di questa cittadina sono poche ma linde, ben tracciate e fiancheggiate di piante. Le case sono di legno. Un grandioso Hotel accoglie i visitatori e turisti.
Mentre percorro queste vie i miei pensieri sono molti e più ancora le emozioni. Sì, perché io Missionario mi trovo al centro delle antiche Riduzioni Gesuitiche.
Tutti gli etnografi della Valle del Paranà ammettono che il Paraguay sia stato il centro d’irradiazione dei popoli Guarany verso tutta l’America del Sud. Gli indios Guarany erano numerosi, forti guerrieri e sapevano lottare strenuamente per difendere le loro terre. Fu questo popolo che trasmise ai conquistatori la sua storia con tradizioni ed impronte, con usi e costumi e perfino la lingua. Ancor oggi in Paraguay, sebbene la lingua ufficiale sia la spagnola, si parla il Guarany.
Gli indios Guarany, civilizzati e riuniti dai Missionari Gesuiti anche se fallì la parte coloniale del Nord – Ovest del Paranà, tuttavia ebbe esito felice nel Basso Paranà e nella valle del fiume Paraguay e Uruguay. Fu così, che, distrutte le Riduzioni dell’alto Paranà, fondarono i cosidetti “SETTE POPOLI DELLE MISSIONI” nell’attuale Rio Grane do Sul.
È interessante ricordare come i gesuiti poterono penetrare fra gli Indios indomiti e selvaggi, mal disposti verso i bianchi per causa della schiavitù praticata su larga scala. I Missionari li attirarono con la musica, cioè con lo stesso mezzo di cui si servono i “yogis” dell’India per domare i serpenti! …Salivano i fiumi con canoe rudimentali, suonando strumenti a fiato e cantando cantici liturgici e fermandosi di tanto in tanto. Come gli uccelli di S. Francesco, gli Indios avvicinavano questi straordinari uomini del cielo e si lasciavano civilizzare. In breve la “Riduzione” era fondata e migliaia di uomini si organizzavano in regime quasi monastico, sotto la guida dei figli di S. Ignazio. Le “Reductiones” e le “Doctrinae” erano vere città musicanti. Musica alla levata, musica prima di andar a dormire, musica durante il giorno, nelle processioni, nei festini e in tutte le adunanze sociali.
Dopo I’espulsione dei Gesuiti, gli Indios abbandonarono le “Riduzioni”, ritirandosi nella foresta. Però era tale I’inclinazione alla musica che continuarono a coltivarla, cantando in coro, specialmente nei giorni di festa.
I Gesuiti spagnoli, venendo da Asuncion, capitale del Paraguay, penetrarono ovunque, cercando i villaggi degli indios per predicare la Buona Novella. Ai Padri Ortega e Filds toccò catechizzare la regione dominata dal capo “Guairà”. Dopo aver passato alcun tempo tra i selvaggi, P. Ortega ritornò alla Capitale, chiedendo al governatore che proteggesse gli Indios di Guairà dalle incursioni portoghesi. Lo stesso governatore Irala fece un viaggio di esplorazione nella valle del Paranà, anche per veder di poter annettere quel territorio alla corona spagnola.
Nel 1610 i Padri Gesuiti fondarono la Riduzione di N.S. di Loreto, e si sviluppò così bene che rese necessario aggiungerne un’altra dedicata a S. Ignazio, sulle rive del fiume Paranàpanema. E continuando le loro pacifiche conquiste territoriali, si spinsero fino al fiume Tibagì, dando vita alle Riduzioni di S. Francesco Zaverio nel 1623, di S. Michele e S. Giuseppe l’anno seguente, e Incarnacion nel 1627.
Nell’anno 1626 avevano fondato S. Maria vicino alle cascate della Foz dell’Igassù. Lungo il fiume Ivai sorsero altre cinque Riduzioni.
Il territorio occupato dalle Riduzioni era estesissimo, tanto da costruire una vera Repubblica indipendente. Le Riduzioni del basso Paranà o “Sette popoli delle Missioni” furono la seconda serie delle “Doctrinae” e “Reduciones” che i Missionari Gesuiti fondarono nell’America del Sud. Un vero “IMPERIUM in IMPERIO”!…
Certo sarebbe lungo ricordare tutta la storia della Repubblica gesuitica di Guairà, ma giova almeno ricordare l’influenza che il fiume Paranà con le sue cascate ebbe nella fondazione e distruzione della medesima. Scriveva il Padre Sepp: “I nostri Missionari pensano che Dio abbia creato queste cascate e questa parte del fiume incassato e non navigabile per la salvezza dei poveri indios. Infatti, gli Spagnoli, avidi di oro, arrivarono solo fin qui con le loro navi, ma dovettero fermarsi: fino ad oggi non poterono penetrare nel nostro territorio”.
Lo stato autocratico dei Gesuiti dipendeva direttamente dalla Corona di Spagna, alla quale pagava il suo tributo. Questa Repubblica era sorta in piena foresta, come un grande cuneo, fra i domini del Portogallo, Brasile e Spagna. Si trattava di una Repubblica dipendente dalla Spagna in terra Brasiliana dominata dai Portoghesi!
Era logico che non potesse durare, ma che fosse invece causa di lotte e di guerre continue.
Nel 1628, venendo da S. Paolo con 4.000 uomini, i “Bandeirantes” distrussero la “Riduzione” di Incarnazione e negli anni seguenti, S. Ignazio e Loreto subirono la stessa sorte. Più tardi Antonio Raposo Tavares attaccò la capitale Guairà e le altre Riduzioni. Guerre e lotte sempre crudeli e brutali. Tutto fu messo a ferro e fuoco. Dei 100000 Indios, solo 4000 poterono fuggire verso il Sud, abbandonando tutto. Più di 15000 morirono e 60000 furono deportati schiavi. Si pensi che l’eccessivo numero degli schiavi aumentò talmente da ridurne il prezzo da cento a venti cruzeiros.
II Padre Montoya che comandava gli Indios, battendo in ritirata, quando arrivò alle cascate del Paranà, con i fuggitivi, vedendo impossibile continuare la marcia fluviale in piroga, diede ordine di buttare le 300 piroghe nella voragine con Ia speranza di ricuperarle; tentò allora l’impossibile: la marcia per terra, in piena foresta. Morirono quasi tutti di fame e di stenti.
È così che terminò la Repubblica di Guayrà e le storiche “Riduzioni”.
Oggi, dopo tre secoli, restano solo delle rovine sparse e, mi dicono, le tegole dell’antica chiesa che ora in parte coprono il tetto della Cappella di Porto Guayrà, dove io ho celebrato la S. Messa. La cappella attuale fu costruita con pietre intagliate dalla roccia viva del letto del fiume, sotto le cascate, e, per adempiere un voto, furono trasportate esclusivamente dalle donne.
È incredibile che di quella repubblica originale, ricca prospera e pacifica non resti più nulla. Anzi pare visibile il castigo di Dio.
La cupidigia dell’oro chiamò l’attenzione verso Minas Gerais, uno stato del Nord, l’allevamento del bestiame verso il Mato Grosso e la coltivazione del caffè verso lo Stato di S. Paolo. Sembra proprio che la distruzione che costò tanto sangue e tante crudeltà abbia lasciato nella regione sterilità materiale e religiosa.

 

 

 

Cari Confratelli, scrivetemi e mi farete piacere. Salutissimi a tutti e memento ad invicem presso l’Altare.
Vostro Aff.mo in Cristo P.Luigi Luise IMC

Da A.MI.CO. n.4 – 1958

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