Una preghiera di Quaresima per ritornare al Signore.
Canto: Scusa Signore
Guida: Nel corso di questa Quaresima vogliamo aprire un sentiero sul quale camminare per arrivare rinnovati alla Pasqua. Facciamoci accompagnare al raccoglimento e alla riflessione da Osea, il profeta dell’amore che perdona.
Lettore 1: Dal libro del profeta Osea
Ritorna, Israele, al Signore tuo Dio, perché sei caduto per i tuoi peccati. Preparate le
Os 14, 2-3
parole da dire e tornate al
Signore. Ditegli: “Perdona ogni iniquità! Fa’ che ritroviamo la felicità e ti offriamo il frutto delle nostre labbra”.
Lettore 2: Abbiamo bisogno di ritornare «al Signore, nostro Dio». La Quaresima ci offre l’occasione per riconoscere quanto ci siamo allontanati da Lui. Ci sono stati pensieri vorticosi, mancanze negligenti, presenze abusive che hanno messo una distanza tra noi e il nostro Dio. Qualcosa a cui abbiamo dato ascolto nella nostra quotidianità ci ha tirati in basso. Forse facciamo fatica anche a riconoscerci.
Ora, è tempo di tornare. A noi stessi e a Lui.
Lettore 3: Osea ci invita a cercare le parole giuste. Quante volte abbiamo detto una parola di troppo, o abbiamo mandato un messaggio affrettato? E quante volte invece abbiamo taciuto perché non sapevamo che dire? Ecco che la Quaresima si offre come un tempo per cercare le parole adatte, senza fretta, e offrirle al Signore per chiedergli perdono e per chiedergli di indicarci la via della felicità.
Lettore 1: Dal Vangelo secondo Luca
Ed ecco, un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
Lc 10, 25-37
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».
Lettore 2: Il dottore della legge faceva parte della classe sociale istruita e rispettata, a volte insuperbita. La domanda rivolta a Gesù ha il fine di metterlo in difficoltà più che di cercare una risposta. Ma il suo contenuto è interessante: cosa devo fare per ottenere la vita eterna? Per essere felice?
Lettore 3: Gesù non si sottrae: la risposta è nella legge di Mosè che il suo interlocutore conosce bene: ama il Signore Dio tuo con tutto il cuore, l’anima, le forze e la mente, e ama il prossimo tuo come te stesso. A questo punto, però, per giustificarsi e non sembrare uno scolaretto agli occhi dei presenti, il dottore della legge cerca una seconda domanda: «E chi è il mio prossimo?».
Lettore 2: È interessante notare che l’uomo avrebbe potuto chiedere qualsiasi chiarimento sull’amore, sul cuore o sull’anima, ma sceglie invece di chiedere spiegazioni sull’uomo: chi è il mio prossimo? Ancora una volta, nonostante il fine malevolo, la domanda è significativa e Gesù la sfrutta per insegnare qualcosa in più rispetto alla legge di Mosè.
Lettore 3: Gesù non chiede se l’uomo che aveva incontrato i briganti fosse prossimo di qualcuno. Chiede chi degli altri tre si è comportato come prossimo: essere prossimo non è una qualità che riguarda la provenienza geografica o la condizione economica, è piuttosto un’attitudine alla portata di tutti, la capacità di approssimarsi, di avvicinarsi all’altro.
Questo è ciò che ci definisce come persone. Per questo, la legge afferma: ama il prossimo tuo «come te stesso», cioè in qualità di te stesso, in quanto te stesso, essere umano.
Segno: Ciascuno appende su un cartellone un foglietto con una parola o una domanda da rivolgere al Signore.
Canto: Nada te turbe
Guida: Concludiamo la nostra preghiera chiedendo al Signore che illumini le nostre parole affinché siamo capaci di purificarle e offrirgliele.
E quando non troviamo le parole, usiamo quelle che Gesù stesso ci ha insegnato.
Alternando il solista al coro:
Non sei tu il nostro Padre?
Ascoltaci, Signore dell’universo, ascoltaci dall’altezza del cielo, dalle profondità dei mari, dove tu abiti.
(Preghiera Incas, Perù)
Sia santificato il tuo nome.
Amore e simpatia regna nel cielo per Te, la Tua bontà conquista i cuori, e il tuo amore disarma.
(Inno ad Amon, Egitto)
Venga il tuo regno.
O Tu, simile al sole, che brilli eternamente, la cui gloria nessuna potenza può contrastare, effondi la Tua luce su tutta la terra.
(Preghiera al dio Kwan, Giappone)
Sia fatta la tua volontà.
Creatore, Tu sei custode di tutto, custode della foresta, custode degli alberi, custode delle creature.
Tu sei il custode e noi siamo tuoi servi: parlaci e ascolteremo, invitaci e ubbidiremo.
(Canto dei Pigmei, Africa)
Come in cielo così in terra.
A Te l’universo intero che ruota attorno alla terra obbedisce e va ovunque lo spingi. Spontaneamente da Te viene tratto e senza di Te, o Dio, nulla avviene sulla terra.
(Canto ateniese, Grecia)
Dacci il nostro pane quotidiano.
Noi siamo tuoi figli, non guardi tu alla nostra fame? Padre io vengo a te, sospiro a te. Donaci il cibo e le cose onde possiamo vivere!
(Canto dei Boscimani, Africa)
Rimetti a noi i nostri debiti.
Non guardare, o Signore, ai
nostri peccati! Ci purifichi con il tuo soffio, come Tu vuoi!
Che io senta amore per tutti gli esseri, compassione per gli
afflitti della terra, che degli erranti sempre io mi occupi!
Questo degnati di concedermi, o Signore!
(Preghiera Indù, Asia)
Come noi li rimettiamo ai nostri debitori.
E non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Amen.
(Preghiera cristiana al Padre)
Canto: Come tu mi vuoi.
Leggi, scarica, stampa da MC marzo 2020 sfogliabile.
Annarita Leserri
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