I Vangeli tramandano a noi quanto gli Apostoli predicarono e raccontarono ai primi cristiani. Essi parlavano soprattutto di Gesù morto e risorto, non erano preoccupati di fare una sua biografia e un ritratto completo.
Tuttavia bastano anche i pochi cenni dei Vangeli per figurarcelo.
I vangeli dell’infanzia in Matteo e Luca
Il corpo centrale dei quattro Vangeli inizia con il racconto della predicazione di Giovanni il Battista, il precursore di Gesù, ma due Vangeli, Matteo e Luca, iniziano con i racconti dei dell’infanzia.
MATTEO. L’infanzia di Gesù.
1. Origini di Gesù (la genealogia, gli antenati di Gesù) 1,1-17;
2. com’è nato Gesù (Giuseppe ne assume la paternità legale) 1,18-25;
3. Arrivano i magi dall’Oriente 2,1-12;
4. La fuga in Egitto e la strage degli innocenti 2,13-18;
5. Ritorno dall’Egitto e dimora a Nazaret 2,19-23.
Matteo inizia con la genealogia. Per gli Ebrei era molto importante conservare memoria degli antenati. Qui la nascita di Gesù si inserisce nella storia di un popolo, Israele, una storia carica di promesse e speranza ma anche di fragilità e di peccato. Una storia di uomini e donne concreti: patriarchi, sapienti, governanti buoni e ingiusti, lavoratori, schiavi, immigrati e prostitute. Chi si sentirà escluso dalla famiglia di Gesù leggendo questa lista di nomi? Chi non si sentirà chiamato a partecipare al compimento delle promesse del Dio che si fa carne in un membro della famiglia umana?
LUCA: Nascita di Giovanni il Battista e di Gesù.
1. Annuncio della nascita di Giovanni il Battista 1,5-25;
2. Annuncio della nascita di Gesù (annunciazione) 1,26-37;
3. Maria va a visitare Elisabetta 1,38-45 e canta il Magnificat 1,46-56;
4. Nascita e circoncisione di Giovanni il Battista, cantico di Zaccaria 1, 57-79;
5. Vita nascosta di Giovanni Battista 1,80.
6. Nascita di Gesù e visita dei pastori 2,1-20;
7. Circoncisione di Gesù e presentazione al tempio 2,21-38; cantico di Simeone 2,29-32; profezie di Simeone e di Anna 2,33-37;
8. vita nascosta di Gesù a Nazaret 2,38-40;
9. Gesù tra i maestri (dottori) nel tempio 2,41-50;
11. Ancora la vita nascosta di Gesù a Nazaret 2,51-52.
I protagonisti sono persone del popolo: Elisabetta, donna sterile, Maria, una ragazza di Nazaret, gli umili e disprezzati pastori.
Fin dall’inizio del suo Vangelo, Luca mostra come il Signore ha il suo modo di fare la storia: non tramite personaggi importanti secondo il mondo e la società, ma tramite quelli che non contano nulla.
OSSERVAZIONI:
(a) I Vangeli dell’infanzia non sono raccontini romantici ed edificanti, ma «vangelo», cioè annuncio di Gesù, e allora (soprattutto in Matteo) mostrano che sin dall’infanzia Gesù adempie le profezie (dell’Emmanuele Mt 1,23, di Betlemme 2,6, di Rachele 2,18), ed è segno di contraddizione rigettato (Lc 2,35), come anticipo della Passione (Lc 2,7).
(b) Questi capitoli sono stati illustrati con alcune tra le più celebri immagini dei più famosi artisti. Per esempio: l’annunciazione; la visitazione di Maria a Elisabetta; la natività e i pastori; i Magi e la stella; la fuga in Egitto; la strage degli innocenti; la presentazione di Gesù al Tempio; Gesù adolescente tra i dottori.
(c) Uno dei tentativi più riusciti di metterli in immagine filmiche è il Gesù di Nazaret di Franco Zeffirelli. Egli, in un certo senso, racconta alla nostra generazione la storia di Cristo in modo nuovo, cioè rappresenta l’umanità di Cristo in modo da alludere al mistero che in lui è presente. È la sua umanità a esprimere la divinità (Gv 14,9).
Quadro religioso e politico
Il quadro generale del contesto religioso e politico si trova descritto all’inizio della vita pubblica (Lc 3,1-2).
Autorità religiose: Caifa, sommo sacerdote Gv 18,14.24.28; 11,49.
Sette religiose: Farisei Lc 18,10 ss; Sadducei, Mc 12,18 ss; Erodiani, Mc 3,6.12.13.
Autorità civili: Erode il Grande Mt 2,16-19; Erode Antipa, Lc 23,6-12; Pilato: Lc 23,1-5; Gv 18,28; 19,16.
Le origini di Gesù
Una famiglia modesta, originaria di Nazaret, Lc 1,26-27.
Nato a Betlemme «per caso» in occasione del censimento, Lc 2,1-7 (ma secondo Mt 2,6 il profeta Michea 5,2 l’aveva già preannunciato).
Genitori e fratelli: Mt 13,54-56.
Il suo lavoro: Mc 6,3.
La sua pratica religiosa giudaica: pellegrinaggi, Lc 2,41-43; preghiera, Mc 1,35; Lc 6,12; Mc 6,47; frequenta regolarmente («secondo il suo solito») la sinagoga, Lc 4,16.
Gesù è un «laico», non appartiene alla classe sacerdotale («se egli fosse sulla terra, non sarebbe neppure sacerdote, perché vi sono quelli che offrono i doni secondo la Legge» Eb 8,4).
I suoi rapporti freddi coi Sadducei, classe sacerdotale, Mc 12,18-27; cenno «anticlericale» nella parabola del buon samaritano, Lc 10,23-37, il che spiega anche uno dei motivi per cui l’aristocrazia sacerdotale abbia fatto di tutto per far condannare Gesù da Pilato.
Gli anni della sua formazione
Gesù ha passato circa 30 anni della sua vita a Nazaret, una sconosciuta città collinare della Galilea. Di professione era un «tekton» (Mc 6,3), probabilmente carpentiere, sebbene il termine possa significare qualsiasi artigiano.
Giuseppe, padre legale, non compare durante il ministero pubblico (era già morto?).
Sua madre Maria è menzionata, come anche i suoi fratelli (Mc 6,3; Mt 13,55). Anche le sorelle vengono menzionate, ma senza nome.
La maggior parte dei riferimenti che si trovano nei vangeli, indicano che i parenti di Gesù non lo seguirono (Mc 3,31-35; Gv 7,5 sebbene Gv 2,12).
Un accenno di Paolo in 1 Cor 9,5 dice che i fratelli di Gesù erano sposati, mentre nel NT niente di esplicito viene detto riguardo la condizione coniugale di Gesù. Comunque, di fronte a vari riferimenti a suo padre, sua madre, ai fratelli e alle sorelle, il totale silenzio riguardo a un’eventuale moglie può essere preso come indicazione che Gesù rimase celibe.
Questo stato così raro e le beffe di cui probabilmente fu occasione, può essere lo sfondo originario per il detto sugli eunuchi (Mt 19,12).
Educazione formale
Non sappiamo niente sull’educazione formale di Gesù.
I suoi nemici in Gv 7,15 chiedono come Gesù possa conoscere la Scrittura quando non ha studiato formalmente, sebbene questi si riferiscano alla preparazione tecnica nella Legge come la ricevevano gli scribi studiando sotto un maestro riconosciuto. Gesù veniva chiamato «Rabbi» ma questo titolo nel Giudaismo precedente il 70 d.C. era usato in modo ampio.
Lc 4,14-21 presuppone che Gesù sapesse leggere e comprendere l’ebraico della Bibbia. Normalmente Gesù dovrebbe aver usato l’aramaico nella conversazione e nei discorsi, dal momento che quella era la lingua comune dei contadini galilei. Talvolta il greco sarebbe stato usato dai contadini giudei in Galilea per scopi commerciali e Gesù può averne saputo un po’.
In definitiva non c’è niente nella prima parte della sua vita o nella sua formazione che preparasse i suoi concittadini alla sorprendente carriera che egli doveva presto intraprendere: da qui la sorpresa e lo scandalo che lo accolsero al ritorno a casa da un viaggio di predicazione (Mc 6,1-6a).
Suo modo di vita
Gesù viaggia frequentemente dalla Galilea a Gerusalemme (Gv 4,3ss). Fa anche qualche capatina fuori della Palestina, a Tiro e a Sidone (Mt 15,21).
È circondato da alcuni discepoli scelti (Mc 3, 13-19), donne (Lc 8,1-3), le folle (Mc 2,1-3; Gv 6,2).
È un maestro senza laurea (Mc 1,27-28).
Il suo modo di insegnare lo si legge nelle diatribe (Mc 2,1-3.6; 11,27; 12,40), nele parabole (Mc 4; Mt 13; Lc 15), nell’insegnamento privato ai discepoli (Mc 7,17), in incontri personali (Gv 3,1-5; 4,7-26).
Il suo vigore fisico
Si alza presto per pregare: Mc 1,35.
Passa la notte in preghiera: Lc 6,13.
Dopo una giornata di lavoro, prega: Mc 6,47; o va sul lago: Mc 4,35.
Stanco del viaggio, ha sete: Gv 4,6.
Non ha casa: Mt 8,20; non ha tempo per mangiare, Mc 3,20; 6,31.
L’inizio del suo ministero
A un certo punto, nel 28-29 d.C. circa, durante il regno dell’imperatore Tiberio (14-37 d.C.) Gesù è emerso dall’oscurità per ricevere il battesimo da Giovanni il Battista, una figura conosciuta anche attraverso lo storico giudaico Flavio Giuseppe. Asceta severo con alcuni tratti dei profeti dell’AT, specialmente di Elia, il Battista chiamava un Israele peccatore al pentimento e alla purificazione in vista dell’imminente giudizio divino. Alcuni dei primi discepoli di Gesù (Andrea, Giovanni, Pietro, Filippo, Natanaele, Gv 1,35-51) erano stati discepoli del Battista.
Quando Gesù si è messo per conto proprio, inizialmente imitava il Battista nel battezzare (Gv 3,22; 4,1). Ciò può essere stato occasione di qualche rivalità tra il gruppo di Giovanni e quello di Gesù, almeno per il periodo in cui i due ministeri si accavallavano (Gv 3,22-30). Sebbene Gesù continuasse il messaggio di conversione predicato da Giovanni, vi fu uno spostamento importante nell’enfasi: Giovanni aveva messo l’accento sul terribile giudizio imminente e sulla punizione dei peccatori (Mt 3,7-12). Gesù invece mise l’accento sulla gioia della salvezza, già ora operante e che si sarebbe presto compiuta (Lc 4, 16-21).
L’inizio della vita pubblica di Gesù è marcato da due eventi rilevanti: il battesimo ricevuto da Giovanni Battista (Mt 3,13-17) come inaugurazione, avvio della missione messianica: voce dal cielo «questo è il mio Figlio, l’amato», e dalle tentazioni (Mt 4,1-11), la vittoria sul tentatore che cerca di sviare Gesù dalla sua missione suggerendo una via diversa da quella voluta del Padre.
di Mario Barbero
Mario Barbero
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