Il progetto Amico oratorio Sxa ci porta in un quartiere di Torino tra i più complicati, dove padre Nicholas e i missionari della parrocchia Maria speranza nostra hanno l’obiettivo di offrire un contesto di accoglienza sempre più aperto agli ultimi.
Mentre scrivo, uno dei ragazzi che vive con noi (un rifugiato politico del Venezuela) si è appena laureato all’accademia di Torino, mentre un altro, della Nigeria, arriva in camera mia tutto contento per raccontarmi la sua esperienza lavorativa in un’azienda nel cuneese.
Quando dico «vivono con noi», non è un modo di dire: condividono i nostri spazi, mangiano con noi, pregano con noi, collaborano attivamente, ognuno a modo suo, alla gestione della casa parrocchiale dove sono residente con i miei confratelli missionari della Consolata.
Ricevo anche una lettera da suor Angela, missionaria della carità, a cui mi sono rivolto per trovare un lavoro a uno dei ragazzi con caratteristiche particolari. La sister mi scrive «la provvidenza è dalla nostra parte… la signora che ci ha promesso di aiutare il ragazzo del Ghana non vuole più prenderlo con una borsa lavoro ma con un contratto vero e proprio».
Queste sono solo alcune delle decine di storie di ragazzi che sono passati a casa nostra negli ultimi quattro anni. Ragazzi che hanno condiviso la nostra vita per un po’ e che hanno trovato la propria strada, ognuno con i suoi ritmi. Questa è la gioia di ogni missionario: vedere nel volto delle persone il sorriso e la contentezza di aver potuto realizzare la propria vita secondo la volontà di Dio.
Accogliere tutti
L’accoglienza alla «Speranza» (Maria speranza nostra) è a 360 gradi, e non è limitata solamente a chi sta con noi in casa. È rivolta a tutti, ai giovani e ai meno giovani. È rivolta, ad esempio, a un uomo siciliano che, dopo il pensionamento, per alcune vicende difficili, si trova senza casa e senza niente.
Tutti i giorni bussano alla nostra porta tante persone in ricerca anche solo di un pacchetto di biscotti e di latte, persone di ogni tipo, bisognose di consolazione, di ascolto e di concretezza.
Noi doniamo innanzitutto il sorriso e l’ascolto. Poi cerchiamo di andare incontro alle loro esigenze materiali, morali, spirituali.
Anche l’oratorio fa accoglienza: la famiglia disastrata in cerca di un orientamento, il ragazzo bisognoso di compagnia o di una parola buona, o anche solo di divertimento, si affacciano e trovano volti amici.
Amore come antidoto
In un quartiere drammaticamente complesso, dove la criminalità convive con l’onestà e la fede con la disperazione, l’amore diventa l’antidoto, e l’accoglienza lo stile di vita.
Vivendo queste situazioni, noi missionari veniamo «evangelizzati», perché siamo sfidati a seguire Gesù e il suo stile.
Questo è il contesto dentro il quale di inserisce il progetto Amico Oratorio Sxa. L’obiettivo è quello di potenziare e ampliare l’accoglienza, darle continuità in favore di tutti, specialmente i più deboli che bussano alla porta in cerca di un «porto sicuro», lontano dai mari agitati della precarietà, dalle fauci della criminalità organizzata o, semplicemente, dalla condanna a una vita triste e noiosa.
di Nicholas Muthoka
Leggi il lancio del progetto: Oratorio «Sxa» (Speranza x amicizia)
Leggi, scarica, stampa da MC ottobre 2021 sfogliabile.
Nicholas Muthoka
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