Dal 1993 la scuola materna di Modjo accoglie bimbi di diverse etnie e religioni, offrendo un presente di benessere e un futuro di speranza e condivisione. Un progetto di MCOnlus per accogliere anche i più poveri.
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Specificando la causale di versamento: Amico Modjo scuola per tutti.
Dal 1993 i missionari della Consolata sono presenti nella missione di Modjo, in Etiopia. Una delle loro prime opere fu quella di aprire un asilo per i bambini della zona, quasi tutti figli di poveri contadini.
A quel tempo Modjo, che si trova a 70 km a Sud Est della capitale Addis Abeba, era un centro rurale di circa 20mila abitanti. In questi trent’anni la popolazione è raddoppiata e la cittadina sta acquisendo sempre più importanza per via dell’autostrada che la raggiunge, dello sdoganamento dei container che arrivano da Djibouti, e di alcune piccole industrie nella periferia. Ma nonostante ciò la maggior parte della gente rimane legata all’agricoltura di sussistenza.
Un piccolo asilo multietnico e interreligioso
Anche a causa dell’incremento demografico che ha portato l’Etiopia al secondo posto in Africa con 112 milioni di abitanti stimati nel 2019, il nostro piccolo asilo, in questi anni, è cresciuto molto, e oggi accoglie più di 300 bambini.
Tante famiglie, specialmente povere, vorrebbero portare i loro figli al nostro asilo, ma, sia per problemi di spazio che, soprattutto, per le limitate risorse della missione, non possiamo accettarne più del numero attuale.
I piccoli dell’asilo appartengono a etnie diverse, e questo è importante in un paese che per anni è stato governato su basi tribali. Le famiglie sono sia cristiane ortodosse (i cattolici nel paese sono circa l’1% della popolazione) che musulmane, e questo è un elemento educativo importante in quanto l’asilo crea, non solo per i bambini, ma anche per i loro genitori, un’atmosfera di reciproco rispetto e conoscenza e di incontro quando si tratta di prendere decisioni comuni per i loro bambini.
Accogliere i più bisognosi
Un problema che ci sta molto a cuore è il fatto che, a causa delle limitate disponibilità finanziarie, non riusciamo ad accogliere tutti i bambini delle famiglie povere che vorremmo aiutare.
Oggi sono 35 i piccoli ai quali non chiediamo la retta mensile e forniamo il necessario: grembiule, libri, quaderni, matite, materiali didattici vari, merende.
Purtroppo questo diventa sempre più oneroso a causa del costo della vita che aumenta quasi mensilmente.
Il nostro desiderio tuttavia è di poter accettare quanti più bambini bisognosi possibile, e non solo quelli delle famiglie che in qualche modo riescono a pagare la retta, che è la metà di quella richiesta dagli asili privati della zona e che ci permette di pagare gli stipendi degli insegnanti e i materiali di consumo, mentre le spese extra come attrezzature, riparazioni, rinnovo del mobilio, ricadono sulla missione.
Un appello e una speranza
L’asilo, fino all’anno scorso aveva tre classi di lingua Amara con quasi 70 bambini in ogni classe, anche se la capacità di ogni aula è di 40 bambini. Recentemente l’Ufficio governativo che presiede all’istruzione ci ha obbligati ad avviare un’altra sezione in lingua Oromo, pena il ritiro della licenza di scuola materna. Quindi quest’anno abbiamo avviato la sezione di lingua Oromo utilizzando un locale prima adibito alle attività «Montessori». Nel frattempo abbiamo ottenuto dalla Cei un aiuto finanziario per la costruzione di tre aule e presto inizieranno i lavori.
Questo significa che avremo bisogno di acquistare 50 banchi da tre-quattro posti ciascuno.
In più, in ogni classe è prevista la presenza di scaffali per libri, quaderni e materiali vari usati per l’insegnamento dalle maestre.
Abbiamo chiesto dei preventivi: per i 50 banchi in legno e metallo, al costo di 92 euro caduno, il preventivo è di 4.600 euro; mentre per gli scaffali il preventivo si aggira sui 933 euro per ogni classe, per un costo totale di circa 2.800 euro.
Il nostro umile appello è una richiesta d’aiuto per poter continuare a portare avanti l’asilo di Modjo come entità caritativa, e poter aiutare sempre più bambini di famiglie povere.
Il nostro grazie a tutti coloro che vorranno aderire a questa richiesta.
padre Marco Marini, imc
superiore dei missionari della Consolata in Etiopia
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Marco Marini
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