Dal 14 al 18 di agosto, un gruppo di 50 famiglie, circa 200 persone, ha partecipato all’annuale «ritiro famiglie» in Certosa di Pesio.
La famiglia è fonte di tutte le vocazioni. La fede, prima di essere trasmessa dal parroco, è trasmessa dalla famiglia: si parte dalla casa, lì si assume lo sguardo di fede sulla vita quotidiana.
Il ritiro famiglie estivo alla Certosa di Pesio ogni anno coinvolge tante famiglie che vogliono rinnovare la loro vita spirituale e condividere con altre famiglie la fede vissuta nelle diverse esperienze di vita di ciascuna.
I giorni in Certosa sono stati ricchi sia per i genitori che per i figli. Mentre i genitori, infatti, partecipavano ai vari momenti di meditazione, preghiera personale, riflessione, adorazione e messa quotidiani, i figli avevano il loro percorso parallelo animati da alcuni giovani.
Come mi hanno detto le famiglie con cui ho parlato, il ritiro di quest’anno è stato molto intenso e particolare, perché ogni giorno c’era un’esperienza nuova portata da diversi predicatori con temi interessanti e coinvolgenti. Tutti sono stati molto contenti perché hanno avuto l’opportunità di condividere le proprie esperienze di fede, i loro problemi e le loro gioie, con le altre famiglie.
Il tema del ritiro era «Le nozze di Cana: un cammino di discernimento». Partendo dal Vangelo di Giovanni, il primo giorno abbiamo meditato sul primo miracolo di Gesù, il gruppo dei genitori separato da quello dei figli, e quello dei figli diviso a sua volta in due (i ragazzi più grandi e i bambini piccoli).
Ringrazio padre Daniele Giolitti per avermi dato l’opportunità di condividere la riflessione del primo giorno con i giovani: il «vino» di Gesù rallegra il cuore e porta gioia, mentre la mancanza del vino nel banchetto porta la mancanza della gioia nella vita.
Parlando dell’obbedienza di Maria al figlio Gesù, e di quella di Gesù ai genitori, abbiamo riflettuto sulla chiamata rivolta a tutti i figli a vivere l’obbedienza ai genitori, e a tutti i genitori a imparare a loro volta a «obbedire» ai figli. In questo modo possiamo vivere l’amore profondo nelle famiglie.
La presenza di Gesù alle nozze è essa stessa una festa. Il Signore ci invita a scoprire la sua presenza nella nostra vita di ogni giorno. Quando partecipiamo alla messa ci incontriamo con Gesù nella presenza del suo corpo e del suo sangue. Quella è la presenza reale di Gesù alla nostra vita: l’incontro con Gesù è un incontro misterioso. Ci vuole fede per accoglierlo, e se lo accogliamo nei nostri cuori, lui vivrà dentro di noi e noi dentro di lui.
Con l’altro seminarista John e il gruppo di animatori, quando abbiamo fatto la gita al Pian delle Gorre (nelle vicinanze della Certosa) con i ragazzi, condividendo anche il nostro cammino vocazionale.
Ho ricevuto tante testimonianze dalle famiglie che hanno partecipato al ritiro e che ora vedono i frutti di quei giorni di preghiera in Certosa: veramente Gesù, nella gioia e nella pace, fa miracoli in loro e nelle loro vite.
di Matthew Gaithan Kilamlya,
seminarista tanzaniano IMC
Matthew Gaithan Kilamlya
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