Canto: È più bello insieme.
Guida: Sono arrivate le tanto agognate vacanze. Dopo un anno in cui la fretta ha segnato le nostre giornate, i nostri spostamenti, forse anche le nostre scelte, possiamo finalmente prendere fiato. Adesso abbiamo tempo per… Per?
Magari abbiamo programmato le vacanze mesi fa, sappiamo che ci alzeremo tardi e saremo tutti impegnati a non far niente. Ma quanto tempo ci metteremo ad annoiarci?
La verità è che per quanto aspettiamo le vacanze per fuggire i colleghi, i parenti, i coinquilini abbiamo ancora bisogno delle persone. Abbiamo bisogno di amare e di sentirci amati. Queste vacanze potrebbero offrircene l’occasione.
Momento di raccoglimento
Lettore 1: dal Vangelo secondo Luca (Lc 1, 35-45)
«L’angelo rispose a Maria: “Ecco, anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio”. Allora Maria disse: “Ecco la serva del Signore, avvenga per me secondo la tua parola”. E l’angelo si allontanò da lei.
Maria si alzò in fretta e andò verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colma di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che devo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto”».
Lettore 2: La visita di Maria a Elisabetta è strettamente collegata all’annuncio dell’angelo.
In un’epoca priva di telefoni e social media, Gabriele porta l’incredibile notizia di ben due gravidanze credute impossibili, quella di Elisabetta nella sua vecchiaia e quella di Maria nella sua innocenza.
Lettore 3: Maria non si limita a lasciare un like sul post di Elisabetta, né pubblica un «avvenimento importante» sui social. Al contrario, appena ricevuta la notizia, si alza in fretta e va verso una regione montuosa per congratularsi con sua cugina e per annunciarle la propria gravidanza.
Maria avrebbe avuto ottime ragioni per non andare da Elisabetta. Anzitutto aspettava un bimbo anche lei (e da una gravidanza socialmente controversa), poi il viaggio era lungo e faticoso, infine Elisabetta stessa non si aspettava il suo arrivo.
Ma Maria non ci pensa due volte. Prepara i bagagli e parte, affidandosi al Signore più che al buon senso o alle raccomandazioni degli altri che l’avrebbero trattenuta.
Lettore 2: Come era prevedibile, Elisabetta viene colta di sorpresa. Non solo non si aspettava visite, ma non si aspettava la visita della madre del suo Signore (forse con una nota di preoccupazione?).
Ma proprio quella semplice visita, quel convenzionale scambio di cortesia, si è rivelato il primo viaggio di Gesù e ci ha regalato una delle pagine di lode più belle del Vangelo, il Magnificat.
Segno: ognuno pensa a una persona che ha ricevuto una notizia in questi giorni, sia buona che cattiva. Tutti scrivono su un post it una parola che si impegnano a dire a questa persona e l’attaccano su un cartellone a forma di Bla Bla car.
Canto: Dove tu sei.
Lettore 3: Visitare qualcuno, in particolare i malati e i carcerati, è considerata un’opera di misericordia corporale. Nell’anno giubilare della misericordia indetto da papa Francesco nel 2015-2016, qualunque fedele compisse un atto di misericordia spirituale o corporale riceveva l’indulgenza.
Al di là di questo, mettersi in cammino per incontrare qualcuno è lo stile di vita che ci ha indicato Gesù con il suo esempio. Tutto il Vangelo è una storia di viaggi e incontri del Signore, da quello con Elisabetta e Giovanni mentre era ancora nel grembo materno, fino alla salita del Calvario. Possiamo dire che l’incontro è l’essenza stessa della missione.
Guida: Ma come possiamo noi, uomini e donne moderni, adottare l’attitudine all’incontro di Maria nel nostro mondo frenetico? Ci viene in aiuto don Tonino Bello con questo suo scritto.
Lettore 1: «Santa Maria, donna della strada, come vorremmo somigliarti nelle nostre corse trafelate, ma non abbiamo traguardi. Siamo pellegrini come te, ma senza santuari verso cui andare. Camminiamo sull’asfalto, e il bitume cancella le nostre orme. Forzati del camminare, ci manca nella bisaccia di viandanti la cartina stradale che dia senso alle nostre itineranze. E con tutti i raccordi anulari che abbiamo a disposizione, la nostra vita non si raccorda con nessuno svincolo costruttivo, le ruote girano a vuoto sugli anelli dell’assurdo, e ci ritroviamo inesorabilmente a contemplare gli stessi panorami.
Santa Maria, donna della strada, fa’ che i nostri sentieri siano, come lo furono i tuoi, strumenti di comunicazione con la gente e non nastri isolanti entro cui assicuriamo la nostra aristocratica solitudine. Liberaci dall’ansia della metropoli e donaci l’impazienza di Dio. L’impazienza di Dio ci fa allungare il passo per raggiungere i compagni di strada. L’ansia della metropoli, invece, ci rende specialisti del sorpasso. Ci fa guadagnare tempo, ma ci fa perdere il fratello che cammina accanto a noi. Ci mette nelle vene la frenesia della velocità, ma svuota di tenerezza i nostri giorni. Ci fa premere sull’acceleratore, ma non dona alla nostra fretta, come alla tua, sapori di carità».
(don Tonino Bello, Maria donna dei nostri giorni, Paoline, Milano 1993)
Guida: Affidiamo allora a Maria i nostri passi e chiediamo che ci accompagni nel cammino perché, come lei, portiamo Cristo nei nostri incontri.
Canto: Maria llena de gracia.
di Annarita Leserri
Leggi, scarica, stampa da MC luglio 2018 sfogliabile.
Annarita Leserri
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