Slow page dei Missionari della consolata

Luca 12. La preghiera nel terzo Vangelo

Dodicesima e ultima puntata sul Vangelo di Luca.

Più di ogni altro evangelista, Luca ha posto la preghiera al centro del suo Vangelo, da una parte  descrivendo Gesù che prega e dall’altra offrendo in due capitoli (Lc 11 e Lc 18) una sua personale guida alla preghiera, in cui si sofferma in particolare sull’atteggiamento che il cristiano deve assumere pregando.
Il Vangelo di Luca è impregnato di preghiera. La prima e l’ultima pagina descrivono due scene di preghiera nel Tempio di Gerusalemme: l’annuncio della nascita di Giovanni Battista al sacerdote Zaccaria nel Tempio (1,5-22) e i discepoli che, dopo l’ascensione di Gesù, “stavano sempre nel Tempio lodando Dio” (24,50-54).
Le preghiere che sono diventate parte quotidiana della Liturgia della Chiesa: il Benedictus di Zaccaria (1,67-72), il Magnificat di Maria (1,46-55) e il Nunc dimittis di Simeone (2,29-32) ci sono state trasmesse dalle prime pagine del vangelo di Luca.

Gesù prega
Tutti gli evangelisti mostrano Gesù che prega in diverse situazioni e talora da solo. Ma Luca mostra Gesù in preghiera nei momenti più importanti del suo ministero. Gesù prega al momento del battesimo nel Giordano: “Gesù, ricevuto da lui il battesimo, stava in preghiera” (Lc 3,21); dopo una giornata di predicazione: “Egli si ritirava in luoghi deserti a pregare” (5,16); nel contesto dell’elezione dei dodici apostoli: “In quei giorni egli se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno chiamò a sé i suoi discepoli” (6,12); prima della confessione di Pietro: “Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare” (9,18); all’ora della trasfigurazione sul monte: “Mentre pregava il suo volto cambiò d’aspetto” (9,28); quando insegna ai discepoli a pregare: “Gesù si trovava in un luogo a pregare” (11,1); sul monte degli Ulivi alla vigilia della passione: “Cadde in ginocchio e pregava dicendo ‘Padre’”(22,41).
Luca riferisce inoltre le parole di alcune orazioni di Gesù: mentre le parole di Lc 10,21-22 e 22,42 si trovano anche in Mt e Mc, le seguenti si trovano unicamente in Luca: “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno” (23,24) e “Padre nelle tue mani affido il mio spirito” (23,46).

Gesù insegna a pregare
Nel Vangelo di Luca Gesù insegna la preghiera del Padre nostro come risposta alla richiesta dei discepoli che l’hanno visto pregare e vogliono imparare da lui (“insegnaci”): «1 Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: “Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli”. 2Ed egli disse loro: “Quando pregate, dite:

 Padre, 
sia santificato il tuo nome, 
venga il tuo regno;
 3dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
 4e perdona a noi i nostri peccati, 
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
 e non abbandonarci alla tentazione”». (Lc 11,1-4)

Fiducia e perseveranza
Gesù rafforza poi il suo insegnamento sulla preghiera con due parabole che mettono in luce due caratteristiche della preghiera: la fiducia  incondizionata e la perseveranza senza scoraggiamenti: 

«5Poi disse loro: “Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, 6perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, 7e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, 8vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono. 9Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. 10Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. 11Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? 12O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? 13Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!”». (Lc 11,5-13)
Soprattutto Gesù insegna a chiedere senza stancarsi il dono più prezioso: lo Spirito Santo.
Altra caratteristica: la perseveranza, l’insistenza nel pregare “senza stancarsi mai” come fa la vedova di una parabola, simbolo di una donna senza protezione e che pur riesce a far breccia sul giudice potente e senza cuore. «Diceva loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: 2″In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. 3In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. 4Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, 5dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”» (Lc 18,1-5).
Infine Gesù illustra due modi opposti di pregare, quello del fariseo che prega tra sé e si vanta con Dio e quello dell’umile pubblicano che, riconoscendo la sua realtà di peccatore, non osa alzare gli occhi, si batte il petto e ripete umilmente una preghiera semplice: “Abbi pietà di me”. 
«9Disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: 10″Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. 11Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. 12Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. 13Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. 14Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato”» (Lc 18,9-14).
Infine quando gli presentano i bambini perché li tocchi, Gesù illustra un’altra caratteristica della preghiera: la semplicità e la confidenza di un bambino: «
15Gli presentavano anche i bambini piccoli perché li toccasse, ma i discepoli, vedendo ciò, li rimproveravano. 16Allora Gesù li chiamò a sé e disse: “Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno di Dio. 17In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come l’accoglie un bambino, non entrerà in esso” (18,15-17).

Mario Barbero

di Mario Barbero

The following two tabs change content below.

Mario Barbero

Padre Mario Barbero, missionario della Consolata, nato nel 1939, è stato a Roma durante il Concilio, poi in Kenya, negli Usa, in Congo RD, in Sudafrica, in Italia, di nuovo in Sudafrica, e ora, dal 2021, nuovamente in Italia. Formatore di seminaristi, ha sempre amato lavorare con le famiglie tramite l’esperienza del Marriage Encounter (Incontro Matrimoniale).

Ultimi post di Mario Barbero (vedi tutti)

Informazioni su Mario Barbero 80 Articles
Padre Mario Barbero, missionario della Consolata, nato nel 1939, è stato a Roma durante il Concilio, poi in Kenya, negli Usa, in Congo RD, in Sudafrica, in Italia, di nuovo in Sudafrica, e ora, dal 2021, nuovamente in Italia. Formatore di seminaristi, ha sempre amato lavorare con le famiglie tramite l’esperienza del Marriage Encounter (Incontro Matrimoniale).

Be the first to comment

Leave a Reply

L'indirizzo email non sarà pubblicato.