Una «leggenda» afferma che san Luca sia stato anche un pittore, soprattutto di icone mariane.
Una «leggenda» afferma che san Luca sia stato, oltre che autore del terzo Vangelo, anche un pittore, soprattutto di icone mariane. Questa tradizione è fiorita in Oriente nel VI secolo, quando un autore cristiano affermò che da Gerusalemme era stato inviato a Costantinopoli un ritratto della Madre di Gesù, dipinto dall’evangelista e denominato della Hodigítria. Essa divenne il prototipo delle icone lucane diffondendosi tra Oriente e Occidente a partire dall’VIII secolo.
Moltissime sono le icone mariane attribuite a San Luca: la Madonna costantinopolitana di S. Giustina a Padova; la Salus populi romani in Santa Maria Maggiore a Roma; la Madonna di San Luca a Bologna; la Madonna Nera di Czestochowa, per nominarne solo alcune.
Questa «diceria» su Luca pittore, possiamo dire che in un certo senso ha un fondamento reale: tra tutti gli evangelisti Luca è infatti quello che ci parla di più di Maria di Nazareth e che ci trasmette i dettagli più numerosi su di lei.
• L’annunciazione dell’Angelo Gabriele (1,26-37);
• La visitazione di Maria alla cugina Elisabetta (1,39-45);
• La preghiera del Magnificat (1,46-55);
• Il racconto della nascita di Gesù a Betlemme (2,1-7);
• La presentazione del neonato ai pastori (2,8-20);
• La presentazione di Gesù Bambino al tempio e la profezia di Simeone sulla spada che trafiggerà il cuore di Maria (2,35);
• La perdita e il ritrovamento di Gesù dodicenne nel Tempio, e le parole angosciate di Maria: «Figlio, perché ci hai fatto questo?» (2,41-50);
• Il ritorno di Gesù a Nazareth dove vive sottomesso a Maria e Giuseppe mentre “sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore” (2,51).
Queste scene sono diventate i soggetti di innumerevoli capolavori d’arte: basti pensare al Beato Angelico, Raffaello, Michelangelo, Leonardo, e tantissimi altri artisti che si sono deliziati lungo i secoli a rappresentarle in tutte le culture del mondo. Non si può negare che Luca sia stato un vero pittore con la sua vena narrativa, ma soprattutto pittore di Maria perché nessuno come lui ci ha parlato di lei.
«Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose meditandole nel suo cuore” (2,19.52).
Il ritratto che Luca ci lascia di Maria di Nazareth è con tutta probabilità radicato in questi ricordi custoditi nel cuore e nell’attitudine meditativa della mamma di Gesù, donna di poche parole ma di intensa riflessione. Lei custodisce nel suo cuore l’esperienza di madre del Messia e sarà probabilmente da questa fonte che Luca, nel corso delle sue «ricerche accurate su ogni circostanza sin dagli inizi» (1,3) attinge le informazioni circa gli eventi dell’infanzia di Gesù che egli narra con abbondanza di particolari.
P. Mario Barbero, IMC
di Mario Barbero
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