Spunti per costruire uno o più incontri sul tema della «finanza responsabile». Partendo dalla conoscenza dei guasti della finanza «non etica», dalla riflessione sulle scelte quotidiane di risparmio, illustrando le buone pratiche attuabili oggi.
Obiettivi:
•Stimolare una riflessione critica sul nostro uso dei risparmi e sulla scelta degli intermediari finanziari (banche);
•Portare a conoscenza di alcune dinamiche d’ingiustizia incrementate dalla finanza «non etica», e di alcune dinamiche di giustizia incrementate invece dalla «finanza etica»;
•Inserire la dimensione del risparmio nel più ampio ambito della vita spirituale e cristiana;
•Stimolare al cambiamento dello «stile di risparmio».
Destinatari: dai 14 anni in sù.
Durata: gli spunti proposti possono essere utilizzati per un unico incontro o per un percorso articolato in diversi incontri, a seconda delle esigenze.
INTRODUZIONE
L’etica della responsabilità entra in gioco in modo sempre più significativo nell’ambito del risparmio – cioè nel modo di investire denaro -, e quindi del sistema finanziario. Gli investimenti finanziari sono strumenti molto importanti per lo sviluppo di un paese, ma il modo con cui sono gestiti può farne delle armi di ingiustizia verso le fasce sociali più deboli. Può capitare che i nostri soldi, affidati a intermediari finanziari, vengano utilizzati in attività che contrastano con i nostri valori di riferimento. È difficile comprendere la correlazione tra il complesso mondo della finanza internazionale e i criteri di scelta individuali o aziendali. Tuttavia, è necessario agire in maniera consapevole informandosi su come sono utilizzati i nostri risparmi o chiedendo che vengano utilizzati in un certo modo piuttosto che in un altro.
PAROLE CHIAVE
Risparmio etico. Affidare capitali a intermediari finanziari che li impieghino in attività produttive con finalità sociali, sia nel Nord che nel Sud del mondo. È un modo per valorizzare il denaro risparmiato, e, in qualche misura, per rimetterlo in circolazione a favore dei gruppi sociali generalmente esclusi dal mercato finanziario, garantendo così una più equa redistribuzione della ricchezza.
Il risparmio etico risponde a una logica di giustizia, che si differenzia dal criterio di beneficienza tipico dei fondi etici di molte banche.
Agire in maniera etica nell’utilizzo del proprio risparmio significa, dunque, innanzitutto essere coscienti che esso non è neutrale, poiché ha il potere di orientare un cambiamento verso una società più giusta.
Trasparenza. Non limitata all’esplicitazione delle condizioni di raccolta o concessione di credito, ma riguardante anche i criteri con cui le agenzie finanziarie scelgono le attività produttive da sostenere col denaro dei risparmiatori.
RIFERIMENTI BIBLICI
Suggeriamo qui alcuni brani biblici su cui poter riflettere.
Dal Vangelo di Luca: 12,15-21 / 9,25 / 19,1-10.
DALLA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA
Dal Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa (358). I consumatori, che in molti casi dispongono di ampi margini di potere d’acquisto, ben al di là della soglia di sussistenza, possono notevolmente influenzare la realtà economica con le loro libere scelte tra consumo e risparmio. La possibilità di influire sulle scelte del sistema economico, infatti, è nelle mani di chi deve decidere sulla destinazione delle proprie risorse finanziarie. Oggi più che in passato è possibile valutare le alternative disponibili non solo sulla base del previsto rendimento o del loro grado di rischio, ma anche esprimendo un giudizio di valore sui progetti di investimento che le risorse andranno a finanziare, nella consapevolezza che «la scelta di investire in un luogo piuttosto che in un altro, in un settore produttivo piuttosto che in un altro, è sempre una scelta morale e culturale».
Da Sollicitudo Rei Socialis, 43. Necessità di riforme. La preoccupazione stimolante verso i poveri – i quali sono «i poveri del Signore» – deve tradursi, a tutti i livelli, in atti concreti fino a giungere con decisione a una serie di necessarie riforme. Dipende dalle singole situazioni locali individuare le più urgenti ed i modi per realizzarle; ma non bisogna dimenticare quelle richieste dalla situazione di squilibrio internazionale. Al riguardo, desidero ricordare in particolare: la riforma del sistema internazionale di commercio, ipotecato dal protezionismo e dal crescente bilateralismo; la riforma del sistema monetario e finanziario mondiale, oggi riconosciuto insufficiente; la questione degli scambi delle tecnologie e del loro uso appropriato; la necessità di una revisione della struttura delle Organizzazioni internazionali esistenti, nella cornice di un ordine giuridico internazionale. Il sistema internazionale di commercio oggi discrimina frequentemente i prodotti delle industrie incipienti dei paesi in via di sviluppo, mentre scoraggia i produttori di materie prime. Esiste, peraltro, una sorta di divisione internazionale del lavoro, per cui i prodotti a basso costo di alcuni paesi, privi di leggi efficaci sul lavoro o troppo deboli per applicarle, sono venduti in altre parti del mondo con considerevoli guadagni per le imprese dedite a questo tipo di produzione, che non conosce frontiere. Il sistema monetario e finanziario mondiale si caratterizza per l’eccessiva fluttuazione dei metodi di scambio e di interesse, a detrimento della bilancia dei pagamenti e della situazione di indebitamento dei paesi poveri. Le tecnologie e i loro trasferimenti costituiscono oggi uno dei principali problemi dell’interscambio internazionale e dei gravi danni che ne derivano. Non sono rari i casi di paesi in via di sviluppo, a cui si negano le tecnologie necessarie o si inviano quelle inutili. Le Organizzazioni internazionali, secondo l’opinione di molti, sembrano trovarsi a un momento della loro esistenza, in cui i meccanismi di funzionamento, i costi operativi e la loro efficacia richiedono un attento riesame ed eventuali correzioni. Evidentemente, un processo così delicato non si potrà ottenere senza la collaborazione di tutti. Esso suppone il superamento delle rivalità politiche e la rinuncia ad ogni volontà di strumentalizzare le stesse Organizzazioni, che hanno per unica ragion d’essere il bene comune. Le Istituzioni e le Organizzazioni esistenti hanno operato bene a favore dei popoli. Tuttavia l’umanità, di fronte a una fase nuova e più difficile del suo autentico sviluppo, ha oggi bisogno di un grado superiore di ordinamento internazionale, a servizio delle società, delle economie e delle culture del mondo intero.
Da Populorum Progressio, 19. Crescita ambivalente. Avere di più, per i popoli come per le persone, non è dunque lo scopo ultimo. Ogni crescita è ambivalente. Necessaria onde permettere all’uomo di essere più uomo, essa lo rinserra come in una prigione quando diventa il bene supremo che impedisce di guardare oltre. Allora i cuori s’induriscono e gli spiriti si chiudono, gli uomini non s’incontrano più per amicizia, ma spinti dall’interesse, il quale ha buon giuoco nel metterli gli uni contro gli altri e nel disunirli. La ricerca esclusiva dell’avere diventa così un ostacolo alla crescita dell’essere e si oppone alla sua vera grandezza: per le nazioni come per le persone, l’avarizia è la forma più evidente del sottosviluppo morale.
DOMANDE PER LA RIFLESSIONE
• Guadagnare meno, ma guadagnare tutti. Qual è il criterio di convenienza di un investimento? Solo i termini economici? Abbiamo mai pensato che c’è una convenienza sociale dettata dal bene comune?
• Quali principi sono imprescindibili per un investimento giusto? Cosa dobbiamo chiedere alla nostra banca, perché tuteli i valori nei quali crediamo?
• Il risparmio rappresenta anche il «di più», la «seconda tunica» che Gesù chiede di condividere con i fratelli. Quali riflessioni a questo proposito?
AZIONI POSSIBILI
Azioni individuali
• Controllare se la propria banca è coinvolta in investimenti iniqui come traffico di armi, progetti devastanti per l’ambiente, regimi oppressivi, paradisi fiscali.
• Privilegiare le banche locali, più vicine al territorio, rispetto ai grandi gruppi bancari nazionali o multinazionali.
• Fare pressione per un impiego eticamente corretto del risparmio da parte degli istituti di credito.
• Aderire a una Mutua Autogestione (Mag). Una Mag è una società tra persone che si basa sul rapporto fiduciario tra i soci e le realtà finanziate. Si occupa di raccogliere il denaro dei soci sotto forma di capitale sociale per finanziare iniziative economiche autogestite offrendo opportunità di finanziamenti etici e solidali, erogando prestiti con tassi d’interesse a condizioni di rientro vantaggiose. Una volta rientrati i fondi vengono subito riutilizzati per nuovi finanziamenti o progetti.
Azioni comunitarie
• Controllare se la banca presso cui la parrocchia, l’associazione, il gruppo deposita il denaro è coinvolta in investimenti iniqui.
• Realizzare un banchetto informativo su nuovi stili di vita: commercio equo, finanza etica, ecc.
Alcune esperienze in atto
Banca Etica è una banca che ispira tutta la sua attività ai principi della Finanza Etica: trasparenza, diritto di accesso al credito, efficienza e attenzione alle conseguenze non economiche delle azioni economiche. Il fine? Gestire il risparmio orientandolo verso iniziative che perseguono finalità sociali e che operano nel rispetto della dignità umana e della natura.
Il Progetto «Diecitalenti» per il Microcredito, della Fondazione «Don Mario Operti» di Torino, ha l’obiettivo di consentire il sorgere di attività imprenditoriali fornendo le necessarie risorse finanziarie a coloro che intendono iniziare un’attività d’impresa, pur non possedendo mezzi che costituiscano garanzie patrimoniali, ma che dimostrino la volontà e la capacità potenziale di operare. Al puro e semplice finanziamento si unisce un’attività di formazione professionale del neo imprenditore e di supporto alla sua attività, dalla fase iniziale fino alla chiusura del programma di credito.
BIBLIOGRAFIA MINIMA
•G. Sitz – Cooperativa Il Seme, Guida alla finanza etica. Come investire i propri risparmi in modo socialmente responsabile, EMI, Bologna 1999;
•Centro Nuovo Modello di Sviluppo, Guida al risparmio responsabile. Informazioni sul comportamento delle banche per scelte consapevoli, EMI, Bologna 2002;
•Dionigi Tettamanzi, Etica e capitale, Rizzoli, 2009;
•Baggio-Bruni-Coda, La crisi economica: appello a una nuova responsabilità, Città Nuova, 2009.
Siti
www.bancaetica.com
www.finansol.it
www.magverona.it
www.banchearmate.it
Equipe diocesana Nuovi Stili di Vita, Arcidiocesi di Torino.
Tel. 0115156372
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