Anche i giovani italiani con origini straniere lasciano l’Italia per il Nord Europa.
Gli effetti della crisi nell’Europa del Sud stanno influendo sulla mobilità intra-europea. Paesi come la Spagna, l’Italia e la Grecia che negli ultimi anni sono stati terra di immigrazione oggi stanno tornando a essere paesi di emigrazione in particolare verso il nord Europa.
L’attenzione degli studiosi negli ultimi anni si è concentrata soprattutto sull’emigrazione di giovani con un alto grado di scolarizzazione, la cosiddetta fuga dei cervelli. A un’analisi più approfondita ci si rende conto però che il fenomeno comincia a riguardare giovani con diversi gradi di scolarizzazione, di diverse fasce di età e soprattutto diverse provenienze: non solo giovani di origine italiana, ma anche giovani stranieri o di origine straniera, che dopo anni di permanenza in Italia provano a cercare fortuna altrove.
L’interesse dei media al tema sta diventando sempre più forte e per questa ragione diventa anche più forte l’esigenza di avere analisi approfondite che vadano al di là del sensazionalismo, e che diano conto della complessità dello scenario contemporaneo.
A Torino il Forum Internazionale ed Europeo di Ricerche sull’Immigrazione (Fieri) con la ricerca «Futuro, dove?» si sta interrogando sulla mobilità giovanile italiana: l’obiettivo è comprenderne le dinamiche presenti e porre a confronto la «propensione alla mobilità» dei giovani italiani con quella dei giovani di origine straniera.
Data la natura eterogenea e mutevole dell’universo giovanile che la ricerca ha l’obiettivo di indagare, a fianco di metodi di ricerca più tradizionali (interviste e focus group), è stato predisposto anche un questionario online, disponibile a questo link, perto a tutti i giovani dai 18 ai 30 anni, e delle interviste qualitative fatte a Torino e dintorni indirizzate a ragazzi e ragazze alla fine del liceo e alla fine del corso di laurea triennale. La ricerca considera, infatti, queste due fasce di età come quelle importanti, fasce «della scelta».
La ricerca è ancora in corso, ma è possibile cominciare a delineare qualche analisi come nel caso delle differenze tra i giovani di origine italiana e quelli di origine straniera che non appaiono particolarmente significative, anche se, generalmente, laddove l’integrazione è stata più difficile, anche il radicamento è più solido. Se invece non ci sono state grandi difficoltà, sembrerebbe che la predisposizione alla mobilità sia più forte.
Che la crisi porti a nuove opportunità o a un sentiero dei sogni infranti, capire l’atteggiamento verso il futuro delle generazioni che si affacciano al mercato del lavoro o scelgono il proprio percorso di studio vuol dire comprendere alcuni dei mutamenti che stanno interessando le società contemporanee con cui sempre più bisognerà fare i conti. E significa, allo stesso tempo, provare a immaginare quale grado di dinamicità avranno le società future.
di Viviana Premazzi
Viviana Premazzi
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