Una beatitudine dà il colore di fondo al messaggio del Papa per la Giornata Mondiale della Pace 2013: «Beati gli operatori di pace».
Beati quelli operosi nel rivelare la presenza pervasiva della pace.
Beati quelli operosi nel mantenimento e nella costruzione, e ricostruzione, della pace.
Beati quelli operosi nel consolare chi è de-umanizzato dall’assenza di pace, e nel lasciarsi consolare perché sanno che la pace è vulnerabile per tutti, anche per i suoi apostoli.
Beati quelli che operano la pace a ogni livello: dalla piega più riposta di un cuore, alla rete intricata delle relazioni internazionali.
Beati quelli che proteggono i propri figli dallo sgretolarsi dei muri della propria abitazione bombardata. Beati quelli che proteggono i figli dei propri vicini massacrati dal mercato delle armi.
Beati quelli che ascoltano le rabbie degli incroci stradali.
Beati quelli che non intasano quegli incroci, andando in bici, o acquistando a km0.
Beati quelli che informano liberi dalle gabbie di finanziatori e poteri politici. Beati quelli che s’informano cercando la verità nella libertà.
Beati quelli che costruiscono relazioni personali, famigliari, lavorative, commerciali, spirituali, oneste e trasparenti. Beati quelli che lottano con giustizia per il bene dei singoli e per quello comune.
Beati quelli che sanno perdonare (anche Dio e se stessi). Beati quelli che sanno chiedere perdono (anche a Dio e a se stessi).
Sono molti. In tutto il mondo.
Nonostante gli occhi poco abituati a riconoscerli.
Sono ovunque. Vitali e incontenibili come l’aria che si respira.
Buon 2013 di pace (non pacifico).
Sarai nel pianto, afflitto, perseguitato, povero, affamato e assetato, insultato. E beato. Perché chiamato figlio di Dio (e lo sei realmente), perché umano, perché amato.
di Luca Lorusso
Luca Lorusso
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