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Missionari martiri. Chi prenderà il loro posto?

Il 24 Marzo 2012 in molti vivremo la via Crucis Missionaria, in memoria dei Missionari Martiri-Testimoni.

«Suor Jeanne Yegmane, congolese; Suor Angelina, in Sud Sudan; don Luis Carlos Orozco Cardona, colombiano; don Marek Rybinski, polacco in Tunisia; don Marco Antonio Duran Romero, messicano; padre Fausto Tentorio del Pime ucciso a Mindanao nelle Filippine…».
Saranno 26 i nomi dei martiri-testimoni: operatori pastorali, ricordati e osannati perché uccisi in terra di missione durante il 2011.
All’annuncio di ogni nome i rappresentanti dei gruppi parrocchiali presenti alla via crucis deporranno ai piedi di una gigantesca croce un cero acceso.
Rosso sarà il cero acceso, rosso sarà il drappo, e rosse le strisce di tela con le foto e i nomi dei 26. È inutile dire che il rosso è il colore del sangue versato dai missionari. Il tema della celebrazione di quest’anno è: «Amando fino alla fine».
Per noi sarà naturale, ad ogni nome proclamato, esprimere una preghiera che verrà dal profondo dell’animo: «Signore, chiama chi lo sostituirà! Chiama chi la sostituirà!».
Sempre toccanti sono queste celebrazioni. Commoventi sono pure i commenti pieni di ammirevoli parole.
Ma … e poi?
Terminata la celebrazione cosa rimarrà? Nelle parrocchie rimarranno i manifestini e anche le foto dei martiri-testimoni per un po’ di tempo, pronti però a lasciare il posto alle future celebrazioni. Loro, i 26, sono morti. Riposano nello loro tombe. Tranquillamente anche gli organizzatori attenderanno alla preparazione della prossima celebrazione, e così ricordare i nuovi martiri-testimoni dell’anno venturo.
Anche noi, terminata la celebrazione faremo ritorno al nostro Centro missionario vocazionale di Galatina, in macchina, con qualche giovane con cui avremo partecipato. In macchina, dopo le prime impressioni di ammirazione per la bella e toccante celebrazione, faremo loro, a bruciapelo, la seguente domanda: «Siete disponibili a sostituirne qualcheduno? Pensate alle loro comunità cristiane. Ora sono prive del sacerdote o della suora o del catechista! Che cosa pensate? Chi prenderà il loro posto?».
Crediamo profondamente che il sangue dei missionari martiri-testimoni non possa cadere senza portare frutto. Pensiamo alla croce di legno che sarà trasportata da una stazione all’altra della via Crucis. Rendiamo grazie in anticipo al Signore per le volte in cui ci sarà dato l’onore e il privilegio di stringere la croce tra le mani.
Benché di legno leggero, quella croce avrà la pesantezza di tutta la sofferenza di tanti missionari, missionarie e operatori pastorali che, assaliti, picchiati, derubati, e anche pugnalati, continuano la loro vita di missione, senza aver avuto il privilegio di morire. Sono 26 i martiri uccisi nel 2011, ma innumerevoli altri portano sul loro corpo e soprattutto nel loro spirito il marchio di un martirio. Mancato ma vissuto costantemente, portando la croce.
Pensiamo che agli elenchi stilati annualmente deve sempre essere aggiunta la lunga lista dei tanti di cui non si avrà mai notizia, che in ogni angolo del pianeta soffrono e pagano con la vita la loro fede in Cristo: si tratta di quella «nube di militi ignoti della grande causa di Dio» – secondo l’espressione di Papa Giovanni Paolo II – che va dal ministro pakistano per le minoranze, Shahbaz Bhatti, primo cattolico a ricoprire tale incarico, impegnato per la pacifica convivenza fra le comunità religiose del suo paese, ucciso il 3 marzo 2011, al giovane nigeriano che svolgeva ad Abuja, presso la chiesa di Santa Teresa, il servizio di vigilanza per proteggere i luoghi di culto nel giorno di Natale, ucciso da un attentato insieme ad altre 35 persone. E il nostro pensiero si deve fermare in tutte le altre nazioni dove i cristiani, sfidando i fondamentalisti musulmani, si radunano in preghiera nelle loro chiese e versano il loro sangue testimoniando la fede in Cristo e nella Chiesa.
Vorremmo quindi incoraggiare a non spegnere troppo in fretta la memoria che accenderemo il 24 marzo, rischiando così di perdere il tesoro che riceveremo, e a raccogliere la riflessione e la sfida dei martiri, perché esse diventino stimolo a un discernimento vocazionale per i giovani. Chissà che qualcuno scopra il desiderio di prendere il posto lasciato vacante.

(Riflessione di P. Foccoli Tarcisio missionario della Consolata Direttore del Centro di Animazione missionaria e promozione vocazionale,  Via S. Vincenzo de Paoli, 42 –  Galatina (Lecce) 0836 563281  Cell: 3381051841)

Di Tarcisio Foccoli

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