Aiuto! Non posso entrare in città perché c’è il blocco delle auto.
Aiuto! Sto impazzendo. Devo assolutamente confrontarmi con voi, amici lettori di Amico.
Una domenica d’inverno, Torino. Sono bloccato fuori città perché la giunta ha imposto il blocco delle automobili. L’aria è irrespirabile quindi le automobili si devono fermare. Fuori dalla mia finestra cade la neve e tira vento, due condizioni che solitamente risolvono il problema dell’inquinamento atmosferico. Ciò nonostante il blocco monolitico è rimasto. Una buona occasione per riflettere su molti paradossi, tanto alla televisione più che pattumiera non c’è.
A Torino solo poche settimane fa un referendum imposto dalla Fiat ai suoi operai ha chiesto loro di scegliere tra il posto di lavoro con minori diritti e la disoccupazione. Ha vinto il posto di lavoro. La Fiat ha promesso la costruzione di un Suv, anzi, di duecentocinquantamila Suv all’anno. Allora questa è la situazione: io non posso andare in giro con l’automobile, e di fatto non posso andare in giro in generale perché il trasporto pubblico è debolissimo, ma tutto il mondo politico, sociale, e buona parte di quello sindacale, plaude all’arrivo di macchinoni inquinanti che non mi permetteranno di andare da mia mamma la domenica. Tutto questo ha a che fare con la logica? Mi piacerebbe che un lettore potesse spiegarmi questa situazione che io non riesco a comprendere. Ma gli esempi potrebbero essere infinti. Compro il condizionatore per stare al fresco e produco effetto serra che mi fa stare al caldo. Cementifico una zona agricola per erigere una casa poi arriva un’alluvione e mi distrugge la casa. Recentemente la trasmissione Report ha dimostrato che la differenza di emissioni nocive tra una vecchia carcassa ed una fiammante euro cinque è pressoché nulla. Tutte le campagne di rottamazione, definite anche ecologiche, non sono state altro che una tassa in più per vendere più automobili. Ma come si sa, tutti sono capaci a fare l’analisi e a trovare qualcosa che non va e poi lamentarsi contro il colpevole di turno. E’ una pratica diffusa soprattutto quando si parla di ambiente e problematiche annesse. Fare i Suv significa quindi dare da vivere a molte persone ma anche demolire il mondo in cui queste persone vivono. Il problema risulta complesso ma spesso è la pigrizia a impedire di trovare una soluzione semplice. Oppure il problema non esiste. E allora perché le domeniche ecologiche? Perché gli scienziati, ma anche la stessa Chiesa, mi ripetono un giorno sì e l’altro pure che i nostri livelli di consumo porteranno alla catastrofe? La neve continua a cadere e io rifletto, e più rifletto più mi ingarbuglio. E’ giunto il tempo di passare dal consumo alla relazione ed anche alla riscoperta della spiritualità? E’ come quando uno aumenta troppo di peso: ad un certo punto è necessaria una dieta.
Nei prossimi numeri di Amico proporremo alcuni video esplicativi di giochi che si possono fare con bambini, per raccontare che essere felici è qualcosa che c’entra solo minimamente con i centri commerciali. Tutto questo potrà suonare strano ma, come diceva Hugo, esistono cose strane a dirsi ma che sono rigorosamente esatte. Il consumo dà da vivere a tutti noi ma il consumo ci fa vivere male. Come ne usciamo? Attendo risposte. Buona domenica ecologica a tutti.
Maurizio Pagliassotti
Maurizio Pagliassotti
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