Slow page dei Missionari della consolata

Costa d’Avorio. Presenza, cure, prevenzione

Offrire dei centri sanitari alla popolazione degli 11 villaggi in cui operano i missionari della Consolata di Dianra, per migliorare le condizioni di vita delle persone. Padre Manuel Grau ci racconta le difficoltà e le sfide di un territorio bisognoso.

 


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Specificando la causale di versamento: 07/2016 Amico, centri sanitari Dianra

Vedi l’articolo precedente: Centri di salute Dianra
 

Nel mese di marzo Amico ha lanciato il progetto delle «Cases de santé» per i nostri villaggi. È questa un’iniziativa che si inserisce nel solco di un progetto generale di salute per la nostra popolazione concepito a partire dal 2002, da quando, con l’inizio della crisi politico-militare della Costa d’Avorio, le condizioni sanitarie, già precarie, si sono aggravate per il crollo di molti servizi pubblici essenziali.

Un paese con una crescita ambigua
La Costa d’Avorio, come altri paesi «emergenti», è in crescita, ma la sua è una crescita ambigua che nasconde con difficoltà disuguaglianze e povertà e che fatica a raggiungere le zone più povere e isolate del territorio nazionale, come il nostro Dipartimento di Dianra. Si notano, certo, dei passi in avanti nelle infrastrutture: l’elettrificazione in corso in una buona parte dei villaggi del Dipartamento ne è una prova. Le ricadute positive, però, di questi cambiamenti stentano ad arrivare ai settori più modesti della popolazione e ai villaggi più sperduti. Nella nostra zona, per esempio, la percentuali di bambini non scolarizzati e la mortalità infantile sono molto più alte che nel resto del paese e, di conseguenza, la speranza di vita media è sensibilmente inferiore.

La visione locale di malattia e salute
Ritornando sulla situazione sanitaria che ci interessa più direttamente, il 16 Febbraio, festa del nostro Fondatore, sono stati inaugurati la maternità e altri locali che completano il nostro dispensario di Dianra Village. Le visite ai villaggi del nostro personale sanitario, accompagnato qualche volta da uno dei missionari, ci hanno permesso una migliore presa di contatto con quelle realtà. L’approccio rispettoso e dialogante alle persone ci rivela situazioni e problematiche d’indole culturale, antropologica e religiosa che sono alla base della loro visione della salute e della malattia e, di conseguenza, dei modi di affrontarle. La presenza e la prossimità si rivelano preziose per capire un mondo che ci sfugge e che siamo tentati di giudicare troppo in fretta. Perché si va all’ospedale quando ormai è troppo tardi? Perché si chiede al sacerdote una preghiera di guarigione per i malati senza pensare di andare a farsi vedere al dispensario? In genere si va dai guaritori tradizionali, i «charlatan», e si ascoltano i consigli e le opinioni (più o meno autorevoli e azzeccati…) di anziani o capi villaggio. Diffusissima è la convinzione che ci siano malattie che la «medicina dei bianchi» può curare, ed altre (mistiche…) che sono invece da trattare secondo i metodi tradizionali, normalmente nel villaggio di origine. Tante persone si avvicinano alla Chiesa in cerca di guarigione da mali per i quali hanno già girato e cercato senza trovare soluzioni soddisfacenti. Molte persone pensano che noi sacerdoti siamo dotati di poteri superiori a quelli del personale sanitario. C’è un grande bisogno di formazione e informazione. La prevenzione si rivela quasi più importante e urgente della cura. Intorno alla salute, poi, si stabilisce un dialogo che coinvolge tanti aspetti e dimensioni della vita: famiglia, lavoro, fecondità, rapporti di coppia, cura dei bambini, relazione con il mondo trascendente.

Progetto piccolo, bisogno grande
Sembrano questioni troppo grandi e impegnative per giustificare la costruzione di modeste casette sanitarie per i nostri villaggi, ma la realtà in cui viviamo è questa. Sovente ci scoraggia e ci lascia spaesati vedere mamme che non si curano durante la gravidanza, che non si fanno visitare e che compiono pesanti lavori agricoli e domestici. I bambini malnutriti sono preda facile di malattie e infezioni che provocano una altissima mortalità infantile. Davanti a certe morti causate dalla mancanza di cure appropriate o di mezzi, dalla negligenza o dall’ignoranza nessuno sembra farsi delle domande, e tutti sono d’accordo nel dire: «È la volontà di Dio. Il Signore ha dato, il Signore ha tolto…». Ma un Signore Dio che dispone così arbitrariamente della vita degli uomini non è certamente il Dio di Gesù, il Dio della vita in pienezza, e sovente dobbiamo gridare queste cose durante i funerali.
Come potete ben capire, la realtà è complessa e ci sfugge. Per questo sono importanti anche dei piccoli luoghi di riferimento come le Cases de santé. Tutto quanto favorisca la vicinanza, la prossimità alle persone e ai luoghi, rende possibile un approccio più integrale, rispettoso e dialogante con tutte le questioni che toccano da vicino la salute fisica, mentale e spirituale delle persone. Avere nel villaggio persone correttamente formate come «agenti comunitari di salute» è un bisogno e una sfida.
Sono questi i pensieri e le riflessioni che, a partire dalle nostre visite ai villaggi e dagli incontri che le accompagnano, ci aiutano a meglio discernere la realtà che ci accoglie e che desideriamo servire con passione ed umiltà.

Manuel Grau

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