Adriano Sella intervistato da Daniela Scherrer.
È molto facile fare assistenzialismo perché non richiede nessun impegno di cambiamento delle nostre abitudini. Ci si mette la coscienza a posto perché si è dato qualcosa in forma di denaro o di aiuti, mentre tutto continua come prima con stili di vita che inquinano l’ambiente, che generano un consumismo spietato, che svuotano la vita di relazioni umane, che trattano le persone come esseri pericolosi da allontanare e discriminare.
Dobbiamo proclamare con forza e senza indugio che i nuovi stili di vita sono figli della giustizia e non vanno a braccetto con l’assistenzialismo.
Oggi la parola chiave è cambiare, non più assistere. È cambiando che ci ritroviamo tutti sullo stesso cammino, fianco a fianco e passo dopo passo, per costruire finalmente un mondo dove tutti possano ritrovarsi alla stessa mensa della vita, con la responsabilità di garantire a ciascuno ciò che gli spetta di diritto, ciò di cui ha bisogno per un’esistenza dignitosa.
Diffondiamo allora questo "virus" dei nuovi stili di vita, per contagiare tutti nell’impegno a cambiare tenori di vita, pratiche e scelte quotidiane fino a quando la pace e la giustizia si baceranno.
Questo cambiamento è già cominciato, e sono tanti coloro che si impegnano generosamente per farlo crescere sempre più.
Autori:
Sella Adriano, Scherrer Daniela
• Sella Adriano, missionario sacerdote della diocesi di Padova dal 2006. In precedenza è stato missionario in Brasile, dove ha coordinato la Commissione Giustizia e Pace e le Pastorali sociali della Conferenza episcopale della Regione Nord del Brasile. Ha messo a profitto la sua licenza in Teologia morale dedicandosi, in istituti teologici dell’Amazzonia, all’insegnamento dell’Etica teologica, specialmente sul versante sociale. In Italia ha promosso la creazione del movimento Gocce di Giustizia e di altre realtà analoghe a Vicenza. Da Padova coordina la Commissione diocesana Nuovi stili di vita e la Rete interdiocesana Nuovi stili di vita. Nella sua diocesi è altresì responsabile della Cappellania del lavoro.
• Scherrer Daniela, giornalista professionista, ha conseguito la laurea in Scienze politiche presso l’Università di Pavia. Lavora dal 1993 nella redazione del settimanale diocesano di Pavia "Il Ticino" e collabora con il quotidiano "Avvenire". Al suo attivo ha cinque pubblicazioni, tutte scritte con finalità benefiche.
anno: 2011
formato: 11×16,5
pagg. 64
euro 5,00
INDICE
Prefazione, di Adriano Sella, 9
Introduzione, di Daniela Scherrer, 11
L’intervista, 13
Come cambiare il mondo, 15
1. Nuovi stili di vita, 15
2. Chiesa e nuovi stili di vita, 17
3. La spesa etica, 20
4. Il voto nel portafoglio, 22
5. L’impegno dei Gas (Gruppi di acquisto solidale), 24
6. Il recupero della relazione con l’altro, 26
7. Riassaporare il valore del tempo, 28
8. Nuovi stili di vita a 360 gradi, 30
9. Da nuovi stili di vita a nuovi stili di chiesa, 32
10. Concludendo il nostro dialogo, 34
Testi occasionali, 37
Tre brani per riflettere, 39
I giovani che seminano speranza e giustizia, 39
È tempo di nuovi stili di vita, per superare la nuova rassegnazione, 43
Ognuno faccia qualcosa nel suo piccolo, 48
Bibliografia e sitografia sui nuovi stili di vita, 55
PRESENTAZIONE
Prefazione
di Adriano Sella
Approdare ai nuovi stili di vita è stata una felice sorpresa per me. Ringrazio la storia che mi ha condotto fin qui e ne sono veramente contento. La missione in Brasile mi ha fatto appassionare alla giustizia superando la prospettiva assistenzialista. L’attuale missione in Italia mi chiede di impegnarmi per i nuovi stili di vita. Si tratta di una conseguenza importante: la giustizia richiede un cambiamento di mentalità e di comportamenti, che si concretizza nell’impegno dei nuovi stili di vita.
È molto più facile fare assistenzialismo perché non richiede nessun impegno di cambiamento delle nostre abitudini. Ci si mette la coscienza a posto perché si è dato qualcosa in forma di denaro o di aiuti, mentre tutto continua come prima con stili di vita che inquinano l’ambiente, che generano un consumismo spietato, che svuotano la vita di relazioni umane, che trattano le persone come esseri pericolosi da allontanare e discriminare.
Dobbiamo proclamare con forza e senza indugio che i nuovi stili di vita sono figli della giustizia e non vanno a braccetto con l’assistenzialismo.
Oggi la parola chiave è cambiare, non più assistere. È cambiando che ci ritroviamo tutti sullo stesso cammino, fianco a fianco e passo dopo passo, per costruire finalmente un mondo dove tutti possano ritrovarsi alla stessa mensa della vita, con la responsabilità di garantire a ciascuno ciò che gli spetta di diritto, ciò di cui ha bisogno per un’esistenza dignitosa.
Diffondiamo allora questo "virus" dei nuovi stili di vita, per contagiare tutti nell’impegno a cambiare tenori di vita, pratiche e scelte quotidiane fino a quando la pace e la giustizia si baceranno. Solamente lo sposalizio tra pace e giustizia ci potrà garantire che saremo entrati in un’era nuova: quella sognata dal cuore dell’umanità e dal Dio della vita.
Questo cambiamento è già cominciato, e sono tanti coloro che si impegnano generosamente per farlo crescere sempre più. Si tratta di una rivoluzione silenziosa che parte dal quotidiano della vita della gente. Questa rivoluzione – diversamente dal male – non fa chiasso, non suona la tromba davanti a sé, ma esiste e si diffonde, dona speranza e libera energie per costruire un domani migliore, lavorando e cambiando il presente.
Introduzione
di Daniela Scherrer
"Tantissime gocce capaci di formare un torrente, che attraversando montagne, colline e pianure alimenterà di pace e giustizia questo mare…". È questo il richiamo, estremamente profondo e significativo, che apre il sito internet www.goccedigiustizia.it sorto per raccontare vita e attività dell’omonimo Movimento presieduto da padre Adriano Sella.
Chi è questo sacerdote originario di Vicenza, per molti anni impegnato come missionario in Amazzonia (Brasile) e ora ugualmente in prima linea in quella delicata "terra di missione" che è la nostra società del consumo, del disinteresse per gli altri, quasi della rassegnazione perché "tanto non c’è più nulla da fare"?
Padre Adriano viene etichettato in tanti modi: c’è chi lo chiama il guru dei nuovi stili di vita, il discepolo della pace, il paladino della giustizia… In tutte queste etichette c’è un comune denominatore: siamo di fronte a un sacerdote che spende la sua vita per girare l’Italia cercando di trasmettere un messaggio rivoluzionario nella sua semplicità: cambiare si può, partendo dal basso, da ciascuno di noi. Proprio perché il cambiamento di uno diventa il cambiamento di cento, mille, diecimila persone. Tanti piccoli "militanti" che sono chiamati a imbracciare uno strumento silenzioso ma potente: quello del consumo critico e responsabile. Se la politica non sa – e non vuole – cambiare, se le multinazionali non sanno – e non vogliono – cambiare, ognuno di noi deve sapere che, proprio come quelle tantissime gocce di cui si parlava, può alimentare il mare di giustizia e di pace.
Come? Lo abbiamo chiesto a padre Adriano Sella e questa intervista vuol essere una sua risposta, molto chiara e concreta, alle domande che la gente gli pone ai convegni, agli incontri a cui partecipa con grande disponibilità di missionario nella mente e nel cuore. Scopriamo allora che partecipare a questa rivoluzione dal basso non èpoi così difficile. Non siamo chiamati ad essere martiri né eroi. Basta solo entrare in un supermercato con le idee un po’ più chiare in merito a che cosa sta dietro alle marche dei prodotti che desideriamo acquistare. Basta capire che riempire la nostra abitazione di oggetti e suppellettili non equivale a riempire anche il cuore di chi la abita. Piccoli consigli, ma di estrema utilità, oltre la politica e oltre qualsiasi ideologia per alimentare quelli che padre Adriano chiama i "nuovi stili di vita".
di EMI – Editrice Missionaria Italiana
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