
Sento ancora il tocco delle tue mani ruvide sui miei piedi.
Mani vive, callose, come quelle di mio padre, di mio nonno.
Il tuo lavare, asciugare, accarezzare la mia pelle, ha reso più sensibili i miei timpani che vibrano alle tue parole.
Tu mi dici di rimanere in te.
Eppure sai che tra poco ti porteranno via, sai che domani a questa stessa ora sarai un corpo morto, disteso nel buio impenetrabile di un sepolcro.
Lo sai, eppure mi chiedi di rimanere in te.
E mi assicuri che tu rimarrai in me.
Io sono qui, tra il calore calmo delle tue mani sui miei piedi e la visione del tuo sangue sopra un legno.
Come rimanere in te? Come rimani tu in me?
Com’è che io e te non ci perderemo?
Aprirai una strada nella morte?
Buon cammino a piedi nudi verso la Pasqua,
da amico
Luca Lorusso
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Luca Lorusso
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