Sappiamo bene tutti che l’ultimo anno è stato particolarmente impegnativo: lo stare a casa, non poter vedere i propri amici e il non poter costruire e coltivare nuove relazioni hanno provato ciascuno di noi, dai più piccoli ai più grandi.
Noi educatori del gruppo adolescenti della casa Imc di Bevera abbiamo pensato che sarebbe stato bello dopo un anno del genere, proporre ai nostri ragazzi un momento tutto nostro per poter recuperare il tempo che non abbiamo potuto trascorrere assieme.
Ed è stato così che il campo di Roma ha preso forma: una settimana, 5 educatori, 11 ragazzi e tanta voglia di divertirsi!
Ad accoglierci al seminario di Bravetta abbiamo trovato padre Bonifacio Hélder, padre Nicholas Omondi e alcuni seminaristi che, con la loro simpatia e gentilezza ci hanno fatto sentire a casa e ci hanno accompagnato nelle nostre avventure in giro per la capitale.
Il campo di Roma, però, non è stato solamente una vacanza. I ragazzi infatti hanno anche avuto l’opportunità di prestare servizio presso la mensa dei poveri gestita dalla Caritas: si sono messi in gioco vedendo con i propri occhi una realtà che ogni giorno si impegna in prima linea per aiutare chi è più in difficoltà.
Oltre a questo, non sono mancati momenti di svago e di vita comune che hanno permesso ai ragazzi di conoscersi e instaurare profondi legami d’amicizia tra di loro. Uno dei momenti che più ci ha coinvolto e divertito è sicuramente stato la caccia al tesoro: un gioco semplice, che avremmo potuto fare ovunque, ma che proprio in quella circostanza è valso molto di più.
Come ogni campo della Consolata che si rispetti, non sono mancati quei lavori che «ti fanno sporcare le mani»: i ragazzi hanno dato una mano all’interno della comunità del seminario, svolgendo, con l’aiuto e la guida dei seminaristi, dei lavori nel grande orto della comunità e nelle cucine.
Per rendere la settimana ancora più indimenticabile, non potevamo mancare l’appuntamento con la casa della Consolata in riva al mare di Passoscuro, dove i ragazzi si sono potuti riprendere dalle fatiche dei giorni precedenti, perché, anche se è difficile da credere, camminare per Roma in lungo e in largo è decisamente stancante.
Di solito il campo estivo conclude un cammino, segna la fine di un anno passato a crescere e camminare assieme, ma quest’anno possiamo dire con certezza che non è così. Quest’anno il campo estivo non è stata una conclusione, nè un punto alla fine della frase, anzi, il contrario: è stato un bellissimo punto di partenza per l’anno che ci aspetta.
Gli educatori,
Alessia, Elisa, Gabriele, Maria e Benard.
Giovani IMC
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