Mc 15, 29-32 (e Lc 23,39-41).
Questo testo è una sintesi dell’intervento e dell’appello di papa Francesco, avvenuti nell’incontro internazionale di preghiera per la pace, il 20 ottobre, a Roma, con i rappresentanti di varie religioni.
Volendo si può anche fare un semplice incontro di preghiera, senza adorazione eucaristica.
Canto iniziale, esposizione del Santissimo, preghiera.
Tra una riflessione e l’altra lasciare spazi di adorazione silenziosa, musica, ritornelli cantati, salmi.
Introduzione: Salva te stesso. Lo dicono per primi «quelli che passavano di là» (Mc 15,29). Era gente comune, che aveva sentito Gesù parlare e operare prodigi. Ora gli dicono: «Salva te stesso, scendendo dalla croce».
1. Molti, senza pietà, scagliano contro di Lui un ritornello: «Salva te stesso!» (Mc 15,30). È una tentazione cruciale, che insidia tutti, pensare solo a salvaguardare sé stessi o il proprio gruppo. Avere in testa soltanto i propri problemi e interessi, mentre tutto il resto non conta. Altri, dicendo “Salva te stesso”, non avevano compassione, ma voglia di miracoli. Forse anche noi a volte preferiremmo un dio spettacolare anziché compassionevole, un dio potente agli occhi del mondo, che s’impone con la forza e sbaraglia chi ci vuole male. Ma questo non è Dio, è il nostro io. Quante volte vogliamo un dio a nostra misura, un dio come noi, anziché diventare noi come Lui!
2. Salva te stesso, dicono i capi dei sacerdoti e gli scribi. Ma tutti siamo specialisti nel mettere in croce gli altri pur di salvare noi stessi. Gesù, invece, si lascia inchiodare. Non scarica il male sugli altri. Quei capi religiosi lo accusano proprio a motivo degli altri: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso!». Conoscevano Gesù, ricordavano le guarigioni e le liberazioni che aveva compiuto. Insinuano che salvare, soccorrere gli altri non porta alcun bene; Lui, che si era tanto prodigato per gli altri, sta perdendo sé stesso! L’accusa è beffarda.
3. Salva te stesso. Anche quelli crocifissi con Gesù si uniscono al clima di sfida contro di Lui. Com’è facile criticare, parlare contro, vedere il male negli altri e non in sé stessi, fino a scaricare le colpe sui più deboli ed emarginati! Quei crocifissi se la prendono con Gesù perché non li toglie dalla croce (Lc 23,39). Cercano Gesù solo per risolvere i loro problemi. Ma Dio non viene tanto a liberarci dai problemi, ma per salvarci dal vero problema, che è la mancanza di amore. È questa la causa profonda dei nostri mali personali, sociali, internazionali, ambientali. Pensare solo a sé è il padre di tutti i mali. Solo uno dei malfattori vede in Gesù l’amore mite (Lc 23,42). Le braccia di Gesù, aperte sulla croce, segnano la svolta, perché Dio non punta il dito contro qualcuno, ma abbraccia ciascuno. Perché solo l’amore spegne l’odio, solo l’amore vince fino in fondo l’ingiustizia. Solo l’amore fa posto all’altro.
Canto, Salmo.
4. Guardiamo al Dio crocifisso, e chiediamo a Lui la grazia di essere più uniti, più fraterni. E quando siamo tentati di seguire le logiche del mondo, ricordiamo le parole di Gesù: «Chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà». Quella che agli occhi dell’uomo è una perdita è per noi la salvezza. Impariamo dal Signore, che ci ha salvati svuotando sé stesso (Fil 2,7), facendosi altro: da Dio uomo, da spirito carne, da re servo. Invita anche noi a “farci altri”, sentendoci responsabili per loro, diventando aperti e “universali”. E l’altro sarà la via per salvare sé stessi: ogni altro, ogni essere umano, qualunque sia la sua storia e il suo credo. A cominciare dai poveri.
5. Purtroppo riscontriamo, negli anni trascorsi, dei fatti dolorosi, come conflitti, terrorismo o radicalismo, a volte in nome della religione. Oggi dobbiamo invece riconoscere i passi fruttuosi nel dialogo tra le religioni. È un segno di speranza che ci incita a lavorare insieme come fratelli: come fratelli. Infatti, «il comandamento della pace è inscritto nel profondo delle tradizioni religiose» (FT 84).
Canto, Salmo.
1. La diversità di religione non giustifica l’indifferenza o l’inimicizia. Anzi, a partire dalla fede religiosa si può diventare artigiani di pace e non spettatori inerti del male, della guerra e dell’odio. Le religioni sono al servizio della pace e della fraternità. Non rassegnarsi mai alla guerra, ma agire con la forza mite della fede per porre fine ai conflitti. C’è bisogno di pace! Più pace! «Non possiamo restare indifferenti.
2. Oggi il mondo ha un’ardente sete di pace. Rischiamo di assuefarci al male della guerra, come naturale compagna della storia dei popoli. Oggi, i dolori della guerra sono aggravati anche dalla pandemia del Coronavirus. Intanto, i conflitti continuano, e con essi il dolore e la morte.
Canto, Salmo.
3. Gesù dice: «Rimetti la spada al suo posto perché tutti quelli che prendono la spada, di spada moriranno». Molti impugnano la spada, credendo di risolvere in fretta situazioni difficili. «Basta!» dice Gesù quando i discepoli gli mostrano due spade. Quel “basta!” supera i secoli e giunge forte fino a noi oggi: basta con le spade, le armi, la violenza, la guerra!
4. La pandemia minaccia la pace aumentando le diseguaglianze e le paure. Nessuno può salvarsi da solo, nessun popolo! Nessuno potrà conseguire da solo la pace, il bene, la sicurezza e la felicità. La pandemia ci ricorda che siamo tutti sorelle e fratelli di sangue, tutti sulla stessa barca, dove il male di uno va a danno di tutti. Ci salviamo unicamente insieme. Le religioni non vogliono la guerra. Con l’aiuto di Dio, è possibile costruire un mondo di pace, e così, fratelli e sorelle, salvarci insieme.
Canto, invocazioni, Salmo.
Preghiera per la pace e la fratellanza
Signore, in questo tempo di prova non ci siano più “gli altri”, ma un grande “noi” ricco di diversità. La guerra lascia sempre il mondo peggiore di come l’ha trovato, è un fallimento della politica e dell’umanità. Aiutaci ad usare le risorse impiegate per produrre armi per scegliere la vita, curare l’umanità e la nostra casa comune. Signore, rendici artigiani della pace, costruttori di amicizia sociale. Aiutaci a fare nostra la cultura del dialogo, antidoto alla sfiducia, alle divisioni e alla violenza.
Canto, Preghiera Finale, Benedizione.
da Missionari Saveriani
redazione
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