Si racconta che la Notte Santa – quando gli angeli cantavano il “Gloria” nel cielo e annunciavano la Buona Notizia sulla terra – anche un povero pastore ricevette l’invito a recarsi a Betlemme. Era un povero pastore, anzi il più povero di tutti!
Ogni pastore aveva trovato qualcosa da portare in dono: chi un agnello, chi una focaccia, chi del pecorino, chi un indumento di lana ben calda… lui, il più povero, non aveva trovato proprio nulla. Tanto che diceva tra sé: “Non ho proprio nulla: non posso andare a Betlemme. Infatti, cosa porterei?”
Così pensava e così fece presente a quanti insistevano perché si unisse alla loro comitiva. Ma tanto dissero e tanto fecero che lo trascinarono insieme a loro.
Durante il viaggio non riuscì a pensare niente e camminava quasi tranquillo. Ma quando fu nel riparo per le bestie dove appunto era il Bambino con Maria e Giuseppe, fu preso dall’emozione… Ecco avanzavano gli altri e offrono i loro doni… e Maria, la madre del Bambino, si dispone a ricevere i regali… ma ha il Bambino tra le braccia: come fare?
Guarda attorno e, come scorge il povero pastore, il più povero di tutti, e le sue mani vuote, lo chiama a sé, china il capo sorridente e gli adagia il Bambino tra le braccia!
Solo in quel momento il pastore capì che per poter accogliere quel Bambino bisognava avere le mani vuote!
di Silvano Fausti
Silvano Fausti
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- La leggenda del pastore dalle mani vuote - 20 Dicembre 2017
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