Ecco il terzo dei tre schemi d’incontro per animare gruppi giovanili a partire dall’esortazione apostolica «Querida Amazonia», e dai tre sogni del papa: sociale, culturale ed ecologico.
- Tema: nuovi stili di vita.
- Obiettivo: favorire un processo di conoscenza delle problematiche ambientali e di analisi dei propri comportamenti e del loro impatto sull’ambiente.
- Durata dell’incontro: 2h circa.
- Destinatari: dai 14 anni in su.
- Materiale: pc e proiettore, tavolo, una scatola di graffette, cartelloni.
Il tema dei Nuovi stili di vita conclude il percorso attraverso i tre sogni di papa Francesco espressi nell’esortazione Querida Amazonia.
Dopo il tema del land grabbing, per il sogno sociale e quello dell’interculturalità per il sogno culturale, concludiamo con il sogno ecologico che riguarda le relazioni di responsabilità tra noi e tra noi e l’ambiente.
Introduzione
L’esperienza del Covid-19 ha evidenziato in modo forte l’interconnessione esistente tra noi.
I muri che continuiamo a costruire tra gli stati e negli stati, non hanno impedito al virus di diffondersi, e la globalizzazione ha accelerato la pandemia.
I social ci avevano già abituati a una rete che supera qualsiasi confine di spazio e di tempo, ma quale tipo di rete, di relazione ci fa davvero felici?
1a parte: competizione o collaborazione
L’animatore introduce l’incontro con un gioco che spingerà i ragazzi a passare da un’azione volta al solo interesse personale, a un’azione collettiva in vista del bene di tutto il gruppo.
Arraffa arraffa
L’animatore divide i ragazzi in gruppi di 8-10 persone ciascuno. Il gioco verrà eseguito da un gruppo per volta: mentre un gruppo gioca, gli altri osservano.
I giocatori si dispongono attorno a un tavolo sopra il quale l’animatore mette un certo numero di fermagli (pari al numero dei giocatori moltiplicato per due, più altri due: 2n+2): se i giocatori sono 10, i fermagli sul tavolo saranno 22 (10×2+2).
Vince il ragazzo che riesce per primo a prendere dal tavolo il numero di fermagli indicato dall’animatore.
L’animatore legge a voce alta le seguenti regole:
- vince chi raggiunge 2n+4 fermagli (per 10 giocatori: 24 clips);
- al «via» dell’animatore, ciascuno prenderà i fermagli;
- allo «stop» verrà raddoppiato il numero di fermagli rimasti sul tavolo, senza superare 2n+2;
- l’animatore non può rispondere alle domande dei giocatori.
All’inizio ciascuno tenterà di afferrare il maggior numero possibile di fermagli. Poi, man mano che il gioco andrà avanti, dovrebbero capire che più «arraffano», meno clips avanzano e, di conseguenza, più piccolo sarà il raddoppio (se rimane un fermaglio, diventeranno soltanto due). Progressivamente i ragazzi capiranno che è possibile arrivare al numero vincente (24) soltanto se si coopera, prendendo una quantità piccola di fermagli, per averne un gran numero al «via» successivo. Il gioco può durare finché non ci sarà un vincitore, oppure si può interrompere.
Quando il primo gruppo finisce, gioca il secondo, e il primo osserva.
Al termine del gioco l’animatore stimolerà un dibattito partendo dall’osservazione dei comportamenti, per arrivare a ragionare sulle analogie con le dinamiche di accaparramento delle risorse naturali a livello globale.
Il gioco consente di accostarsi ai concetti di risorsa e di limite delle risorse, e di equilibrio tra uomo e ambiente, tra risorse e consumi, tra Nord e Sud del mondo. Il gioco suggerisce anche che la competizione priva di collaborazione può portare a uno squilibrio: pochi posseggono molte risorse, o addirittura nessuno raggiunge il risultato perché le risorse si esauriscono. La cooperazione invece porta a una maggiore equità: pur mettendoci più tempo, tutti ottengono più risorse.
Esistono teorie, come il cosiddetto darwinismo sociale, che giustificano l’emarginazione dei più deboli. Ma è chiaro che tutto invece è fatto per una relazione rispettosa e cooperativa.
Due aspetti da tenere presenti:
1- Quando vige la legge del più forte, le relazioni sono di tipo utilitaristico: mi servo di te per i miei fini. E questo tipo di relazione si stabilisce anche con la natura. Così scrive papa Francesco: il grido dell’Amazzonia raggiunge tutti, perché «l’aspetto di conquista e di sfruttamento delle risorse […] è giunto oggi a minacciare la stessa capacità ospitale dell’ambiente: l’ambiente come “risorsa” rischia di minacciare l’ambiente come “casa”» (n. 48).
2- L’uomo che si serve degli altri non si sente mai soddisfatto, e quindi cercherà sempre qualcos’altro che farà aumentare il suo vuoto in un vortice infinito. Così papa Francesco: «Più il cuore della persona è vuoto, più ha bisogno di oggetti da comprare, possedere e consumare. In tale contesto non sembra possibile che qualcuno accetti che la realtà gli ponga un limite. […] Non pensiamo solo alla possibilità di terribili fenomeni climatici o grandi disastri naturali, ma anche a catastrofi derivate da crisi sociali, perché l’ossessione per uno stile di vita consumistico, soprattutto quando solo pochi possono sostenerlo, potrà provocare soltanto violenza e distruzione reciproca» (n. 59).
Lo stesso Covid-19 è frutto di un abuso sul creato. Il modo in cui ogni paese ha reagito ad esso, adottando diverse misure di sicurezza, è specchio del valore che dà all’uomo. È stato evidente per molti stati che prima dell’uomo c’è il profitto, e prima del bene di tutti, c’è il bene di pochi.
L’animatore propone la visione di un video che aiuta a cogliere come tutto è connesso. Al termine si potranno raccogliere alcune impressioni.
Video: Perché gli esseri umani sono responsabili delle pandemie, pubblicato sul sito di Internazionale il 1° maggio 2020.
2a parte: nuovi stili
Uno dei rischi che spesso corriamo è quello di pensare che siano gli altri a dover cambiare. Un test potrà aiutarci a capire quanto il nostro stile di vita incida sullo stato di salute del pianeta: l’animatore propone il calcolo dell’impronta ecologica.
Online si trovano diversi siti che permettono di calcolarla, alcuni in modo più dettagliato (ad esempio sul sito www.wwf.ch/it), altri in modo più sommario, ma comunque efficace (ad es. il sito www.feem-project.net/pandora). È necessario cambiare mentalità iniziando da noi stessi, si tratta di scegliere nuovi stili di vita.
Papa Francesco: «Possiamo così compiere un passo ulteriore […]. La grande ecologia comprende sempre un aspetto educativo che sollecita lo sviluppo di nuove abitudini nelle persone e nei gruppi umani. […] Non ci sarà ecologia sana e sostenibile, in grado di cambiare qualcosa, se non cambiano le persone, se non le si sollecita ad adottare un altro stile di vita, meno vorace, più sereno, più rispettoso, meno ansioso, più fraterno» (QA n. 58).
Al cuore dei nuovi stili di vita c’è la parola sobrietà, un termine che sembra sinonimo di rinuncia e sacrificio, stringere la cinghia, invece è il cammino della vera felicità, perché conduce alla libertà, al non dipendere dall’avere, a puntare all’essere. Esso si può declinare nelle «5 R» coniate da Serge Latouche: ridurre, riutilizzare, riparare, riciclare, rallentare.
Ridurre
Riduzione dei consumi superflui: ogni volta che decidi di acquistare, chiediti se davvero ne hai bisogno.
Riutilizzare
Utilizzare un oggetto per uno scopo diverso da quello originario. Richiede fantasia e inventiva, e anche di imparare a ricorrere allo scambio e al mercato dell’usato: quello che non uso più io, può essere utile a qualcun altro.
Riparare
Scegliere dei prodotti che possano essere riparati e, quando si rompono, aggiustarli.
Riciclare
Un rifiuto può tornare a vivere in nuovi prodotti.
Rallentare
Il cambiamento passa attraverso piccole scelte come quella di usare meno auto e più bicicletta o mezzi pubblici, meno carne e più legumi, più prodotti locali, meno merendine e più panini fatti in casa, meno cibi surgelati e più prodotti di stagione, meno acqua imbottigliata e più acqua del rubinetto, e così via.
Conclusione
L’animatore invita i ragazzi ad analizzare le 5 R e ad assumere un impegno concreto che verrà scritto su un cartellone.
Preghiera a Maria (tratta dall’esortazione)
Madre della vita […] ti chiediamo […], di regnare nel cuore palpitante dell’Amazzonia.
Mostrati come madre di tutte le creature, /
nella bellezza dei fiori, dei fiumi, /
[…] e di tutto ciò che freme nelle sue foreste. /
Proteggi col tuo affetto questa esplosione di bellezza. /
Chiedi a Gesù che effonda tutto il suo amore /
sugli uomini e sulle donne che vi abitano, /
perché sappiano ammirarla e custodirla.
Fa’ che il tuo Figlio nasca nei loro cuori, /
perché risplenda nell’Amazzonia, /
nei suoi popoli e nelle sue culture, /
con la luce della sua Parola, col conforto del suo amore, /
col suo messaggio di fraternità e di giustizia. /
Madre del cuore trafitto, /
che soffri nei tuoi figli oltraggiati /
e nella natura ferita, /
regna tu in Amazzonia /
insieme al tuo Figlio. /
Regna perché nessuno più si senta padrone /
dell’opera di Dio. /
In te confidiamo, Madre della vita […].
Amen
di Felicia Romano e Gonzalo Salcedo (Comunità Missionaria di Villaregia)
Leggi, scarica, stampa da MC luglio 2020 sfogliabile.
Felicia Romano e Gonzalo Salcedo
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