Ecco la prima di una serie di tre schede pensate per animare gruppi giovanili a partire dall’esortazione apostolica del papa «Querida Amazonia», in particolare dai tre sogni di papa Francesco: sociale, culturale ed ecologico.
- Tema: land grabbing (accaparramento delle terre).
- Obiettivo: accrescere la consapevolezza sull’importanza della terra in quanto fonte di cibo; conoscere il concetto di accaparramento delle terre e dei suoi effetti sulle persone e sull’ambiente.
- Durata dell’incontro: 1h e 30’ circa.
- Destinatari: dai 14 anni in su.
- Materiale: pagine di giornale, pc e proiettore.
Nell’introduzione all’esortazione post sinodale Querida Amazonia, papa Francesco si rivolge a tutto il mondo, e non solo ai nove paesi nei quali l’Amazzonia si estende. Questo perché, come scrive al n.5, ci sono «alcuni temi che non dovremmo dimenticare e che possono ispirare altre regioni della terra di fronte alle loro proprie sfide».
Il desiderio di papa Francesco di rivolgersi a tutti e di leggere le questioni amazzoniche come temi che riguardano tutto il mondo, ci dà lo spunto per sviluppare un percorso in tre incontri da rivolgere ai nostri ragazzi e giovani per approfondire la mondialità dalla prospettiva degli ultimi.
Land Grabbing
L’esortazione di papa Francesco è divisa in quattro capitoli. Ciascun capitolo riguarda un sogno: il sogno sociale, il sogno culturale, quello ecologico e quello ecclesiale.
Se il sogno ecclesiale farà da sottofondo del nostro percorso, ciascuna delle tre puntate riguarderà uno degli altri.
Nel primo capitolo di Querida Amazonia, papa Francesco presenta il sogno sociale attraverso i versi di una poesia della peruviana Ana Varela Tafur, i quali colgono il dramma di migliaia di persone che lungo i secoli sono state sfruttate, uccise, obbligate a scappare, cacciate dalle loro terre. «Molti sono gli alberi dove abitò la tortura e vasti i boschi comprati tra mille uccisioni» (n.9). Al n.11, poi, il papa riporta una testimonianza che aiuta a comprendere le cause di tante sofferenze:
«Siamo colpiti dai commercianti di legname, da allevatori e altre parti terze. Minacciati da attori economici che implementano un modello estraneo ai nostri territori. Le imprese del legno entrano nel territorio per sfruttare la foresta, noi abbiamo cura della foresta per i nostri figli, abbiamo carne, pesce, medicine vegetali, alberi da frutto […]. La costruzione di impianti idroelettrici e il progetto di vie d’acqua ha un impatto sul fiume e sui territori […]. Siamo una regione di territori derubati».
Emerge in tutta la sua forza il problema della terra sottratta dai potenti ai loro legittimi «proprietari». Questo fenomeno, oggi più che mai attuale, è noto come land grabbing, accaparramento di terra.
Quando manca la terra sotto i piedi
Dinamica: l’animatore fa disporre i ragazzi in cerchio chiedendo loro di condividere cosa significa secondo loro l’espressione: «Mi manca la terra sotto i piedi».
Quante volte abbiamo sentito questa frase? Quante volte abbiamo provato la sensazione di smarrimento e di vuoto che questo modo di dire descrive molto bene?
La metafora è perfetta: indica sentire che qualcosa di fondamentale è venuto meno. Se non ho la terra sotto i piedi, dove posso esistere? Non siamo in grado di volare e a qualcosa dobbiamo tenerci, su qualcosa bisogna appoggiare i piedi. Il suolo è importante perché ci sostiene e ci dà un fondamento, e anche perché su di esso crescono i nostri alimenti.
Il 40% della popolazione mondiale lavora nell’agricoltura, rendendola il principale settore di occupazione al mondo.
La terra si «riduce»
Gioco di ruolo: l’animatore dispone sul pavimento alcuni fogli di giornale che rappresentano la superficie abitabile della terra, e chiede ai ragazzi di andarvi sopra stando in piedi.
Quando tutti saranno posizionati, l’animatore leggerà alcune notizie che gli abitanti della terrà ascolteranno. A ogni notizia verrà eliminato uno dei fogli, restringendo lo spazio a disposizione dei ragazzi finché non ne rimarranno solo alcuni.
Si può mettere di sottofondo qualche brano musicale che produca angoscia, insicurezza.
Proviamo a immaginare che questa superficie sia la terra su cui voi tutti abitiate e dove trovate ciò che vi serve per lavorare, mangiare e vivere bene.
- Ma vi è appena giunta la notizia che il governo del vostro paese ha deciso di espropriare delle terre per darle in gestione a un ricco produttore di soia in cambio di un’ingente quantità di denaro. Questo significa: meno terre per voi, per coltivare i vostri prodotti, per i vostri pochi animali, per le vostre abitazioni.
L’animatore toglie un foglio di giornale. - È arrivata un’altra notizia: una grossa azienda alimentare vuole coltivare palme da olio nel vostro paese, e per farlo ha bisogno di molta terra.
Questo significa che tante persone dovranno lasciare le proprie case, perché il terreno richiesto è attualmente abitato.
L’animatore toglie altri fogli. - Un’altra notizia dell’ultima ora: un paese molto ricco vuole fare degli investimenti. Ha scoperto che nella vostra terra ci sono dei metalli preziosi e vuole estrarli. Ciò significa che dovete consegnare i campi dove allevate i vostri animali. Dovranno prosciugare la laguna dove loro vanno a bere.
L’animatore toglie altri fogli.
Debriefing (10 minuti): l’animatore conduce una riflessione di gruppo aiutando i ragazzi a esprimere i sentimenti provati, a descrivere quanto accaduto e a portare in evidenza i nessi tra il gioco e la realtà.
Cosa avete sperimentato? È stato facile rimanere sulla vostra terra? Cosa avreste voluto fare? Quali alternative ci sarebbero?
Diritto alla terra
L’espressione land grabbing sintetizza questo fenomeno in costante aumento. Le aziende, soprattutto le multinazionali occidentali, puntano ad acquisire enormi quantità di terreno da utilizzare per i loro affari: la coltivazione intensiva di prodotti da esportare, l’estrazione di materie prime, l’allevamento intensivo, la produzione di energia, e così via.
La legge internazionale riconosce il diritto di ognuno a possedere una proprietà (cfr art. 17 della Dichiarazione dei diritti umani e Agenda 2030, obiettivo 1.4). Eppure è uno dei diritti meno rispettati.
Il report Secure land rights for all redatto da Un habitat, stima che cinque milioni di persone ogni anno subiscono espropri della terra. Indissolubilmente connesso a questo tema sono anche il diritto alla casa, alla terra coltivabile, alle risorse naturali per la sussistenza, alle infrastrutture di base e ai servizi.
Tra i fattori che spingono la crescita degli investimenti internazionali sulle terre dei poveri, si aggiunge l’aumento della domanda di agro energie e di nuovi materiali grezzi per la produzione manifatturiera.
L’asse portante degli investimenti mondiali nel fenomeno del land grabbing è, suo malgrado, il Sud del mondo, dove si concentra circa il 40% di tutte le acquisizioni agricole.
A cedere la loro terra sono, in generale, i paesi più poveri, ricercati da quelli più ricchi per la disponibilità e il basso costo della superficie coltivabile, per il clima favorevole e per la disponibilità di manodopera.
Nella maggior parte dei casi, si tratta di paesi che rientrano nella fascia con il più elevato rischio di fame e povertà.
Video: l’animatore mostra un video intitolato Come funziona il land grabbing? dal canale Yuotube di Oxfam Italia.
Conclusione
Considerare i poveri come persone che hanno bisogno di noi è un luogo comune abbastanza diffuso. Ma se ciò vale per la difesa dei loro diritti, è pur vero che hanno molto da insegnarci.
Il Papa al n. 20 dell’esortazione sottolinea una grande ricchezza del popolo dell’Amazzonia: il loro senso di comunità.
Un dono che appare subito molto ricco agli occhi di quanti si relazionano con loro da fratelli.
Dunque, mentre chiediamo a Dio che non sia più sottratta la terra da sotto i piedi dei poveri, chiediamo che ci insegni a sentirci un’unica famiglia (cfr At 2,1-13;2,42-48).
La madre dell’Amazzonia
L’animatore può concludere l’incontro con la lettura di una preghiera tratta da quella posta al capitolo conclusivo dell’esortazione.
«Madre, guarda i poveri
dell’Amazzonia,
perché la loro casa
viene distrutta
per interessi meschini.
Quanto dolore
e quanta miseria,
quanto abbandono e quanta prepotenza
in questa terra benedetta,
traboccante di vita!
Tocca la sensibilità dei potenti
perché, se anche sentiamo che è già tardi,
tu ci chiami a salvare
ciò che ancora vive.
In te confidiamo,
Madre della vita,
non abbandonarci
in questa ora oscura.
Amen».
Di Gonzalo Salcedo e Felicia Romano (Comunità missionaria di Villaregia)
Comunità missionaria di Villaregia
«Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda».
Gv 17,21
Questa è la parola di Gesù al centro della vita della Comunità missionaria di Villaregia, una comunità cattolica composta da laiche e laici consacrati, preti, coppie di sposi e singoli di diversa nazionalità.
Presenti in Europa, Africa e America Latina, in otto paesi, siamo uniti da un’unica missione: portare la gioia e l’annuncio del Vangelo in tutto il mondo, costruire comunità, vivere la comunione fraterna e promuovere la dignità di ogni persona privilegiando i poveri, gli emarginati e le vittime delle ingiustizie.
Cosa facciamo
Evangelizzazione
Accompagniamo la crescita delle comunità cristiane nelle giovani Chiese e ravviviamo nella Chiesa locale la gioia di testimoniare l’Amore di Dio con eventi di evangelizzazione e di sensibilizzazione missionaria.
Offriamo a giovani, adulti e famiglie percorsi formativi, di incontro con Dio e la possibilità di sperimentare la vita di comunità insieme ai missionari.
Progetti di sviluppo
Favoriamo la crescita delle comunità locali attraverso la realizzazione di progetti nei settori dell’educazione, della formazione professionale, della salute e della sicurezza alimentare.
Cultura solidale
Promuoviamo la diffusione di stili di vita improntati alla solidarietà.
Proponiamo esperienze di volontariato internazionale nelle nostre comunità di Africa e America Latina per gruppi, singoli e famiglie.
Offriamo servizi di prossimità, di accoglienza e di integrazione alle persone più vulnerabili.
Educazione alla mondialità
Promuoviamo i valori della giustizia e della fraternità universale nelle scuole attraverso percorsi pedagogici che accompagnano gli studenti a crescere nella capacità di accogliere e rispettare la diversità.
Proponiamo tematiche di cittadinanza universale, legate alle cause e alle conseguenze della diseguaglianza.
Offriamo percorsi di formazione anche a docenti, animatori e formatori.
Le nostre proposte
Progetti di educazione alla mondialità: interventi in classe su una tematica specifica col supporto di giochi di ruolo, video e immagini.
Giornate di educazione alla mondialità e allo sviluppo: prevedono una visita d’istruzione presso una delle nostre Comunità italiane.
Visite alle mostre «Il mondo visto da un’altra prospettiva», «Oltre i muri», «Il villaggio»: percorsi educativi su tematiche specifiche della mondialità.
Ogni proposta è collegata agli obiettivi Onu dell’Agenda 2030 e a quelli della campagna «Chiudiamo la forbice».
Gli interventi sono realizzati dalla Onlus Comunità missionaria di Villaregia per lo Sviluppo (Comivis).
Di Gonzalo Salcedo e Felicia Romano (Comunità missionaria di Villaregia)
www.villaregia.org
Facebook: Comunità Missionaria di Villaregia.
Leggi, scarica, stampa da MC maggio 2020 sfogliabile.
Felicia Romano e Gonzalo Salcedo
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