Padre Andres, promotore del progetto «Amico, scuola itinerante Bayenga» sostenuto dai nostri lettori nei mesi scorsi, ci scrive per raccontare i primi «magnifici» frutti della «scuola che va dai pigmei».
Bellissimo ragazzi! Siete fantastici. Ancora una volta riuscite a sconvolgermi.
La vostra solidarietà sta rendendo possibile una piccola rivoluzione… quella dell’amore.
Grazie mille, amici di «Amico».
Ora non riesco più a vivere la missione come prima: sono loro, i bambini pigmei, a condurmi senza fiato, pieni di entusiasmo, verso l’orizzonte imprevedibile dello Spirito.
Ogni mattina sono lì, a volte prima della Messa, con uno sguardo vivace e irrequieto e il cuore assetato di affetto e di emozioni. Songama, Boniface, Paape, Likosi, Imbai, Nambeu, Pesoa… almeno una decina di bambini pigmei provenienti dagli accampamenti vicini alla nostra casa scrutano il mio sguardo cercando di capire cosa faremo oggi.
Il loro cuore affamato di nuove esperienze mi spinge a creare, inventare giochi, attività, disegni, canzoni, modi nuovi di aprire la finestra della fantasia e dell’educazione: un bersaglio per imparare i numeri con l’aiuto dell’arco e delle frecce, cartoni per colorare e ritagliare le vocali in mezzo alle stelle o tra gli animali della foresta, l’altalena oppure un filo di lana, qualche sasso oppure fiori… Tutto serve! Tutto diventa scusa per imparare giocando.
Sono questi bimbi, missionari della gioia, gli ambasciatori che spalancano le porte di ogni accampamento alla scuola itinerante.
Bambini, giovani, adulti, anziani. Pigmei e bantu partecipano incuriositi e divertiti alla scuola itinerante che, senza grandi pretese, riesce a illuminare di una luce nuova gli accampamenti.
«Quando ritornate?», chiedono i bambini. «Quando venite alla nostra scuola?», chiedono i bambini bantu? «Perché non fate qualche cosa di specifico per noi?», domandano gli adulti.
La gioia dei bambini diventa missionaria e spinge ragazzi e ragazze di secondaria a improvvisarsi insegnanti, specialisti dell’immaginazione e della pedagogia dell’amore.
Dopo qualche mese di scuola itinerante, sono già sette i giovani volontari e due tra di loro sono pigmei. Tra loro s’intrecciano nuove relazioni, più degne, più fraterne, in cui tutto e tutti contano e hanno qualche cosa da dire e da fare per far funzionare la scuola.
Fino a dove? Fino a quando? Quali saranno i frutti?
Poniamo domande allo Spirito e, per adesso, ci sembra di capire che ciò che conta è amare e che, camminando, la strada si aprirà.
Quali mezzi? Piccoli quaderni di calligrafia ideati e stampati da noi, vecchie scatole e alcune forbici, matite a cera, lavagnette e gesso, fili di lana, aghi, un piccolo veicolo per trasportare i bambini e la scuola, occhi aperti e cuore appassionato per vedere e abbracciare la ricchezza della loro diversità e farla diventare utile, indispensabile, per questo dinamismo educativo che vuole soprattutto risvegliare in loro la dignità di figli di Dio. Svegliare anima e coscienza dei pigmei della nostra parrocchia, perché possano ridiventare protagonisti, con tutti, della nuova umanità voluta da Gesù.
Grazie di cuore.
Un abbraccio a tutti e arrivederci in missione.
di Andrés García Fernández
Leggilo su Missioni Consolata n. 12, 2017, in pdf sfogliabile.
Andres Garcia Fernandez
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