Un centro di salute per la comunità indigena Makuxì di Raposa Serra do Sol, Amazzonia brasiliana, è uno dei tasselli del mosaico dei diritti indigeni da difendere. I missionari della Consolata lottano al loro fianco.
Nello stato brasiliano di Roraima, la lotta dei popoli indigeni per il rispetto dei loro diritti passa anche per la salvaguardia della salute.
Nella comunità di Lage, i missionari della Consolata accompagnano il popolo indigeno Makuxì nel suo sforzo di dotarsi di un centro di salute comunitaria.
Lage è una piccola comunità di 153 persone – 32 famiglie – appartenenti al popolo indigeno Makuxì. Si trova nella Terra Indigena Raposa Serra do Sol, regione di Serras, stato di Roraima. Si tratta di una comunità isolata, raggiungibile durante la stagione secca attraversando in auto il fiume Wailã, mentre durante le piogge l’attraversamento è possibile solo con la barca della comunità.
La fondazione della comunità
Lage è stata fondata nel 2000 per assicurare una presenza indigena sul territorio, la cui occupazione da parte degli indigeni era osteggiata da latifondisti, cercatori d’oro e dallo stesso governo dello stato di Roraima.
Stabilire qui una comunità significava, per i Makuxì, poter monitorare il passaggio di persone provenienti dalla vicina Guyana. Queste, infatti, prediligevano la zona di Lage perché qui il fiume è più facilmente attraversabile rispetto ad altri punti del suo corso. Per gli indigeni, il monitoraggio di chi attraversa il fiume e poi il territorio indigeno è fondamentale per proteggerlo e avere idea del tipo di attività che su di esso vengono svolte.
La fondazione della comunità e l’organizzazione della vigilanza sotto il primo tuxaua (capo indigeno), Helio Afonso, attirò rapidamente l’attenzione dell’esercito brasiliano, che cercò di intimidire la comunità e di impedire agli indigeni di svolgere questo autonomo monitoraggio. La comunità, però, rimase ferma e determinata e non si lasciò intimorire.
Fu anche grazie all’esperienza di Lage che nella regione prese piede un servizio di sicurezza comunitaria, il cui scopo è non solo quello di proteggere pacificamente i territori indigeni segnalando eventuali tentativi di usurpazione, ma soprattutto quello di sensibilizzare e mantenere mobilitata la comunità perché questa lavori unita al perseguimento dei propri obiettivi.
Economia locale
L’attività principale della comunità di Lage è l’agricoltura; la produzione più importante è quella della cassava, da cui si ottengono farina, beiju (un tipo di pane piatto), una bevanda tradizionale e farina di tapioca. Altri prodotti sono banane, mais, fagioli e ortaggi. Si tratta di un tipo di agricoltura che può definirsi biologica; la produzione che eccede i bisogni della comunità viene venduta alla Conab – Companhia Nacional de Abastecimento.
Quanto al bestiame, anche Lage ha beneficiato della campagna dei missionari della Consolata Uma vaca paro o indio. Il bestiame comunitario viene generato con un meccanismo a rotazione: una comunità tiene gli animali per cinque anni durante i quali questi si riproducono, poi li consegna a un’altra comunità tenendosi i nuovi nati.
Situazione scolastica
Lage è vista come un esempio dalle comunità circostanti e da alcune istituzioni per quanto riguarda la vigilanza comunitaria, e in questi diciassette anni si è rafforzata e organizzata sempre più.
La comunità dispone dei primi cinque anni del ciclo di istruzione scolastica del cosiddetto Ensino Fundamental, che per intero dura nove anni e interessa bambini fra i 6 e i 14 anni.
Il governo del Roraima ha fatto costruire una scuola ma quest’ultima non ha ricevuto le autorizzazioni del ministero federale perché l’impresa costruttrice l’ha realizzata in modo inadeguato e la struttura è a rischio crollo.
Situazione sanitaria
Anche nel campo della sanità la comunità sperimenta diverse difficoltà: manca infatti un centro di salute. È presente un agente indigeno di salute che si occupa dell’assistenza di base e la Sesai, agenzia governativa per la salute indigena, invia visite periodiche del proprio personale sanitario e fornisce i farmaci di base. La comunità ricorre inoltre alla medicina tradizionale per il trattamento di alcune malattie.
Strumenti come la radiofonia, le bilance e apparecchi per il primo soccorso sono attualmente conservati nella casa dell’agente indigeno di salute. In caso di malattie gravi, il paziente deve essere trasportato all’ospedale di Uiramutã e da lì a quello di Boa Vista.
La comunità ha più volte richiesto alla Sesai la costruzione del centro di salute, ma non ha mai ottenuto risposta. Per questo ha deciso di costruirlo da sola chiedendo l’aiuto di quanti sono sensibili alla lotta indigena per i diritti (come quello alla salute), impegnandosi a contribuire con le proprie forze per quanto le sarà possibile.
di Chiara Giovetti
Chiara Giovetti
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