Tornare a Certosa per fare il pieno di Dio e riprendere il cammino con più slancio…
Duecentoventi persone dai 2 mesi all’età adulta, insieme per 5 giorni, a 900 metri di altitudine, supportate da 15 volontari e guidate da 3 padri missionari della Consolata alla ricerca di Dio… È forse la trama per la sceneggiatura di un film? No, è la realtà del Ritiro famiglie che si è tenuto alla Certosa di Pesio (Cn) dal 16 al 20 agosto 2016.
Famiglie che arrivano un po’ da tutta Italia grazie al passaparola, famiglie che non mancano ad un ritiro fin dall’inizio di questa benedetta tradizione più di vent’anni fa e famiglie che provano l’esperienza per la prima volta. Si arriva, come dice il canto, «Da mille strade diverse», ma nel cuore arde lo stesso desiderio: vivere una sosta di riflessione, di silenzio e di preghiera, come singoli, come coppia e anche come famiglia. E tutto questo a Certosa si può fare.
Mio marito ed io ci veniamo fin dal 1994, qualcuno ci chiama i veterani, io mi trovo meglio nell’immagine dei ripetenti, quelli che hanno bisogno di tornare ogni anno a Certosa per fare il pieno di Dio e riprendere il cammino con più slancio. Molti, come noi, organizzano le ferie in modo da non dover rinunciare a questo appuntamento prezioso!
All’inizio venivamo con i nostri quattro figli piccoli, che qui hanno incontrato amici che ancora frequentano a distanza di anni. Crescendo sono diventati loro animatori dei bambini più piccoli, e sovente non sono tornati a casa con noi per partecipare al ritiro giovani che segue ogni anno quello delle famiglie. Questa volta solo la figlia più piccola ci ha seguiti, ma siamo certi che le “vitamine spirituali” ricevute dai grandi a Certosa nell’infanzia e nell’adolescenza li abbiano resi degli adulti più forti. Sì, perché a Certosa i bambini non vengono solo accuditi o fatti divertire, ma vivono piccoli momenti formativi pensati per le varie età. Quest’anno il cuore dell’animazione dei figli era Padre Daniele Giolitti, coadiuvato da un nugolo di animatori e volontari.
Per gli adulti le occasioni di riflettere e pregare sono tante e diverse, distribuite lungo tutto l’arco della giornata: si comincia con la preghiera di Lodi alle 8, dove si riceve la prima perla spirituale, una breve riflessione al termine della lettura biblica, proposta quest’anno da Padre Francesco Discepoli. Dopo la colazione e la riorganizzazione delle camere, c’è alle 9,30 la Lectio quotidiana proposta da p. Francesco Peyron che, giorno dopo giorno, aiuta ad entrare nel tema del ritiro, che quest’anno era: «Misericordia, fonte di pace e serenità». Poi c’è un tempo di silenzio, riflessione, dialogo in coppia e alle 11,30 l’adorazione guidata. Dopo il pranzo (sempre ottimo, grazie alla cuoca Maria e alle sue aiutanti!), c’è tempo libero fino alle 16,30 da viversi come famiglia a seconda delle esigenze e dei gusti: relax, passeggiate, giochi, compiti arretrati, nanna per i più piccoli.
Il programma del ritiro riprende con la condivisione: ci si divide a piccoli gruppi e, in un clima di ascolto, chi lo desidera racconta cosa lo Spirito ha suscitato nel suo cuore grazie alla catechesi ricevuta e alla prolungata preghiera. Alle 18 c’è il Rosario lungo il chiostro (una variopinta processione con tanto di passeggini al seguito) e alle 18,30 la Messa con un ultimo pensiero spirituale durante l’omelia e tanti canti animati da una equipe di musicisti che è andata arricchendosi nel corso degli anni, contando negli ultimi tempi anche sulla presenza di una virtuosa suonatrice di oboe.
Dopo la cena vengono proposti a volte film o occasioni di approfondimento su tematiche di attualità o letture continuative di un libro della Bibbia o serate di canto. Questi momenti sono organizzati in una sorta di autogestione, cercando di “sfruttare” le competenze dei partecipanti che vanno, a seconda degli anni, dalla musica al giornalismo, dalla preparazione teologica all’esperienza nell’ambito educativo. Quest’anno ci è stato proposto un vero e proprio spettacolo con giochi di prestigio perché ha partecipato al ritiro la coppia che ha fondato a Torino l’associazione “I giullari di Dio”, nata per annunciare il Vangelo negli ospedali e nelle carceri.
Nel trascorrere dei giorni i sorrisi, che all’inizio sono solo abbozzati, diventano aperti e luminosi e si fa a gara nell’aiutarsi e nell’aiutare con piccoli servizi volontari la complessa gestione della Certosa. E al termine del ritiro le lacrime non mancano sul viso di tanti per l’emozione di quanto si è vissuto e condiviso. In tutti sorge la domanda: «Come faremo, una volta tornati nella nostra realtà quotidiana, a perseverare nel cammino spirituale e nel dialogo?». Ma i missionari sanno che abbiamo bisogno di sostegno e di luce e hanno già preparato il depliant con le date dei ritiri mensili… Grazie, Padri carissimi, il nostro è solo un arrivederci a presto!
Gabriella, moglie e mamma
Gabriella
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