Quando la Provvidenza porta da bere.
Parlare di Unkanha 50 anni fa significava parlare di una grande e fiorente missione della Diocesi di Tete. Parlarne adesso significa invece sentirsi tristi per il cumulo di rovine e l’abbandono che si incontra.
Negli anni ’50, padre Alberto, dei missionari di Burgos, era arrivato qua alla ricerca di un luogo con acqua per iniziare l’attività missionaria. La trovò, ma purtroppo nei venti anni di vita della missione, sempre ebbe da soffrire a causa di questa “benedetta” acqua. Dal 1971 la missione fu abbandonata. Le due guerre hanno reso i due Distretti di Maravia e Zumbu senza missionari.
I missionari della Consolata sono arrivati a Fingoè pochi anni fa, e hanno esteso la loro azione ad Unkanha a 75 kilometri di distanza, e alle sue numerose comunità cristiane, senza missionari da più di quarant’anni. La loro prima preoccupazione è stata di incontrarsi con le comunità esistenti, ed è apparsa subito chiara la necessità e l’urgenza della formazione di catechisti e animatori, lasciati da soli per molti, troppi anni. Sono iniziati gli incontri e i corsi di formazione. Dove? Nell’isolamento, tra i ruderi e tra la sterpaglia dell’antica missione di Unkanha. Per più di un anno abbiamo impostato la vita e le attività formative qui, poi, per le condizioni logistiche e la situazione di isolamento del luogo, siamo stati costretti a lasciare la zona, ormai senza popolazione, e spostarci a Nhamawende, un villaggio a pochi chilometri di distanza.
Siamo passati dall’antica missione isolata e diroccata alla periferia di un villaggio tra piante e arbusti della foresta. Ha ripreso vita così l’antica missione, ma senza le grandi strutture tipiche del passato.
Nei mesi scorsi i cristiani delle comunità vicine si sono impegnati a fare i mattoni per la nostra abitazione. Anche se la nostra comunità missionaria ha base a Fingoè, a 75 Km, questa semplice casetta ci serve come punto di appoggio per quando veniamo per la visita alle comunità e come abitazione per gli incontri e corsi formativi per gli animatori e catechisti. Del resto si ha sempre più coscienza che i veri missionari sono proprio loro, lo Spirito del Signore li ha accompagnati in questi quarant’anni in cui, senza aiuto umano, hanno guidato le comunità cristiane.
Intanto per le attività programmate qui a Nhamawende siamo ancora sistemati in modo provvisorio in capanne, ma già si è al lavoro per avere due case e un ambiente che possa dare una sistemazione più confortevole per gli animatori e catechisti.
Come per l’antica missione abbandonata, anche qui si è vissuti con la difficoltà dell’acqua.
Fare incontri e corsi in continuazione per una cinquantina di persone, ma con l’acqua distante è un problema, un disagio permanente. Vicino a noi c’era l’ospedale con gli stessi problemi. Siamo a 360 km da Tete, capitale del Distretto, e fare arrivare apposta per noi fin qua una perforatrice è proibitivo. Vedo la mano di Dio in un incontro avuto a pochi kilometri da Nhamawende. Il 4 Dicembre dell’anno scorso sulla strada di ritorno a Fingoè ho incontrato un camion. Il conduttore mi ha chiesto un’informazione, aggiungendo che stava arrivando una perforatrice. Tra l’altro mi ha chiesto se avevo bisogno di fare un pozzo. Quasi non credevo a quanto mi stava dicendo, mi sono fatto ripetere la domanda, e subito gli ho chiesto come, quando sarebbe stato possibile, e soprattutto quanto (!!!) sarebbe costato. Abbiamo combinato tutto là, in mezzo alla strada. «Tra due giorni», mi ha risposto. Il prezzo poteva essere abbordabile. Ho pensato alla popolazione di Nhamawende, all’ospedale, ai corsi di formazione, a tutta l’attività della missione… Perdere quell’occasione sarebbe stato un vero peccato, da qualche parte i soldi per questo progetto sarebbero arrivati.
E il 7 dicembre, tre giorni dopo è arrivata l’acqua! «Non esiste il caso (l’incontro casuale con il camionista sulla strada), ma esiste la Provvidenza».
Nota finale. Adesso incomincio a pensare e a sognare che possano essere toccate dalla Provvidenza anche le altre «tre aree» (Malowera, Zambwe, e Zumbo) dove siamo presenti con le stesse attività di Nhamawende.
padre Franco Gioda
di Franco Gioda
Franco Gioda
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