Immersi nell’Anno giubilare della misericordia, con lo sguardo rivolto a Cracovia, Polonia, dove a luglio si celebrerà la Giornata mondiale della gioventù, leggiamo il brano di Luca che racconta la Pentecoste (At 2,1-11).
Una folla di persone di ogni nazione si mette a osservare, chi con partecipazione, chi con scetticismo, chi con ostilità, lo scompiglio creato da quel vento impetuoso, da quelle lingue «come di fuoco» che hanno abbattuto i muri del cenacolo.
Immaginiamo quel medesimo vento sconvolgere i passi dei giovani in cammino verso Cracovia. E lo scompiglio che contagia anche chi osserva: «Come mai ciascuno di noi sente parlare delle grandi opere di Dio nella propria lingua? Com’è possibile che qualcuno conosca la grammatica del mio cuore? Che parli con il lessico della mia vita? Con la sintassi della mia storia?».
«Si trovavano tutti insieme nello stesso luogo», nella stessa città di Giovanni Paolo II, di santa Faustina (apostola della Divina Misericordia, il cui nome significa «felice»), per vivere la beatitudine di essere misericordiosi, e trovare misericordia. Si trovavano tutti insieme, benché venuti da ogni dove, ciascuno dalle proprie esperienze e ferite, dalle proprie gioie e fallimenti.
Chiamati, dopo lo scompiglio, ad abituarsi ad altro scompiglio, quello ripetuto, ostinato, che colpisce senza risparmio per tutta la vita il discepolo divenuto apostolo, portatore di Parola, destinatario e strumento di misericordia.
Il nostro auspicio è che lo Spirito in forma di lingue, che dona la capacità di comprendere e parlare le lingue degli uomini del mondo, scompigli il cammino dei giovani che, anche dalle case dei missionari della Consolata, andranno a Cracovia nel prossimo luglio.
Da amico,
buona Pentecoste,
e buona missione.
Luca Lorusso
Luca Lorusso
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