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Dio non si stanca di perdonare

«Dio non si stanca di perdonarci. Siamo noi che ci stanchiamo di chiedere perdono». Già nel suo primo Angelus papa Francesco aveva lanciato al mondo il suo appello: il cuore di Dio è più grande di qualunque peccato. In queste riflessioni − inedite in Italia, qui proposte per la prima volta − l’allora arcivescovo di Buenos Aires medita sulla continua disponibilità di Dio a dimenticare il male. Al contempo, interpella il lettore con insistenza affinché apra con fiducia il cuore al perdono di Dio e si lasci riconciliare con i fratelli e le sorelle.
Con un testo di padre GianCarlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Bojano

 

Autore: Bergoglio Jorge Mario (Francesco) 

Postfazione di: Mons. GianCarlo Bregantini 

Anno: 2014 

Pagine: 64 

Formato: 12 x 16.5
Prezzo: 5,90€

In occasione dell’imminente Quaresima, l’Editrice Missionaria Italiana pubblica il nuovo libro (inedito in italiano) di Jorge Mario Bergoglio – papa Francesco, Dio non si stanca di perdonare (pp. 64, euro 5,90), testo che raccoglie alcune meditazioni dell’allora cardinale di Buenos Aires incentrate sul tema della conversione e della misericordia. In queste dense pagine Francesco lancia un invito ai suoi lettori: vivere l’esperienza «dell’incontro con Dio che è sempre una novità e che ci spinge a fare una scelta decisa, verso le periferie e le frontiere, dove c’è l’umanità più ferita e dove gli uomini, sotto l’apparenza della superficialità e del conformismo, continuano a cercare la risposta alla domanda del senso della vita». Partendo dalla situazione precisa della sua diocesi di allora (i testi risalgono agli anni tra il 2004 e il 2011), il pontefice nota di aver cambiato radicalmente approccio nel modo di condurre l’azione pastorale della Chiesa: «Aspettavamo e ricercavamo il tempo per decidere e pianificare. Invece il Signore ha scombinato le nostre coordinate e ci ha condotto pian piano, con il suo Spirito, a posare lo sguardo sulla gente: non per vedere ciò che vogliamo, ma ciò che è».
Per Bergoglio è decisivo il rifiuto del peccato essenziale, ovvero l’egoismo che annulla ogni prossimità: «Se viviamo in questa situazione di peccato, viviamo accentrando l’attenzione su noi stessi. E configuriamo quel tipo di uomo e di donna che invece di chiamarsi Giovanni, Pietro, Maria, Antonia, si chiama io-me-stesso-con-me-per-me». Ma la buona notizia che Bergoglio vuole comunicare a tutti è che: «Dio è tenerezza e ci viene incontro per avvicinarci con la sua grazia e guidarci in una itineranza costante e rinnovatrice». Anzi, la tenerezza del Padre di Gesù è la notizia buona che la gente desidera ascoltare dalla voce dei cristiani: «Il popolo fedele di Dio ci ha chiesto la tenerezza del Padre, che gli possiamo render vicina soltanto nella misura in cui rinnoviamo il nostro fervore apostolico essendo audaci testimoni dell’amore di Colui che “ci ha amati per primo”».
Il testo di Bergoglio si avvale di una postfazione di padre GianCarlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Bojano e presidente della Commissione CEI per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace.
 

di EMI – Editrice Missionaria Italiana

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