Sono quelle parole da sussurrare all’orecchio dell’amato, quei gesti compiuti alla sua sola presenza, quelle astinenze da sé per lasciargli spazio. Atti compiuti nell’intimità, vita spesa «nel segreto» (Mt 6, 4.6.17). Nelle pieghe della relazione d’amore. Al solo scopo dell’amore. L’elemosina, la preghiera, il digiuno: strumenti ed effetti della salvezza. Non forza di chi vuole salvare, ma debolezza di chi è salvato (2Cor 12,10).
Stai attento! Che «non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra». Fai attenzione. Aumenta la consapevolezza. Non di ciò che fai, ma della Sua presenza nella tua vita.
Gesù, l’impreciso agli occhi degli uomini, che non combacia all’atteso Messia, ti chiede imprecisione negli atti d’amore: compiuti all’insaputa. Quasi un ossimoro, una contraddizione: «Stai attento a non sapere cosa fai. Cerca di non porre troppa attenzione agli atti, perché da effetti non si trasformino in cause, da mezzi non si trasformino in fine. Stai attento a ciò che sei, a ciò che sono io. Stai attento alla nostra storia d’amore.
Ciò che farai ne sarà una conseguenza, e un mezzo che la rafforzerà. Non l’ammirazione (o la derisione) degli uomini ti cambierà. Ma il nostro essere vicendevole abitazione, l’uno per l’altro».
Buon cammino di Quaresima, da Amico.
di Luca Lorusso
Luca Lorusso
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