Slow page dei Missionari della consolata

Un solo corpo. Molte sono le membra, ma uno è il corpo

Schema per una giornata missionaria sul tema dell’essere membra differenti di un unico corpo.

Obiettivi:
• riconoscere di fare parte di un «corpo»;
• riconoscere la propria individuale specificità e «utilità», il proprio ruolo nel meccanismo complessivo del corpo;
•mettere a confronto la propria vita con la Parola di Dio;
•prendere consapevolezza delle responsabilità individuali e collettive nella missione;
•stimolare alla cooperazione.
Destinatari:
ragazzi tra 8 e 11 anni. Gruppi anche grossi (150-200).
Spazi:
Ampi. Sia all’aperto che al chiuso.
Durata:
Opportunamente modificati e eventualmente ridotti, gli spunti proposti possono essere utilizzati per una giornata missionaria, per un unico incontro più breve o un percorso articolato in diversi incontri, a seconda delle esigenze.

Programma della giornata
9.30: arrivo.
9.30-10: accoglienza, presentazione della giornata, breve momento di preghiera.
10-12.15: attività a gruppi.
12.30-13.30: pranzo.
13.30-15.30: attività a gruppi.
15.30-16: conclusione. Ripresa della giornata, spiegazione del significato del percorso fatto, saluti.

Materiali
• Preghiera iniziale e preghiera finale;
• Brano di 1Cor 12, 14-26;
• Un puzzle raffigurante un corpo umano per ciascun gruppo;
• Bende per legare e da porre sugli occhi;
• Sedie;
• Storia per la quinta tappa;
• Vestiti e oggetti per la rappresentazione della storia della quinta tappa;
• Macchina fotografica;
• Videoproiettore, Pc, amplificazione, cavi necessari, parete bianca o telo per proiezioni, video che parli di un ospedale missionario (ad esempio Wamba);
• Cartelloni, pennarelli, scotch, colla, forbici.

1. LA PARTE MANCANTE DEL CORPO
La missione è riconoscere il valore di ciascuno di noi.
Fornire a ciascun gruppo i pezzi di un puzzle che raffiguri un corpo umano (a seconda dello spazio disponibile: nasconderli oppure portarli a staffetta). A ogni puzzle mancherà un pezzo, una parte del corpo diversa per ogni gruppo.
Una volta composti i puzzle i ragazzi si accorgeranno che non sono completi.
L’animatore provoca i ragazzi con le seguenti domande:
– Quale parte del corpo manca nel vostro puzzle?
– Che cosa non può fare questo bambino nel puzzle?
– Che cosa accadrà al corpo se la parte mancante continuerà a mancare?
– Che cosa succede al corpo quando una parte smette di funzionare?

Poi legge e commenta 1Cor 12,14-16: «Ora il corpo non risulta di un membro solo, ma di molte membra. Se il piede dicesse: “Poiché io non sono mano, non appartengo al corpo“, non per questo non farebbe più parte del corpo. E se l’orecchio dicesse: “Poiché io non sono occhio, non appartengo al corpo”, non per questo non farebbe più parte del corpo». E conclude con la seguente provocazione: «Tu potresti pensare che non sei come gli altri, o di non essere utile, ma la verità è che noi tutti siamo diversi; tu sei speciale, unico, nessuno può fare quello che tu puoi fare. Sei necessario nel corpo di Cristo. Il corpo di Cristo ha bisogno di te!».
Alla fine l’animatore dà ai gruppi i vari pezzi mancanti tutti assieme e li invita a cercare la parte che serve per completare la figura.

2. TUTTO FA UN CORPO
La missione è riconoscere che siamo tutti membra di un solo corpo.
L’animatore chiede ai ragazzi: «Dove sono i vostri nasi?», quando rispondono, l’animatore dice: «Smettete di parlare, non siete mica la bocca!».
«Dove sono le bocche?», e dice «smettete di muovervi, non siete la mano o il piede».
«Dove sono le mani?», e dice: «Voi non siete l’orecchio, come è possibile che mi sentite?».
L’animatore invita ogni gruppo a utilizzare le azioni per mostrare le funzioni delle diverse parti dei loro corpi.
«Come riuscirebbe la tua parte del corpo a effettuare le seguenti operazioni? I nasi e le bocche, come farebbero a inviare un sms su un cellulare? Le mani e il cervello come farebbero ad andare in bicicletta? I piedi e le orecchie come potrebbero mangiare un gelato?
L’animatore invita poi i gruppi a mimare delle azioni:
* invio di un sms;
* andare in bicicletta;
* mangiare un gelato.
Riflessione: «Tutto ciò che facciamo richiede la collaborazione di diverse parti del corpo che lavorano insieme. Abbiamo bisogno gli uni gli altri».
Infine l’animatore legge e commenta 1Cor 12,17-20: «Se il corpo fosse tutto occhio, dove sarebbe l’udito? Se fosse tutto udito, dove l’odorato? Ora, invece, Dio ha disposto le membra in modo distinto nel corpo, come egli ha voluto. Se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo? Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo».

3. ATTACCA LA PARTE AL TUTTO
La missione è camminare insieme.
Il gioco è simile a quello che si chiama «attacca la coda all’asino». I ragazzi devono attaccare le diverse parti del puzzle al posto giusto su un busto umano. Non è un singolo ragazzo a giocare ma più ragazzi insieme che devono collaborare nel seguente modo:
*un bambino bendato rappresenta i piedi, e un altro con i piedi legati che rappresenta la bocca dà le indicazioni;
*un bambino con piedi legati e occhi bendati che rappresenta le mani, attacca un cartellino portato in braccio da due bambini che sono piedi e occhi;
*un bambino con bocca bendata che rappresenta gli occhi, deve attaccare il cartellino seguendo le indicazioni di un altro che fa da bocca.
L’animatore propone la seguente riflessione: l’occhio non può dire alla mano, non ho bisogno di te. E la mano non può dire al piede, non ho bisogno di te. Tutte e tre le parti del corpo sono necessarie per vincere la partita. Abbiamo tutti bisogno di un altro.
L’animatore legge e commenta 1Cor 12,21-22: «Non può l’occhio dire alla mano: “Non ho bisogno di te”; né la testa ai piedi: “Non ho bisogno di voi”. Anzi quelle membra del corpo che sembrano più deboli sono più necessarie».

4. SEGUIRE QUELLA PARTE DEL CORPO
La missione è farsi carico delle sofferenze degli altri.
I ragazzi di ogni gruppo vengono suddivisi in sottogruppi da cinque. Un ragazzo sarà la testa e il busto (preferibilmente seduto su una sedia). Gli altri quattro saranno gli arti che devono compiere alcune azioni:
– dire «Buongiorno!» e salutare qualcuno;
– starnutire e soffiarsi il naso;
– battere le mani come in un applauso;
– piegarsi in avanti e toccare i piedi con le mani.
Poi si chiede di mimare la risposta a queste domande:
«Quando hai mal di pancia cosa risponde il corpo? Come fai?». Esempio di Risposta: corpo piegato nel dolore e le mani stringono la pancia (tutti i gruppi lo fanno).
«Se cadi e ti ferisci il ginocchio sinistro, come reagisci?».
Il corpo è piegato verso il basso e le mani tengono il ginocchio sinistro nel dolore (tutti lo fanno).
«Quando sai che hai vinto un premio in un concorso d’arte come rispondi?».
L’animatore legge e commenta 1Cor 12,25-26: «Perché non vi fosse disunione nel corpo, ma anzi le varie membra avessero cura le une delle altre. Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui».
Spunti per la riflessione: «Avete notato che quando una parte del corpo è felice, le gambe saltano di gioia e le mani battono. Allo stesso modo, quando una parte del corpo è nel dolore (ad esempio, è infortunato il ginocchio o si ha mal di pancia), le altre parti del corpo sono colpite. Il nostro corpo è costituito da molte parti e sono tutte collegate tra loro. Se una parte non sta bene è colpito tutto il corpo». «Allo stesso modo, la Chiesa, il corpo di Cristo, è un solo corpo con molte parti collegate tra loro. Così, quando ti accorgi che un tuo amico si sente giù o triste, che cosa devi fare?». «Siamo in grado di dargli un orecchio in ascolto, un po’ di incoraggiamento, un abbraccio o una pacca sulla spalla. Quando il nostro amico/a è felice per qualcosa, siamo in grado di  congratularci o dare un high-five!».

5. UNA MANO AIUTA L’ALTRA
La missione è aiutarsi a vicenda.
In questa tappa l’animatore legge la storia seguente e poi chiede ai ragazzi di rappresentarla.
«Ci sono due ragazzi: uno è senza le braccia e un altro è cieco. Devono aiutarsi. Ma mentre cercano di farlo uno dei due diventa egoista.
Colui che non può vedere, deve andare in un posto ma non vede la strada. E colui che non ha le braccia lo aiuta mostrando il cammino con la gamba. Nella difficoltà si stancano, arrivano a un posto, si fermano e sentono già fame e sete.
Subito gridano chiedendo da mangiare e da bere. Qualcuno offre volentieri da mangiare.
Ma come fare? Quello che ha le braccia non può vedere e quello che vede non può prendere il cibo: il ragazzo che vede e non ha le braccia dice al suo compagno: «Alzo la mia gamba e ti indico dove è il cibo, così mi dai da mangiare e dopo mangi tu». Il suo compagno è d’accordo ma quando trova il cibo non vuole darlo più al suo compagno. Dopo molta insistenza gli concede qualcosa ma alla fine lui ha mangiato di più.
Dopo tanto tempo a chiedere e senza ricevere il ragazzo senza le braccia si arrabbia e si allontana buttando via il bastone del suo compagno. Questi piange chiedendogli di tornare ad aiutarlo ma lui non torna».
L’animatore lascia una decina di minuti perché il gruppo abbia il tempo di rappresentare la storia (prevedendo anche alcuni oggetti che possono aiutare a rappresentare meglio, ad esempio qualche vestito, il bastone, il cibo). L’animatore può scattare qualche foto del lavoro finale.
Spunti per la riflessione: «Quanto valore ha un corpo completo e quanto soffre un corpo incompleto. La collaborazione uno con l’altro non è un favore ma una necessità ed è fondamentale nella vita.

6. COME CURARE IL CORPO…
La missione è curare il corpo di Cristo.
Il corpo ha anche bisogno di essere curato e sostenuto; a noi sembra una cosa scontata, ma non è così in ogni parte del mondo. L’animatore propone la visione di un video sull’ospedale di Wamba (Kenya) o su un’altra opera sanitaria missionaria nel mondo.

7. UN CORPO, DIVERSE MEMBRA
La missione è accettare e armonizzare le diversità.
Ogni gruppo viene suddiviso in gruppi più piccoli: a ogni sottogruppo viene chiesto di disegnare una parte di un corpo (testa, braccia, gambe, mani, piedi, busto…). Però ogni gruppo non sa cosa faranno gli altri. Nel complesso potrebbero esserci alla fine diverse parti di corpo di forma, dimensione, colore diverso. Alla fine l’animatore invita i ragazzi ad assemblare le varie parti per comporre un unico corpo che verrà attaccato su un cartellone.
Ogni corpo così realizzato può essere portato alla preghiera finale.

NOTA
L’attività che proponiamo per il mese missionario, o comunque per organizzare una giornata missionaria, è stata elaborata durante l’estate 2013. Essa prende spunto dal tema che la Diocesi di Milano ha proposto per l’estate 2013 «Every body, un corpo mi hai preparato».
Alla proposta di animazione hanno partecipato diverse parrocchie trascorrendo l’intera giornata al centro di animazione di Bevera.

di Peter Njoroge e equipe Amv Bevera

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