Intervistiamo alcuni membri del gruppo di Laici Missionari della Consolata che fanno riferimento alle missionarie della Consolata di Grugliasco (To).
Loredana Mondo nata a Torino, insegnante di scuola primaria. Fa parte del Gruppo LMC di Grugliasco (Torino) fin dal 1998.
Laura Brucalassi spostata con Simone e mamma di Emanuele (di 6 mesi), vive a Torino e lavora come impiegata. Fa parte del Gruppo LMC di Grugliasco (Torino) dal 2000 dopo un cammino di formazione umana e cristiana guidata dalle Missionarie della Consolata.
Marco e Giusi Cerutti vivono a Cuneo: lui, nato nel 1949, è un pubblico dipendente in pensione e lei, nata nel 1952, è insegnante di scuola primaria, prossima al pensionamento. Sono sposati da trentaquattro anni e hanno ricevuto dal Signore il dono di una figlia adottiva (che ha già spiccato il volo dal nido familiare) e due figlie naturali (che condividono la formazione missionaria in un altro gruppo guidato dalle Suore della Consolata).
Perché hai deciso di diventare laico missionario e, soprattutto, perché della Consolata?
Lory: aver sperimentato l’accoglienza, l’attenzione alla persona, il vivere il Vangelo in modo semplice, ma profondo delle Missionarie MC, ha fatto nascere in me il desiderio di scoprire quale fosse la fonte di tutto questo. È iniziato così un cammino che mi ha portata a scoprire questo Carisma, a conoscere la figura del B. Allamano, il suo rapporto con Dio e il suo amore alla Consolata e a sentire che questo era lo “stile” con cui volevo vivere il mio essere cristiana, portando consolazione.
Laura: anche per me aver riscontrato prima di tutti nella mia catechista (una Suora MC) l’accoglienza, la gioia nel vivere il Vangelo e l’attenzione all’altro mi ha avvicinata all’Istituto. La grande confidenza in Dio e la concretezza dell’Allamano mi hanno poi attratta verso la sua persona e il suo Carisma.
Marco e Giusi: il nostro amore alla Consolata ha radici che risalgono all’infanzia; inoltre abbiamo sperimentato più volte il potere rigenerante di questa Parola di Dio: “Sia benedetto Dio, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra tribolazione, perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione con la consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio” (2 Cor 1, 3-4). Quando abbiamo conosciuto questo Gruppo LMC ci siamo sentiti “in famiglia” e ci è sembrato che l’Allamano stesso e la Consolata ci chiamassero a condividere il cammino di crescita con questi nuovi amici per assimilare il Carisma di Consolazione e per viverlo negli ambienti della nostra vita quotidiana.
Puoi raccontare brevemente la tua storia missionaria?
Lory: dal 1992 ho frequentato il gruppo giovani di Grugliasco prima come “animata” poi come animatrice insieme a una missionaria e altre due giovani. Nel corso degli anni il gruppo ha avuto diverse trasformazioni fino a iniziare nel 1998 il cammino di condivisione del Carisma.
Laura: per me è stato importante capire che come laica potevo essere missionaria nel quotidiano, in famiglia, sul lavoro, nel volontariato, con le persone che incontro ogni giorno. Partecipare attivamente alla vita del gruppo LMC mi ha aiutata a non sentirmi isolata e ad approfondire la Parola di Dio che ci forma e ci invia: le occasioni pratiche di servizio nascono di conseguenza!
Marco e Giusi: la nostra storia come LMC è iniziata nel 2004 con la partecipazione al primo Convegno Nazionale dei LMC d’Italia, svoltosi a Nepi. Da quel momento, per noi, è diventato prioritario partecipare alle iniziative del Gruppo, soprattutto agli incontri di formazione, cercando, inoltre, di trovare ogni mese un po’ di tempo per una visita alla Consolata nel suo bel santuario di Torino.
Puoi dire due parole sul paese in cui ti trovi oggi? Quali sono le sfide missionarie principali di questo paese?
Il nostro gruppo si trova ad operare in Italia. La sfida che sentiamo in modo particolare è quella del riuscire a vivere il Carisma della Consolazione nell’accoglienza soprattutto nel periodo di crisi che stiamo vivendo. Il doversi poi confrontare con culture diverse, richiede inoltre un cambio di mentalità, una maggiore attenzione alle nuove povertà, a sentire che l’evangelizzazione è un compito di tutti e che richiede soprattutto di convertirsi e non di convertire, di essere coerenti per essere testimoni autentici di consolazione.
Che lavoro (missionario) stai svolgendo oggi?
Lory: in questi anni ho fatto parte dell’ equipe che coordina la vita del gruppo. Insieme ad altri LMC portiamo avanti l’iniziativa del Mercatino Missionario che ha come scopo quello di sostenere alcuni progetti e di sensibilizzare le parrocchie sulle diverse realtà dei paesi in cui operano le Missionarie. La mia professione mi ha portata poi a lavorare in un contesto multi etnico e multi culturale, una realtà che porta in sé grandi ricchezze, ma anche grandi problematiche di inserimento, di accoglienza, di rispetto dell’altro. È perciò un terreno privilegiato per vivere in modo concreto il Carisma.
Laura: attualmente il mio impegno missionario si svolge soprattutto nei confronti del gruppo LMC, che ho rappresentato in varie occasioni ufficiali. Nell’ultimo anno ho fatto parte dell’equipe di coordinamento del gruppo e dell’equipe per la stesura del regolamento interno.
Marco e Giusi: finora il nostro “lavoro missionario” coincideva con il nostro lavoro professionale e con alcuni spazi di volontariato, soprattutto come consulenti familiari, a sostegno di coppie e famiglie con difficoltà relazionali. Quando saremo entrambi in pensione, è proprio in questo campo che spenderemo la maggior parte del nostro tempo, cercando di vivere in modo più concreto il Carisma di Consolazione.
Qual è la difficoltà più grande che incontri?
Lory: riuscire a rapportarsi senza pregiudizi alle persone e alle situazioni, mettersi nei panni dell’altro, guardarlo come lo guarderebbe Dio.
Laura: per me tra le difficoltà maggiori c’è il vivere in un contesto che (prevalentemente) guarda con sospetto se non con pregiudizio alla Chiesa.
Marco e Giusi: la mentalità del mondo che ci trascina verso il “fare”, mentre noi sappiamo che per “fare bene, il bene” è importante prima di tutto “essere” e possiamo “essere” solo se rimaniamo uniti a Gesù, perché come dice l’Allamano: “Si fa di più in quindici minuti, dopo aver pregato, che in due ore senza preghiera”.
Qual è la soddisfazione più grande?
Lory: sapere che non sei tu che cambi la vita delle persone, ma è Lui che agisce e non sempre ti è dato di vedere i “frutti” del tuo lavoro, ma senti che sei parte di un progetto: a te è chiesto di fidarti di Lui e di fare del tuo meglio.
Laura: constatare con stupore e riconoscenza che le differenze di età, di esperienze, di visione della vita e della fede possono essere conciliate se si è uniti da una “forza superiore” e da un comune intento come è stato per i membri del nostro gruppo, il desiderio di conoscere e cercare di vivere il Carisma del B. Allamano.
Marco e Giusi: è bello vedere come le persone, dopo aver sperimentato la soddisfazione di sentirsi capite nei loro problemi umani, si aprono alla gioia del sentire che Dio li ama così come sono e là dove sono … e subito si rimettono in cammino con energie nuove.
Puoi raccontare un episodio significativo della tua vita missionaria?
Lory e Laura: è non è facile individuare un episodio significativo, ma l’aver incontrato persone che hanno lasciato in noi impronte significative sì, persone che nella loro unicità e nella loro semplicità, ci hanno fatto vedere che Dio è grande e molto delicato.
Marco e Giusi: ecco lo stralcio di una lettera di una signora che abbiamo seguito per un lungo periodo (spesso, insieme al marito): “… Quando avevo iniziato il cammino con voi, io mi sentivo come in mezzo al mare agitato: ero sola, annaspavo e non sapevo nuotare; oggi mi sento su una barca con mio marito; remiamo insieme e anche il mare attorno a noi è più calmo. Grazie di cuore!”
Quali sono, secondo te, le grandi sfide della missione del futuro? In concreto, come pensi di affrontarle nel tuo ambiente, con la gente con cui lavori?
L’educazione cristiana delle nuove generazioni; l’accoglienza dell’altro come portatore di ricchezze culturali e spirituali; mantenere l’attenzione sulle sfide che la realtà ci propone all’interno degli ambienti in cui ci troviamo ad operare.
Sicuramente la testimonianza di vita è la strada che permette di avvicinarsi all’altro rispettandolo nella sua identità, ma questo è possibile solo nel confronto con la Parola di Dio che è la fonte della speranza e della consolazione che siamo chiamati a portare.
Che cosa possiamo offrire al mondo come Famiglia Missionaria della Consolata? Quali sono le nostre ricchezze che possiamo condividere con gli altri?
Come gruppo e come singoli possiamo dare una testimonianza di uno stile che è proprio del Carisma. Vivendo in realtà a volte molto diverse tra loro, abbiamo la possibilità di individuare nuove “terre di missione”, di condividere le nostre professionalità per essere concretamente vicino a coloro che si trovano in difficoltà senza dimenticare quelli che sono lontani.
A partire dal tuo contesto, che cosa dovremmo fare, secondo te, per avere più impatto nel mondo giovanile?
Lory: i giovani oggi sono alla ricerca di punti di riferimento credibili, di persone coerenti che sappiano offrire uno sguardo di speranza, che sappiamo dar loro la capacità di guardarsi come Dio li guarda, come portatori di doni e non come fonte di problemi. Hanno bisogno di essere riconosciuti nella loro unicità e spronati a coltivare i propri talenti, aiutandoli ad essere perseveranti nei loro impegni.
Laura: farli sentire amati e apprezzati, ascoltare ciò che hanno da dire senza pensare che siano per forza superficiali o disinteressati a tutto; aiutarli a riconoscere in se stessi delle esigenze di natura spirituale ma anche delle ricchezze da mettere al servizio degli altri
Marco e Giusi: partire sempre dalla loro realtà, senza pregiudizi, per far sentire loro che Dio li raggiunge là dove sono, li accoglie così come sono e li ama senza condizioni.
Durante queste interviste chiediamo sempre di suggerirci uno slogan da proporre a tutti i giovani che si avvicinano ai nostri centri missionari. Che frase, slogan, citazione proporresti, e perché?
“Coraggio e avanti nel Signore”: quando si sceglie Dio come compagno di viaggio, la vita diventa piena di gioia, una gioia contagiosa che non si può trattenere.
http://www.laicimcgrugliasco.it/
di Luca Lorusso
Luca Lorusso
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