Il campo scuola estivo del gruppo «Arcobaleno1», all’insegna dei valori olimpici (ed evangelici).
Citius! Altius! Fortius! Più veloce! Più in alto! Più forte! È questo il motto che ha accompagnato e guidato, durante tutto il loro svolgimento, non solo l’edizione londinese dei XXX giochi olimpici, ma anche la 1^ edizione delle Arcolimpiadi, i giochi dell’Arcobaleno, un’esperienza di campo scuola missionario organizzata dal Cam di Martina Franca (Ta), per ragazzi dagli 11 ai 13 anni.
Le Arcolimpiadi, svoltesi a Grumento Nova (Pz), nella casa salesiana «Don Bosco», dal 29 luglio al 5 agosto 2012, in concomitanza con le vere Olimpiadi, hanno rappresentato per il gruppo Arcobaleno1 un’indimenticabile occasione di formazione, condivisione, crescita e divertimento, all’insegna dei valori olimpici di amore, fratellanza, rispetto, pace.
I ragazzi hanno intrapreso un viaggio nello spazio e nel tempo, attraverso la storia delle Olimpiadi, fino all’antico villaggio romano di Grumentum, e all’anno 12 d.C.: luogo e tempo in cui l’accensione del braciere ha segnato l’inizio dei Giochi dell’Arcobaleno.
Attraverso dinamiche di gruppo, preghiere e giochi, i giovani atleti hanno potuto sperimentare la bellezza di un cammino che li ha portati, e li può portare quotidianamente, dalla chiusura all’accoglienza, dall’egoismo alla condivisione, dalla pigrizia all’impegno, dalla violenza alla pace, dall’apparenza ai valori, dall’inganno alla lealtà…
La conoscenza di questi valori ha permesso a ognuno dei partecipanti di intraprendere un percorso in salita verso la vera felicità, verso Dio, per accendere il fuoco vero che arde ma non si consuma, che da’ luce, calore e forza a ogni uomo, che costantemente deve bruciare nel braciere della vita, per darle senso e significato.
Ed è stato proprio Dio a mettere nelle mani di ognuno un testimone, simbolo del campo scuola, con il compito di passarlo al proprio vicino, per trasmettere il messaggio evangelico delle «arcolimpiadi».
Il motto «Citius! Altius! Fortius!», originariamente un’esortazione per gli atleti, perché tendessero sempre al superamento agonistico dei propri limiti personali, ha finito col divenire una filosofia di vita, fedele compagna del (a volte) faticoso sentiero della vita.
E ora… passa il testimone!
di Alessia Ruggieri
Alessia Ruggieri
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