Slow page dei Missionari della consolata

Il flauto invece del bastone

Vita di mons. Franco Masserdotti. 

Quando fui consacrato vescovo, una mia amica pittrice mi regalò un quadro del Buon Pastore. Bellissimo.
Il pastore non aveva in mano un bastone, segno di autorità e forza, quasi a dimostrare il bisogno di aver qualcosa in mano per allontanare i lupi. No, aveva in mano un flauto.
Il flauto non allontana le persone ma le mette insieme. Ha un suono soave e gradevole. Fa capire che il pastore deve amare la bellezza, conoscere la tenerezza, deve far prevalere l’affetto sul ragionamento.
(dom Franco Masserdotti)

Autori:
Munari Giovanni, Pierli Francesco
• Giovanni Munari, missionario comboniano, ha vissuto per trent’anni in Brasile. Ora vive e lavora in Italia. Dirige la casa editrice Emi, per la quale ha anche scritto "Ezechiele Ramin" (2006); "Nel mondo degli spiriti" (2008), e "Sulla missione" (2011).
• Francesco Pierli, missionario comboniano, ha vissuto lunghi periodi in Uganda e Kenya. Dal 1985 al 1991 è stato superiore generale dell’Istituto. Oggi dirige un corso di formazione al Tangaza College, a Nairobi. Autore di diversi libri.

anno: 2012
formato: 14×21
pagg. 160
euro 12,00

INDICE

Amico con la A maiuscola, di Marco Giovannini, 9
Introduzione, 11

Una fatalità, 13
Costernazione, 18
Chi fu dom Franco, 23
   Incontri con una storia in veloce trasformazione, 24
   Comboni e l’impegno sociale della chiesa, 25
   Ora et labora, 26
   Comboniani fratelli e sacerdoti: missione multi-ministeriale, 26
   Gli anni della teologia: il Concilio Vaticano II, 27
   Missionario/prete: una non facile coabitazione in anni convulsi, 28
   Gli anni bollenti del Sessantotto e dintorni: Trento, il mondo delle scienze sociali, 30
   Sociologia: sfide di mentalità e linguaggi nuovi, 31
Nel Nordest brasiliano, 38
I primi passi, 42
Coordinatore, 46
Animatore dell’istituto, 49
   Missionario di un Dio in tenda, 53
   "Il Dio della vita", 54
Ancora in Brasile, 55
Nuovi ambiti di animazione, 61
Speranze frustrate, 64
Orizzonti sempre più larghi, 68
Vescovo, 70
Scelte di fondo, 74
Vescovo titolare, 78
Pastore del gregge, 81
Vescovo degli indios, 85
Il battesimo, 88
L’ambiente, 92
Latinoamericano, 96
Contenuti di liberazione, 101
La spiritualità del martirio, 104
   Martiri e martirio, 106
Missionario, 111
Dare dalla propria povertà, 116
I gruppi di sostegno, 120
Cammino interrotto, 127
   Un uomo liminale, 130
Ricordi
A Trento, di Marco Giovannini, 135
Fede oltre i confini, di Pier Giorgio Rauzi, 144
Chi è quest’uomo?, di Marcelo Barros, 147
Quelle 10.000 lire!, di Alberta, 150
L’Associazione, 152

PRESENTAZIONE

AMICO CON LA A MAIUSCOLA
Perché Franco Masserdotti, passando accanto a noi, ha lasciato il segno? Anche chi non lo ha conosciuto, leggendo queste pagine se ne farà un’idea e forse potrà arrivare a condividere il suo senso della vita e della verità.
Per proporre la sua visione del mondo si era messo al servizio di tutti, indistintamente e in qualsiasi posto si trovasse, da studente, da prete, da vescovo. I motivi della sua esistenza sono sempre stati gli altri e le ragioni degli altri. A molti di noi ha anche regalato un’amicizia con la A maiuscola.
Gli strumenti della sua testimonianza sono stati gioia, amore, tolleranza e disponibilità anche quando non ne poteva più dal mal di testa e si tormentava il ciuffo di capelli per stare sveglio. Ogni occasione era buona per evidenziare un valore e mitigare una negatività. Non era un teorico, ciò non di meno diffidava del mero pragmatismo.
Da un lato ci avvertiva che i buoni sentimenti possono ripiegarsi negativamente su se stessi e risultare infine un’espressione egoistica, come pure la concretezza di scelte operative, al netto di valori etico-morali, può ridursi a semplice buon senso di sistema. Ripeteva spesso che esistono due forme di retorica, quella delle parole vuote e quella dello stare con i piedi per terra.
Franco non ha aspettato la crisi finanziaria di questi ultimi anni, come han fatto i tanti inutili profeti del giorno dopo, per accorgersi dei caratteri del mondo. Aveva ben chiaro che tutti i fondamenti dei rapporti socioeconomici dipendono dai fondamenti della natura umana e dai suoi contenuti valoriali.
Temeva l’egoismo, l’aggressività e l’interesse individuale. Pensava che in questo mondo, molto spesso, i mezzi vengono scambiati per i fini e il sapere tecnico-economico sostituisce il sapere morale. Per questo a noi piace definirlo un profeta del giorno prima.
È stato un uomo capace di equilibrare il saper dire col saper fare, un uomo dell’onestà intellettuale e della testimonianza in prima persona, un uomo dell’essere e non dell’apparire.
Al palcoscenico e al mestiere della proposta ha preferito una testimonianza prudente sulla strade della vita.
Del suo impegno missionario diceva che era necessario portare il pesce, per sfamare la gente e insegnarle a pescare. Ma è fondamentale saper lavorare per tener pulito il fiume. Si è impegnato, come diceva, perché tutti avessero vita. Ha sacrificato la sua, non il 17 settembre 2006 sulla terra rossa di quel bordo strada del Nordest brasiliano, ma giorno dopo giorno di tutti i suoi anni. Sempre con il sorriso sulle labbra, con l’ironia, la capacità consolatoria, l’amicizia disponibile, la pazienza per tutti, indistintamente.
Qualcuno diceva che i profeti non cercano applausi o nostalgie, ma seguaci disposti a portare avanti gli impegni. Gli applausi scaldano le mani, mentre bisogna scaldare i cuori. Franco ha vissuto per riscaldare i cuori di tanta gente, in Italia e in America Latina. Ha lasciato un’eredità culturale non da custodire nei cassetti della memoria o sulle pagine dei libri, ma da far fruttare come i talenti della parabola.
Marco Giovannini

INTRODUZIONE
Raccontare la vita di un uomo può sembrare facile. Forse lo sarebbe anche se ci si limitasse a mettere insieme fatti e informazioni di cui uno è stato protagonista. Ma se si vuole varcare la soglia che porta all’originalità di ciascuno, allora l’impresa diventa gigantesca, e allo stesso tempo affascinante.
Lo scoprirai in questo libro che racconta la vita di Franco Masserdotti, vescovo bresciano morto un giorno di settembre del 2006 in un banale incidente stradale nel Nordest del Brasile.
Grande comunicatore, venne sfiorato solo superficialmente dalle nuove tecnologie. Le usò senza mai farsene dominare. Il cellulare lo portava perché sapeva di dover farsi trovare, ma non usava computer, sfruttava poco anche internet, pur volendo sentire sempre i battiti del cuore dell’umanità. Scriveva tutto a mano, improvvisando, su ogni tipo di carta. Lasciò appunti di conferenze, schemi di ritiri spirituali, prediche, incontri, bozze di articoli, testi consegnati diligentemente a chi poi ne avrebbe dovuto fare la stesura finale.
Tutto questo materiale, completato dal ricordo di alcune persone, è alla base del presente lavoro.
L’ho scritto con Francesco Pierli, ex superiore generale dei comboniani e suo compagno di scuola negli anni di formazione. Il suo contributo dà al libro la vivacità delle cose vissute e permette di inserire il protagonista in un tratto di storia segnato da grandi trasformazioni.
In ogni caso, questa non è una biografia classica ma piuttosto un racconto. Perché così l’avrebbe stesa Franco se avesse dovuto parlare di se stesso. Quante volte, nelle interviste, a chi cercava di conoscere le sue realizzazioni di missionario e vescovo, parlò di cose vissute, delle sfide, degli incontri, delle risposte timide che, insieme con i suoi collaboratori, cercava di dare, senza mai renderle più grandi di quello che fossero! Raccontava la vita, la gente. Per questo ho scelto di fare una biografia che inserisce Franco, uomo e vescovo, in un contesto reale, il Brasile, soprattutto il Nordest, nell’arco di quasi quarant’anni, e l’Italia, principalmente Trento, che l’ha formato, e Roma, che l’ha accolto per sei anni. Messa in tale cornice, la sua personalità, ripresa a qualche anno dalla morte, diventa ancora più grande di quanto di lui si disse subito dopo la scomparsa, sotto l’emozione di un fatto che all’epoca tutti cercarono ma pochi riuscirono a spiegare.
Giovanni Munari

di EMI – Editrice Missionaria Italiana

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